BASILE SIETE LA VERGOGNA DELLE VERGOGNE E CHI VI COPRE ASSUME I PROFILI DELLA VERGOGNA ASSOLUTA
di Francesco Gangemi 27/05/2016
Innanzitutto mi rivolgo a tutti gli istituti di vigilanza della Sicilia e della Calabria, a tutti i titolari dei supermercati e dei grandi negozi, a tutti quelli disponibili di cedere al signor MATTIOLO Gioacchino almeno un metro quadrato di lavoro purché questi signori non spaccino stupefacenti, non riciclino denaro sporco, non siano corrotti e corruttori, non abbiano legami con la lercia politica, non siano in qualsiasi modo legati a organizzazioni al di fuori della legge. Vi chiedo, in nome di Dio, concedete, mi ripeto, almeno un metro quadrato di lavoro al signor MATTIOLO Gioacchino già eccellente guardia giurata, licenziato dalla strafottente famiglia Basile per avere egli denunciato lo sterco che vaga nell’ambito dei tanti istituti di vigilanza che la famiglia controlla prepotentemente in un tutto il belpaese. Il signor MATTIOLO s’è rivolto con documentate denunce alle Procure di Palermo e di Caltanissetta, ai Commissariati di Polizia palermitani, alla Guardia di Finanza, al Ministro degli Interni, al Capo dello Stato e a nostro Signore Gesù Cristo. Egli ha due bambini in tenera età e per via del suo traumatico licenziamento è stato abbandonato, mi ripeto, abbandonato dalla moglie Caporale dell’Esercito, per motivi a me comunque incomprensibili. Egli è stato ascoltato dal P. M. presso la Procura di Palermo, dr Tartaglia, che molti mesi fa ha fatto chiudere così il verbale: “indagherò”. Quando, dr Tartaglia? E fino a quando, signor Procuratore Generale di Palermo quest’uomo debba subire le vessazioni taglienti della potente famiglia Basile? E’ dovere della Giustizia essere credibile, indipendente, terza e serena. E’ dovere dei cittadini osservare le leggi della Repubblica che sta andando in sfasciume. E’ dovere di tutti gli uomini di buona volontà porgere la mano a un cittadino onesto affinché sia rienserito nel circuito lavorativo.
Francesco Gangemi
TRASCRIZIONE TRA UIL SIGNOR MATTIOLO CHE INDICO CON LA LETTERA “M” E IL SIGNOR “D”
M: mi hanno chiesto, come mai l’Istituto ce l’ha con me… A: perché tu stai pagando lo scotto di tuo padre… M: anche mio padre ha detto la stessa cosa, stai pagando, mi ha detto, quello che non hanno potuto fare a me, lo stanno facendo a te… A: tu, stai pagando lo scotto di tuo padre, attenzione no, nel senso negativo, a tuo padre certe cose non gliele potevano dire, e loro dicono, aspetta prima che creiamo un’altra persona a cui non possiamo dire nulla e non possiamo toccare, prendiamo provvedimenti e gli stronchiamo le gambe, capisci la funzione… M: ma poi , non è che ce l’hanno con me da un mese o un giorno… A: sin dal primo giorno di lavoro… M: dal primo giorno, dal primo giorno io mi ricordo quando c’era Civelli e non ne posso parlare male, ti chiamava ti consegnava l’elogio, il premio, Civelli fu quello che nel 2001 mi diede i gradi di appuntato poi subentrò Filippo e finiu’, dalla centrale il signor Milazzo e Marino chissà cosa gli hanno raccontato, e cominciò questa cosa, non ha un giorno… A: perché te l’ho detto, queste persone fondamentalmente l’avevano con tuo padre caro Gioacchino, intanto a loro da una specie di fastidio che tu arrestavi i delinquenti, ma è strano, perché se noi esempio vediamo uno là di fronte e lo segnaliamo, a loro dà fastidio, che si mette in moto una macchina per evitare un problema, allora ti devi fare il tuo, guardare solo là, se qualcuno esce, entra, fa discorsi sbagliati è basta; tra te e tuo fra… non ha elargito pretese, invece tu, non chiedi delle pretese, hai acquisito dei diritti e hai una documentazione tale che fondamentalmente puoi