Flavia Salomone con “C’era una volta homo” un libro che racconta ai bambini con sorprendente semplicità la storia dell’evoluzione dell’uomo, sarà alla prossima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino con la Aster Academy International.
Flavia Salomone Biologa e antropologa fisica, dopo la laurea, si è dedicata per alcuni anni alla ricerca nel campo della biologia delle popolazioni del passato, in modo particolare antichi romani, presso i laboratori di antropologia dell’Università La Sapienza di Roma e della Soprintendenza Nazionale Speciale al Museo Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini” di Roma.
Dopo una borsa di studio dell’IBM-SEMEA ed un Master in Museologia Scientifica, si occupa di divulgazione scientifica e recentemente con la casa editrice ESPERA ha pubblicato il suo primo libro C’ERA UNA VOLTA HOMO. Viaggio nel tempo alla scoperta delle nostre origini, che a breve vedrà l’uscita della II edizione.
Flavia Salomone da oltre sette anni lavora con entusiasmo come grafico, editor e redattore in alcune importanti case editrici romane. Collabora anche con un portale di turismo cinese per il quale redige articoli sulle bellezze della Capitale. Ha anche collaborato con alcune testate periodiche come grafico ed editorialista.
Dal 2014 si occupa di promozione di libri scientifici presso le scuole elementari e le librerie specializzate per bambini proponendo attività ludico-didattiche.
Ultimamente sta realizzando con alcune associazioni culturali (Aster Accademy International e Vita Romana) laboratori di preistoria per bambini rivolti alle scuole, alle librerie specializzate, ai musei e ai centri ricreativi. Le attività prevedono: Laboratori sull’evoluzione: i bambini saranno i protagonisti diretti dei meccanismi evolutivi. Attraverso i disegni realizzeranno un percorso evolutivo a partire da un antenato comune.
Laboratori sul linguaggio: attraverso un gioco di ruolo (Parliamo come Homo erectus) dovranno comunicare senza far uso della parola e poi potranno realizzare le Tavolette enigmatiche con la creazione di simboli grafici per avere un primo approccio alla costruzione di un linguaggio scritto.
Laboratori creativi: attraverso le mani daranno forma ai pensieri e alla fantasia per realizzare i primi oggetti in argilla, o le prime pitture per finire a raccontare una preisto-storia a fumetti.
D: Come nasce la tua passione per la scrittura?
R: Sono sempre stata una grafomane, nel senso che ho sempre scritto per mettere ordine nel mio cuore o per chiarirmi i pensieri, ma era qualcosa di molto privato. Nel cassetto dei segreti c’è una piccola raccolta di poesie, ci sono un sacco di racconti scritti ai tempi dell’Università e poi alcune favole che ho inventato per mio figlio quando era piccolo: era il nostro specialissimo modo di affrontare i dolori e le cose difficili che all’epoca dovevamo superare.
Ho cominciato a scrivere non più per me stessa dopo la laurea, pubblicando una serie di articoli frutto delle mie ricerche antropologiche sugli antichi romani. In effetti, prima di C’era una volta Homo, non avevo mai pensato di fare la scrittrice.
D: “C’era una volta…Homo” è il tuo primo libro?
R: Si. In questi giorni sta andando in stampa la seconda edizione, che presenteremo in anteprima al 29° Salone Internazionale del libro di Torino. Il nuovo volume è stato arricchito da alcuni dei nostri antenati più illustri che si raccontano ai piccoli lettori: c’è Homo naledi, Lucy, la mamma di Ostuni, per dirne alcuni.
In cantiere c’è anche un progetto per realizzare una guida, sempre per bambini, sulla preistoria del Lazio, dal momento che questa regione è una delle più ricche dal punto di vista dei ritrovamenti. L’idea è quella di valorizzare e promuovere un patrimonio spesso poco conosciuto.
D: Da dove nasce la tua scelta di scrivere un libro per i più piccoli?
R: Anzitutto dal fatto che adoro i bambini. L’idea di scrivere un libro per raccontare la storia dell’evoluzione dell’uomo ha cominciato a prendere forma quando vedendo i libri di testo di mio figlio mi sono resa conto che erano poco aggiornati e difficili. In qualche modo ho avuto l’esigenza di colmare un vuoto editoriale. Sono convinta che ai bambini si può parlare di tutto a patto di farlo nel modo giusto. La sfida è stata proprio questa: raccontare l’evoluzione in modo semplice e divertente, mantenendo il rigore scientifico. E così pensando agli “eventi cruciali” che sette milioni di anni fa hanno dato inizio alla nostra storia ho intrapreso questa avventura che mi ha riportato al mio primo amore: l’antropologia. Infine, parlare ai più giovani, aprire la loro mente e il loro cuore per scoprire con curiosità il mondo mi dà la speranza che potranno crescere chiedendosi il perché delle cose, divenire donne e uomini migliori e chissà costruire un mondo un pochino più bello.
D: Che emozioni e reazioni hai incontrato promuovendo il tuo libro ai piccoli lettori?
R: Tantissime emozioni! Anzitutto una grandissima gioia. Mi diverto con i miei piccoli lettori, le loro domande o le loro considerazioni sono uno stimolo enorme. In una delle ultime presentazioni, mi sembra alla Feltrinelli di Torino, una bambina nel definire cos’era secondo lei l’evoluzione mi ha detto: “L’evoluzione è una necessità!”. Semplicemente meraviglioso!!! La necessità della vita di andare avanti! La loro allegria e vivacità, poi, rendono ogni incontro unico e per me estremamente arricchente.
