Cosenza (Calabria) 21 dicembre 2014

Cariati: L’AVIS ha festeggiato vent’anni di attività

L’intervento integrale di Damiano Montesanto, Presidente dell’AVIS di Cariati.

***************************************************************************************

Care donatrici e cari donatori, Presidente di Avis provinciale, Tesoriere regionale, Sindaci del territorio, grazie a tutti voi per avere accolto il nostro invito a partecipare a questo ventennale dell’Avis di Cariati. La vostra presenza ci onora e ci gratifica per lo l sforzo che caratterizza il nostro impegno quotidiano nelle file dell’Avis. Il momento storico nel quale stiamo vivendo, caratterizzato da una profonda crisi economica e sociale, forse la peggiore del dopoguerra, rende il nostro impegno nel campo della solidarietà, sempre più importante e insostituibile. Le organizzazioni di volontariato, l’Avis in primis, sono chiamate ad adeguare le loro strutture e la loro organizzazione a parametri nazionali ed europei, al fine di garantire, non solo il massimo di efficienza e di qualità, ma anche quello della sicurezza. Al 31 dicembre 2014, quindi entro pochi giorni, i punti di raccolta Avis, che vorranno ancora continuare a svolgere questo compito, dovranno aver superato i controlli che la commissione regionale sangue, ha operato sull’intero territorio regionale. L’Avis di Cariati, grazie allo sforzo e all’impegno dei suoi volontari e collaboratori, a partire dal personale medico e infermieristico, al laboratorio di analisi, a tutti i soci donatori e non, ha superato questo difficile traguardo, ponendosi come punto di riferimento nel territorio. Questo comporta ulteriori adempimenti che devono essere messi in campo da Avis Provinciale e Regionale, per chiudere completamente il cerchio del processo di accreditamento delle strutture; processo che ha riguardato e riguarda, non solo i punti di raccolta, ma anche le unità di raccolta, a cui siamo correlati, e i centri trasfusionali. Il centro trasfusionale di nostro riferimento, quello di Rossano, è stato interessato da un processo di ristrutturazione e ammodernamento che ha richiesto grossi sforzi, anche economici, per potere svolgere al meglio il delicato compito che la legge gli assegna. AL suo dirigente, dott. Vincenzo Pata, ai medici, ai tecnici, agli infermieri , agli ausiliari, va il nostro profondo ringraziamento, per lo spirito di collaborazione e per la grande professionalità che caratterizza il loro lavoro. Per chiudere il cerchio di cui prima parlavo, è necessario la messa in rete della nostra struttura con il centro trasfusionale che, dal 1^ gennaio 2015 ,potrebbe , in teoria, non accettare più il sangue con il sistema che fino ad oggi abbiamo utilizzato. E’ un problema che abbiamo fatto presente alla nostra struttura regionale e provinciale, perché diano corso a questo adempimento con la massima urgenza ,agevolando in tal modo il nostro e il loro compito, come strutture di volontariato, e quello dei centri trasfusionali, per quanto riguarda la tracciabilità , la sicurezza e la qualità della donazione di sangue. Non riusciamo a comprendere, in tutta sincerità, per quale motivo dobbiamo arrivare sempre ultimi alle scadenze e agli adempimenti , che pure erano noti da tanto tempo e che, soprattutto nell’ultimo anno, il 2014, sono stati continuamente oggetto di discussione nelle nostre riunioni. Non me ne vogliano, gli illustri rappresentanti provinciali e regionali presenti, ma forse questo fa parte di un patrimonio genetico che si estende, ma sarebbe più corretto dire che discende, più in generale , dalla nostra classe dirigente a tutti i livelli. Quello di complicarci la vita e chiedere deroghe all’ultimo momento è uno status mentale di cui faremmo bene, tutti quanti, a liberarci, per adeguarci alle norme, e sentirle e viverle, senza