richiederli questi diritti, ovviamente diventi uno scassa palle! Per esempio, Marfia per quanto turduni possa essere, ha fatto l’ausiliare nei Carabinieri, conosce un sacco di comandanti di stazione marescialli dei Carabinieri, eppure ti dico la verità ha un buon rapporto, anche se sto scemunito una volta stava passando i guai, perché si spacciava per il nipote ru tizio caio ru paisi, mafiosi seri di (Altofonte)… M: vero è, è nipote del capo di mafia di Altofonte è suo zio! Io lo so, fidati!! A: intanto queste persone vanno avanti, le persone per bene no, come tuo padre, mio padre che era in polizia ha fatto la scorta al presidente, siamo trattati di merda, solo per fiducia aziendale dovremmo essere i numeri uno, invece siamo considerati dei pezzi di merda; tu, stai pagando lo scotto no di persone, no che la direzione l’ha avuto con tuo padre, perché la direzione è cresciuta con tuo padre, ma persone che sono vicine a tuo padre che dicono: “ma cui? Mattiolo una scassa minchia, lassalu perdiri” questo è pagare lo scotto per terze persone… M: ma un Filippo Basile, che un Marino ci va sempre ad accusarmi raccontando fesserie, lui gli doveva dire “sig. marino, ma lei accusa sempre a Mattiolo? Mi viene il dubbio”, invece no; io ricordo che prima non era così, sì c’erano le persone bersagliate però da quando c’e’ Filippo tutto è finito… A: intanto questo non si può sostituire è il figlio del padrone; ascolta, suo padre non ci sarà a vita, perché é grande, noi siamo capitati con il figlio più schifiato; Luciano è diverso… M: parlo con Latorre e mi dice: “Filippo ce l’ha con te perché ci sono persone che gli vanno a raccontare cose”; ma gli dico io, come tu sei segretario regionale UIL, tu sai che il datore di lavoro ce l’ha con me e non fai nulla? “La Torre e che fa dobbiamo fare le denunce?”; come, gli dico io: “il datore di lavoro ti dice ce l’ha con me”, la cosa bella è che mi dice sempre il La Torre che non è solo lui a saperlo che il datore di lavoro ce l’ha con me, ma lo sanno tutti, però dobbiamo arrivare ad un compromesso, dice sempre il La Torre, boh… A: lo sanno tutti, però tu mi dici cose che so sulla mia pelle, io sto pagando lo scotto di persone che praticamente non so chi minchia mi ci ha messo, non è che io avevo mio padre che lavora qua, perché c’era Marino o Milazzo che l’avevano con mio padre e quindi volevano tagliarmi i ponti per evitare che diventavo come mio padre, quindi vuole fare strada come suo padre, allora tagliamoci le ali, ma di una persona che lavora da 21 anni butta sangue in questa azienda e non mi chiamano per sapere che minchia ho fatto? Io ancora non lo so, hanno detto i colleghi, hanno detto in giro almeno otto versioni su di me… M:tu ti ricordi, tu ti ricordi che feci una segnalazione di un tizio che fotografava il cavò, entrata ed uscita dei furgoni blindati?… A: sì, me lo ricordo… M: feci relazione a Marino, testimone g…, e mi disse dentro la centrale: “non ti permettere più a segnalare cose perché la prossima volta ti metto davanti alla banca! ci sono un sacco di persone mafiosi che voglio farti saltare la testa”, io ho risposto che continuavo a segnalare e che l’avrei denunciato… A: ti stavo dicendo, qualsiasi cosa loro potevano contestare, ascoltami bene, io avrei potuta smontare, allora per non darmi la possibilità di difendermi e, smontare qualsiasi tipo di accusa, hanno fatto la cosa più vigliacca che può esistere al mondo, mi hanno levato senza nessuna spiegazione, vanno dicendo alle persone che io ho sbagliato, perché non mi contestano?… M:come me, dicono che lavoro in una tabaccheria… A: e perché non ti contestano?… M: infatti…
FINE
NON ASSUMERMI????PERCHE’?? SOLO FOLLIA DI MASSA!!!!!!!!!!