Grandissima soddisfazione, inoltre, mi ha dato il fatto che sia le maestre, che i genitori, i librai e i direttori dei musei ai quali ho proposto il libro, lo hanno trovato sempre molto interessante e utile dal punto di vista didattico. Che dire? Non potevo desiderare di meglio.
D: Ti fanno mai domande istintive ma intelligenti tipo il rapporto tra creazione ed evoluzione?
R: Certamente. Una volta un bambino mi ha detto: “Ma visto che c’è l’evoluzione allora Dio cosa ha fatto? Si annoiava?”. Io gli ho risposto dicendogli che non sapevo se Dio si annoiasse, ma che ero sicura che Lui aveva dato inizio a tutto e che metteva il soffio vitale in ogni cosa. Per fortuna oggi si può parlare di evoluzione con serenità e questo tema è accolto anche nelle scuole confessionali.
Mi è capitato anche di dover rispondere a domande sulla morte. Una volta un bambino mi ha chiesto a cosa pensava Argil prima di morire e se avesse avuto paura.
D: Come ti poni da biologa al cospetto di questo tema per altro molto interessante?
R: Come biologa non vedo alcun problema. Se Dio è intervenuto nel mondo lo ha fatto dando il “la” iniziale. Ha impresso la prima spinta, ha innescato il Big Bang, è nella casualità e nella probabilità degli accadimenti. In effetti madre natura fa delle cose strabilianti che possono benissimo essere frutto di uno spirito divino.
Per molto tempo l’idea che l’uomo potesse discendere dalle scimmie è stata rifiutata perché l’uomo è stato plasmato su immagine di Dio. Non ho alcuna difficoltà ad essere imparentata con le scimmie, del resto il 95% del mio DNA, come quello di ciascun essere umano, è identico a quello di uno scimpanzè… Non è disdicevole appartenere al regno animale, sono disdicevoli ben altre cose! La diatriba fra creazionismo ed evoluzionismo ha avuto il suo tempo. Oggi francamente mi sembra senza alcun fondamento sia scientifico che filosofico.
D: Quali sono i fattori più importanti di far conoscere ai più giovani le nostre origini?
R: Conoscere le proprie origini per me è importante per amare e proteggere le proprie radici. Sapere che non siamo sempre stati così e che non saremo per sempre così, ma che ciascuno è parte di un divenire più grande non è solo affascinante ma estremamente importante. Essere consapevoli di far parte di un tutto, oggi che stanno rifiorendo individualismi deleteri, è per me fondamentale: la biodiversità è la base dell’evoluzione perché è nella diversità che si hanno le opportunità per adattarsi ai cambiamenti e quindi rispondere positivamente alla selezione naturale. La biodiversità umana è fondamentale per salvaguardare la nostra specie dall’estinzione.
D: Quali sono i tuoi generi letterari preferiti?
R: I miei interessi letterari sono tantissimi e spaziano dalla narrativa alla saggistica, alla poesia. Sono una persona curiosa e anche tematica, nel senso che nelle varie epoche della mia vita ho letto cose molto diverse ma tutte in qualche modo utili al mio percorso di crescita personale. Ad esempio per un periodo di tempo ho letto di spiritualità orientale e in un altro di psicologia. Se poi mi innamoro di un autore allora leggo tutto ciò che pubblicato. Mi piacciono anche le letture amene e divertenti e ultimamente sto scoprendo il fumetto, genere per me praticamente inesplorato. Attualmente, però, il tempo che dedico a leggere dipende molto dal mio lavoro di grafico ed editor quindi le mie letture sono un pochino forzate.
D: Apri il tuo libro con un passo del celebre “Lettera ad un bambino mai nato” di Oriana Fallaci, prendi un passo significativo di speranza nell’aver figli, qual è la tua opinione a riguardo considerando la condizione del mondo attuale?
R: Oriana Fallaci è stata la persona che mi ha fatto amare la lettura, proprio con Lettera a un bambino mai nato e non avevo altro modo per renderle omaggio e ringraziarla se non citarla all’inizio del mio libro. Ho amato molto Oriana, come donna e come giornalista, diciamo che per me è stata un punto di riferimento. Una persona continuamente alla ricerca della verità, una donna passionale che ha vissuto con intensità, una donna coraggiosa.
Per quanto riguarda quello che mi chiedevi sulla scelta della citazione, posso dirti che dedicando il libro a mio figlio, Fabio, mi sembrava un passo molto bello perché pieno di fiducia nella vita.
Oggi ti posso dire che come madre sono molto preoccupata ma allo stesso tempo “penso positivo”. Stiamo vivendo un momento di passaggio: ci sono valori crollati, altri che stanno crollando e ora non sembra esserci nessuna alternativa. Tuttavia, sono una persona costituzionalmente ottimista e quindi sono certa che dopo questo trambusto verrà fuori qualcosa di nuovo. L’importante, e ora è la biologa che parla, è saper cogliere il buono che c’è in ogni cambiamento e farlo fruttare.
D: Sarai con altri autori della Aster Academy al Salone del Libro di Torino, due parole sull’importanza di questo grande appuntamento editoriale.
R: Credo che queste manifestazioni siano delle grandi opportunità per avvicinare la gente al pianeta libro. Siamo un popolo che legge pochissimo e ogni iniziativa che possa incuriosire è utile perché attraverso i libri possiamo crescere, aprire la nostra mente, conoscere meglio le nostre emozioni, imparare a leggere con occhi diversi cosa accade intorno a noi e quindi riuscire cogliere i semi giusti del cambiamento e diventarne parte attiva, tanto per ricollegarci a quanto stavamo dicendo poc’anzi.
Per quanto riguarda me come autrice è semplicemente una grandissima opportunità che mi riempie d’orgoglio.
uff. stampa Aster Academy International
www.asteracademy.blogspot.com