Napoli (Campania) 25 maggio 2015

Casavatore –

Casavatore – “Riportare la politica tra la gente”. Sembra ovvio, ma non è facile. Tutti lamentano la distanza, tutti dicono che c’è bisogno di nuovo, ma pochi si rendono conto di cosa significhi davvero e di quanto sia difficile provarci. A scendere in campo Salvatore Pollice della lista civica Casavatore Lavora, che assieme a Giovanna Vacca ha voluto cambiare e di intendere il modo di fare politica.
“Quando mi hanno proposto di candidarmi ho detto di no per settimane. Rifiutavo per due ragioni. La prima è che ho un lavoro e una vita privata che mi assomigliano e che amo, decidere di metterli in gioco non è stato facile. La seconda è per senso di responsabilità: Casavatore e l’entroterra della nostra provincia devono essere uniti per tornare protagonisti della politica regionale e i candidati devono essere adeguati a rappresentarli. Alla fine ho accettato per le stesse due ragioni. Ho pensato che proprio gli scrupoli che mi stavo facendo fossero la novità di cui c’era bisogno. Ho pensato che se le persone non si impegnano in politica quando hanno l’opportunità di farlo non possono lamentarsi se le cose non cambiano.
Io, assieme a Giovanna Vacca, ci sto mettendo il mio impegno e sto conducendo un esperimento entusiasmante di cui sono molto grato ai nostri alleati: sono candidato per un grande movimento e una grande alleanza nei cui valori fondanti mi sono sempre riconosciuto e al tempo stesso sono libero da ogni incrostazione del passato e conduco una campagna elettorale fuori da qualsiasi schema. Ho scelto come slogan “ripartiamo da qui” e ho iniziato a girare il territorio con un puntatore di cartone alla ricerca dell’orgoglio delle persone. Ogni luogo è un punto di interesse per chi lo vive. In questi mesi ho fatto mio l’orgoglio di tutte le persone che ho incontrato e ho cercato di trasmetterlo agli altri. Con questo bagaglio di orgoglio condiviso, che si somma al mio amore per la città, intendo rappresentare il territorio.
Cerco ogni occasione di confronto con le persone, nei bar, per strada, in internet. Pensavo che fosse normale, ma siamo in pochissimi a farlo. Sono tra i pochi candidati che rispondono agli appelli lanciati in rete. Sono tra i pochi candidati che organizzano incontri a tema per ascoltare prima di parlare. Sono tra i pochi che non fanno promesse elettorali. Sono tra i pochi che non fanno attacchi personali. Ho cercato di combattere l’astensionismo. L’astensionismo fa il gioco della peggiore politica. Non c’è un vero interesse a colmare la distanza tra la politica e le persone. A me interessa! Ma per cambiare le cose non bastano candidati nuovi e puliti, servono persone che li votino, possibilmente fuori da ogni schema!
G.B.