patemi e senza drammi : basta solo essere un po’ più normali. Perciò muovetevi, perché altrimenti la nostra azione rischia di fermarsi, con le gravi conseguenze che ognuno può immaginare ; per non parlare del senso di frustrazione che si ingenererebbe in tutti i nostri volontari e donatori. Ma, dette queste cose, è giusto che diamo un sguardo più da vicino alla nostra Avis comunale, che ha sempre operato con grande impegno ,raggiungendo, pur in mezzo a mille difficoltà, risultati lusinghieri, non solo nel campo della raccolta ma, permettetemi di dire, della donazione responsabile e meditata che, soprattutto negli ultimi anni, ci ha consentito di incrociare le nostre riflessioni e considerazioni, con quelle dei giovani studenti di ogni ordine e grado. Di questo vogliamo qui ringraziare i dirigenti scolastici, per la loro fattiva collaborazione e il CSV che, spesso e volentieri , supporta le nostre iniziative sul territorio. La nostra sezione Avis è passata da 102 donazioni nel 2009 a 216 nel 2010, da 213 nel 2011 a 242 nel 2012 per attestarsi a 370 nel 2013, e a 335 fino a questo momento del 2014; risultato che sarà certamente incrementato , perché prevediamo di fare un’altra donazione per fine anno. Lo stesso trend positivo ha fatto segnare il numero dei nuovi iscritti che è passato, dai 20 del 2009 ai 40 del 2010; dai 34 del 2011 ai 48 del 2012 e ai 104 del 2013. Per l’anno 2014 allo stato abbiamo registrato 64 nuovi iscritti. Come ben si vede quest’anno il numero delle nuove adesioni è calato, anche se non di molto, rispetto al 2013, in coincidenza di numerosi fattori che non vogliamo e possiamo analizzare in questa sede, ma che sicuramente hanno a che fare con la riduzione della popolazione scolastica adulta e la nuova emigrazione , che sta interessando in maniera particolare il nostro territorio. Altro dato interessante è che su 354 donatori attivi del 2014 , i maschi sono 233 e le femmine 121. Questa situazione ci impone di rivolgere la nostra attenzione, con progetti mirati, verso i tanti immigrati presenti nel nostro territorio, e di varie nazionalità, per i quali l’educazione alla cultura della donazione potrebbe e dovrebbe rappresentare un elemento in più, importante per la loro integrazione, che non deve significare cancellazione ma, semmai, valorizzazione delle differenze e arricchimento culturale : stiamo tentando questa strada, con l’augurio di riuscire in questo progetto. Il punto di svolta è stato certamente il 2010, quando la nostra sezione Avis ha conquistato la sua autonomia e ha incominciato ad operare con proprio personale medico e infermieristico, personale che prima proveniva dal centro trasfusionale di Rossano. Nel corso del 2013, proprio in vista del processo di accreditamento, i nostri medici e infermieri hanno dovuto seguire dei corsi di formazione, per continuare a esercitare la loro opera all’interno dell’Avis , come esige il processo di accreditamento, del quale ho accennato all’inizio di queste mie brevi considerazioni. Oggi alla nostra Avis vengono riconoscimenti da ogni parte, per la quantità ma soprattutto per la qualità del suo operare, pur in presenza di un forte flusso migratorio di ritorno, che sta spopolando i nostri comuni; per il clima umano che è alla base della nostra associazione, che diffonde,( ma sarebbe più corretto dire che testimonia), i valori della solidarietà, dell’amicizia, della condivisione, della simpatia. Se siamo arrivati a questo punto dobbiamo ringraziare quelli che prima di noi hanno diretto la sezione Avis di Cariati, il dott. Nicola Cosentino, la dott.ssa Maria Jovanna Izzo, l’avvocato Antonello Urso che hanno tracciato all’interno del sodalizio una strada dalla quale non intendiamo allontanarci e che costituisce per noi una bussola sicura e fidata. Sembra ieri, eppure sono passati venti anni