L’artista ha voluto rappresentare la figura di San Filippo Siriaco come elemento dominante nell’atto di esorcismo dove il santo racchiude in sé la forza della fede contro il Male raffigurato come un essere contorto e deforme, accasciato e sconfitto.
La nemesi dell’azione comprende il desiderio interiore dell’uomo di liberarsi da ciò che è oscuro e negativo per mezzo del Santo paraclito di tutto il popolo.
Il mantello che si snoda verso lo spettatore è l’elemento escatologico della protezione che si espande all’esterno, cioè su colui che ne osserva la scena. Una compendiaria scenografia racchiude come in un sogno i simboli principali del luogo, il castello, la chiesa, le rocce azzurre del fiume Alcantara, testimoni di una antichissima storia dove il colore da vita all’emozione interiore.
Il Santo alza la testa con fare pieno e guarda verso l’infinito, verso il punto della “conoscenza” e accompagna con il movimento del braccio teso la croce, potente arma contro il demolitore dell’umanità. Il paesaggio dilatato offre una descrizione dell’immaginazione della realtà con squarci impressionisti.
Il colore è l’esaltazione dell’incanto di una leggenda scolpita nella tradizione che ognuno di noi siciliani conserva gelosamente nell’ anima.
C.PARRELLO in “Live Kalaat Bian”
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