ARTISTI DI CASTELSARDO. Domenico Mela, Poeta e scultore dell’arte in ferro battuto
Castelsardo. L’infanzia di Domenico (classe di ferro 1939) è fatta di duro lavoro, sin da piccolo aiuta il padre ed i fratelli in campagna, il paesaggio di verdi colline e la natura espressa nelle sue più armoniche meraviglie, sono lo spunto per comporre i primi versi, che andranno perduti nel tempo. La vena artistica rinasce all’età di circa 20 anni, quando costretto a prestare il servizio militare, sente la lontananza della sua amata cittadina. Infatti in quei versi composti esprime tutto il malinconico staccarsi dalle sue radici: “Ciau Calteddhu, chi soggu paltendi e l’andammìnni mi doli lu cori, n’aggjiu triltura e tantu malumori da li me occhi lagrimi falendi.” Traduzione “Ciao Castelsardo, che sto partendo e l’andarmene mi duole il cuore, sono triste e di malumore, nei miei occhi scendono le lacrime”. Probabilmente quelle rime e versi, hanno fatto nascere l’amore per la poesia, e quelle lacrime sono servite per innaffiare il seme dell’ ispirazione poetica, che negli anni è stata molto fiorente. Eh si, Domenico Mela, ha composto moltissime poesie, circa duecento, ed ha avuto altrettanti riconoscimenti e premi. L’artista, nella composizione delle poesie, mette al centro delle proprie rime , la cittadina di Castelsardo, i sentimenti più profondi, scrutati dentro e fuori di sé, attraverso tutto ciò che lo attrae. Nelle sculture, in ferro battuto (vedi le foto) alcune immagini sacre, come il Redentore, e diversi scorci del centro storico, sono rappresentati con meticolosa cura dei particolari. Non solo, si possono notare attrezzi ormai persi nel tempo, che descrivono le attività di una volta, scomparse in quest’epoca di mezzi telematici e digitali e che rievocano quei mestieri che oggi non ci sono più. Ad esempio la costruzione dell’aratro, e la sua descrizione di come veniva costruito, spingono l’osservatore di passaggio a ricordi piacevoli di chi ha vissuto l’infanzia e l’adolescenza di quel periodo. La cittadina allora era segnata da un’economia prevalentemente agro-pastorale e dalla pesca. La vita di Domenico ha segnato anche delle attività produttive come l’apertura di un’officina meccanica nel 1963, la prima officina Fiat autorizzata in tutta la zona, oltre che a Castelsardo. L’officina durerà più di 23 anni, sino al 1986, quando riprenderà a comporre versi, che l’accompagneranno nei momenti tristi e belli della sua vita. Attualmente continua a scrivere poesie con costanza e passione. Ricordiamo concorsi di poesia col 1° premio Brotu Saripa (Sassari 2004): “La Beltuleddha mea”; 1° premio (Acli) Sassari 2002, con “Vaddhi di scuria”.1° Premio – Castelsardo – “Ammentu d’un passaddu” (2003). 1° premio – Sassari (2003), con “Radigi i la cudina”., e molti altri ancora tra cui tantissimi secondi premi. Un riconoscimento và fatto a questo umile e semplice artista, che trasmette la sua singolare vena di scultore e poeta di Castelsardo.
Giorgio De Santis