Reportage di Ignazio Russo************TERZO ATTO ************************************************************************************************************************************************************* Dopo il grosso successo attenuto in terra campana, con la commedia “Mettiteve affà l’ammore cu mme”, la compagnia teatrale “L’Arcobaleno”, ha messo in scena, col patrocinio del Comune, al teatro comunale di Cariati, lo spettacolo “Miseria e nobiltà”, la celebre commedia in tre atti scritta, da Eduardo Scarpetta. Questa rappresentazione è stata accolta con molto entusiasmo dai cariatesi, i quali sono accorsi al teatro in massa, fino a farne registrare il tutto esaurito. Gli attori in scena, anche se dilettanti, hanno dimostrato di saperci fare, a tal punto da poterli paragonare a dei veri professionisti, per la loro spontaneità, originalità e bravura per cui meritano di essere citati uno per uno: Miriam Crivaro nei panni di Gemma; Domenico De Simone – il marchese Favetti; Leonardo Rizzo – Vincenzo; Samuele Filareti – Luigino; Maria Teresa Pattavina – Bettina; Remo De Marco – Eugenio; Enrico Cappa – Gaetano; Rita Scigliano – Pupella; Sonia Crivaro – Luisella; Daniele Filareti – Peppiniello; Romualdo Ciccopiedi – Felice; Maria Elena Ciccopiedi – Concetta e Francesco Filareti – Pasquale, il tutto sotto la valente regia di Mirian Crivaro e la scenografia di Francesco Filareti. Anna Rizzuti e la sua collaboratrice Elena ha curato i costumi, mentre Nicoletta e Giovanna Poerio di “Dimensione bellezza” hanno curato il trucco e parrucco; Angelo Rizzo il service audio-luci, Franco Liguori l’assistenza tecnica, il tutto presentato da Patrizia Funaro. Miseria e nobiltà è una commedia comica ma con risvolti grotteschi, perché il tema di fondo, che rimane sempre attuale, è la fame. La pìece ha come protagonista Felice Sciosciammocca, celebre maschera di Eduardo Scarpetta, e la trama gira attorno all’amore del giovane nobile Eugenio per Gemma, figlia di Gaetano, un cuoco arricchito. Il ragazzo ha però paura di non ottenere il consenso alle nozze, da parte della sua nobile famiglia perchè Gemma è la figlia di un cuoco. Eugenio si rivolge quindi al salassatore Pasquale per trovare una soluzione. Pasquale e Felice, un altro spiantato, assieme alle rispettive famiglie, s’introdurranno a casa del cuoco fingendosi i parenti nobili di Eugenio. La situazione s’ingarbuglia poiché il padre di Eugenio, il vero Marchese Favetti, è innamorato della ragazza, al punto di frequentarne la casa sotto le mentite spoglie di Don Bebè. Il figlio, scopertolo e minacciatolo di rivelare la verità, lo costringerà a dare il suo consenso per le nozze. La miseria resta miseria e la nobiltà non esiste.
Cariati:Teatro strapieno per la commedia Miseria e Nobiltà
Pubblicato in Arte e Cultura |