Napoli (Campania) 01 maggio 2014

Casavatore

Casavatore – Dopo l’avvio del Piano casa con la realizzazione di circa 600 appartamenti sorti sulle ceneri di strutture industriali dismesse, scoppiano le polemiche in città per l’assenza delle opere compensative previste per legge e vidimate in calce alla convenzioni stipulate tra le parti. Opportunità per il paese o speculazione edilizia ? Un ennesima vicenda che potrebbe finire anch’essa nel mirino degli organi sovra comunali per cercare di districare quella che allo stato sembra essere una vera e propria matassa fatta di lentezza burocratica e di perplessità sulla legittimità dell’adozione dello strumento di recupero urbano. Nel mirino, gli atti convenzionali stipulati nel 2010 tra privati cittadini e l’ente municipale nella figura dell’ex dirigente Angelo Oliviero, il rogitante con veci di mero notaio, il segretario Ferdinando Lotoro e l’amministrazione comunale dell’epoca guidata dall’ex sindaco Pasquale Sollo che, con una serie di atti di giunta, ne approvò le proposte. Nelle intenzioni del legislatore, a prescindere dal caso Casavatore, gli interventi sono mirati a rivitalizzare il settore edilizio, elargendo premi di cubatura e interventi in deroga con l’obiettivo di razionalizzare il patrimonio edilizio e riqualificare le aree urbane. Tutto ciò con esclusione degli immobili abusivi o situati nei centri storici o in aree a inedificabilità assoluta, mentre vengono compresi gli immobili abusivi se condonati. Gli interventi possono essere realizzati in deroga, ma con rispetto degli standard urbanistici, delle norme antisismiche, di sicurezza, antincendio, igienico-sanitarie, delle norme relative all’efficienza energetica, di quelle relative alla tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, nonché delle disposizioni del Codice dei beni culturali. A questo punto, dopo una serie di interventi anche da parte del consigliere regionale Angelo Marino in commissione regionale per conoscere gli indici destinati alle finalità sociali e giovani coppie (ERS), potrebbero scattare i controlli da parte del comando della Polizia locale guidato dal comnadnte Antonio Piricelli, e dell’ufficio tecnico guidato dal geometra Andrea Camardella, sulle quattro strutture una delle quali in fase di ultimazione. Si va da via Taverna Rossa, dove sembra ci sia stata anche una richiesta di variante, a via Marconi (angolo viale delle Industrie), a viale Michelangelo e via Libero Bovio. Se dai controlli dovesse emergere il non rispetto delle convenzioni con l’assenza del 30% destinato all’edilizia residenziale per giovani coppie e fasce sociali deboli da gestire e affidare con apposito bando pubblico redatto dal comune con una graduatoria, i 7362 mq che i privati devono cedere al comune quale proprietario e da adibire ad aree a standard e per la realizzazione delle opere compensative, gli atti convenzionali potrebbero essere dichiarati nulli. Polemico il consigliere Pasquale Palmentieri.” Una scelta scellerata del passato ad opera dell’amministrazione guidata dell’ex sindaco. Qualcuno lo aveva paragonato alla nascita di una sorta “Orta di Atella 2”, ma a me è sembrata solo un’ulteriore cementificazione della città senza trarre alcun beneficio quali le opere compensative. Anzi, hanno saturato il comparto edilizio con nuove colate di cemento”, conclude Palmentieri. Viene inoltre precisato che le volumetrie e le superfici di riferimento devono essere calcolate sulle distinte tipologie edificabili e pertinenziali esistenti e devono essere asseverate dal tecnico abilitato in sede di presentazione della documentazione relativa al titolo abilitativo previsto. A scendere in campo anche il consigliere Vito Marino. “ Stiamo ancora aspettando i risultati che dovevano scaturire dall’attuazione del piano casa, compresi i benefici a persone disagiate e giovani coppie, compreso i servizi di pubblica utilità da fornire al comune. Sarà, ma a noi sembra tutto una situazione paradossale dove non sembrano esserci spiegazioni logiche e chiare”.