da quando abbiamo fatto il primo verbale di costituzione dell’associazione, nei locali della curia vescovile di Cariati; e qui, consentitemi di rivolgere un caloroso saluto a Don Renzo Bagarolo, allora parroco del centro storico, che ci ha messo sempre a disposizione i locali. Mi piace ricordare tutti i nomi dei presenti a quella riunione di costituzione, tanti dei quali sono presenti ancora oggi. E’ questa la nostra forza, ma paradossalmente rischia di trasformarsi nella nostra debolezza , se non sapremo mettere in atto politiche di ricambio che diano largo spazio ai giovani, non solo come donatori, ma anche come dirigenti. Se ci guardiamo attorno, a Cariati come a Rossano, come a Corigliano il grosso del lavoro dell’organizzazione grava ancora sulle spalle di persone non più giovani, spesso pensionati, pur se tra i donatori ci sono tanti giovani. E’ venuto, per noi, il momento di favorire il ricambio , ma anche quello dell’assunzione di responsabilità da parte dei giovani, se vogliono che questa associazione continui a proliferare e a dare frutti copiosi. La nostra sezione già da tempo ha intrapreso questa politica di rinnovamento, come dimostrano i dati dei nuovi iscritti negli ultimi anni. Tra i nuovi iscritti la grande maggioranza è costituita da giovani, molti dei quali sono impegnati negli studi, fuori comune e spesso fuori regione, il che di fatto ostacola l’assunzione diretta di responsabilità dirigenziali, pur lasciando quasi intatta quella della donazione periodica. Dobbiamo però impedire questo trend che a lungo andare potrebbe avere effetti molto negativi, data la tendenza ad abbandonare , soprattutto da parte delle forze giovani, il nostro territorio in cerca di lavoro o di migliori condizioni di vita. Anche questo è il prezzo che paghiamo alla crisi e alla mancanza di politiche in favore dei giovani, che sono costretti ad emigrare o a fare dei lavori inadeguati, spesso con una laurea o un diploma in mano. Non vorrei essere frainteso ; non stiamo facendo politica rivolta a questa o quella parrocchia, ma non possiamo nemmeno girare la faccia dall’altra parte e far finta di niente, perché la nostra associazione è la quintessenza della solidarietà; perché il sangue che raccogliamo, per donarlo a chi ne ha bisogno, rappresenta la speranza di vita o l’allungamento di essa, per tanti uomini e donne che non hanno avuto la nostra stessa fortuna e dipendono da questo immenso gesto di solidarietà, spesso agito razionalmente ma anche , alcune volte, ineffabilmente. Prima di concludere questo mio breve intervento voglio fare un appello e un ringraziamento ; l’appello è rivolto alle famiglie, alle scuole, alle parrocchie, alle associazioni, alle amministrazioni pubbliche, affinché si adoperino, insieme con noi, a diffondere la cultura del dono e della solidarietà, con iniziative e strumenti che insieme possiamo individuare : solo così potremo dare continuità alla nostra opera ed essere di aiuto a tante persone che potranno ricevere il nostro dono, il sangue, in modo volontario, gratuito, anonimo e libero, così come impone lo statuto della nostra associazione. Il ringraziamento va a tutti i collaboratori che, con impegno e sacrificio, rendono possibile il mantenimento in vita della nostra organizzazione, senza voglia di apparire ma operando in maniera umile e modesta; il ringraziamento più grande, però, va a tutti i donatori, indistintamente, a quelli più prolifici e a quelli meno prolifici, a quelli che non possono più donare per vari motivi o a quelli che vanno in pensione, perché la qualifica di donatori è una etichetta che rimane a vita, come un marchio indelebile. Auguri a tutti voi e alle vostre famiglie; e che l’anno che verrà, possa essere l’inizio di quel cambiamento in positivo che tutti ci aspettiamo. Auguri di Buon Natale e felice anno nuovo.