Castel Volturno (Campania) 29 gennaio 2015

Castel Volturno

Castel Volturno – Differenziata, parte il secondo step. Bilancio positivo dell’Amministrazione guidata dal Sindaco Dimitry Russo sul progetto “Rosarno” che vede gli immigrati informare la cittadinanza sull’importanza della differenziata. Al via la seconda fase di sensibilizzazione che vedrà interessata la località Pescopagano (lato dx del Volturno). Un resoconto di tutto rispetto dunque, quello snocciolato con dati alla mano dal Presidente del consiglio comunale Nicola Oliva e dai Responsabili della Senesi Spa con la Dott.ssa Anna De Martino che hanno formato i cittadini stranieri attraverso un loro tutor, Salvatore Ferraioli. A Castel Volturno sono anche gli immigrati ad informare i cittadini su come si fa la raccolta differenziata. Il progetto, che mira a sensibilizzare la popolazione del comune domiziano sul conferimento dei rifiuti, vede il coinvolgimento di dodici immigrati beneficiari di permesso di soggiorno per protezione internazionale. In pratica si tratta di persone scelte tra le vittime dello sfruttamento lavorativo e che hanno denunciato per questo i loro aguzzini. Tra i soggetti che hanno concorso alla formulazione del progetto di Castel Volturno, ci sono: il Centro per l’Impiego, la Senesi SpA (la società che gestisce il ciclo integrato dei rifiuti), il Comune di Castel Volturno, oltre al centro sociale ex Canapificio. Prima di passare alla fase attuativa del progetto, i dodici immigrati hanno partecipato ad un tirocinio formativo attivato con la Senesi. I partecipanti hanno affiancato per tre mesi i lavoratori della Senesi per comunicare e distribuire materiale informativo in lingua inglese e francese con particolare attenzione a quella parte di popolazione proveniente da diverse aree geografiche, per spiegare nei dettagli le modalità della raccolta differenziata e i benefici che ne derivano da essa. Tra gli informatori ci sono ragazzi come Kwabena, ghanese, massacrato di botte in Calabria, dal datore di lavoro e dal figlio, perché dopo alcuni mesi di raccolta ortaggi senza essere mai pagato, un giorno si era permesso di chiedere i suoi soldi. E, Mohammed, giovane magrebino, che a Maddaloni ha lavorato a nero per 7 anni per un datore di lavoro che produceva attrezzi per il settore edile. Un giorno Mohammed perde tre dita mentre lavora un macchinario. Il datore di lavoro lo minaccia di non fargli dire al pronto soccorso com’è accaduto l’incidente. Mohammed, però, si rifiuta e trova il coraggio di raccontare i fatti com’erano andati veramente.
Giuseppe Bianco