Mombello Di Torino (Piemonte) 12 marzo 2016

Chiuso il discount della benzina.

Chiuso il discount della benzina. La banda: “Rubiamo e rivendiamo da 0,80 a 1 al litro”

Ieri mattina, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Torino hanno dato esecuzione a nove misure cautelari (In particolare sono state eseguite: 3 misure cautelari in carcere, 2 agli arresti domiciliari, 3 obblighi di presentazione alla Polizia Giudiziaria e 1 obbligo di dimora) nei confronti di altrettanti italiani responsabili, a vario titolo, di furto aggravato, ricettazione e indebito utilizzo di carte prepagate per il rifornimento dei mezzi dell’Asl TO4 di Ciriè. GLI INDAGATI NON SONO DIPENDENTI DELL’ASL DI CIRIE.

Rubavano le carte carburante dalle auto aziendali che il personale utilizza per effettuare gli spostamenti sul territorio, e dopo aver prelevato la benzina o il gasolio lo rivendevano a un euro al litro ai loro clienti. Uno in particolare, titolare di un’autoricambi, era un assiduo compratore, al quale la banda aveva applicato una tariffa scontata, 0,80 euro al litro anziché 1 euro. Il periodo di interesse, in cui si sono concentrati tutti i furti, è stato circoscritto tra la fine di maggio e la fine di giugno 2015. In trenta giorni di attività, sono stati messi a segno una decina di colpi nel corso dei quali sono stati prelevati, da vari distributori della provincia, circa 4.400 litri di carburante, tra benzina e gasolio.

LA BANDA
Tra gli indagati, Matteo Rizzi, 22 anni, residente a San Francesco al Campo, Luca Miceli, 36 anni, residente a San Carlo C/se, e Davide Paschero, 42 anni, domiciliato a Balangero, hanno ricoperto un ruolo predominante nella commissione dei vari furti, mentre gli altri indagati hanno aiutato il gruppo nel trasporto delle taniche piene di carburante guidando furgoni utilizzati ad hoc. Il ruolo della moglie di Miceli è stato assolutamente marginale; ben consapevole dell’attività illecita del marito, lo ha incitato e lo ha supportato in tutti i furti, a volte con l’incarico di “palo”.

MODUS OPERANDI
Controllavano le macchine parcheggiate, se all’interno le alette parasole erano abbassate voleva dire che la tessera carburante non c’era, quindi andavano forzate soltanto le auto con le alette alzate. Inoltre non dovevano essere sottratte le carte senza il relativo codice Pin in quanto non utilizzabili. Tra l’altro potevano essere utilizzate solo in ambito Regione, infatti in una trasferta in Toscana non sono riusciti ad effettuare il prelievo. Nel corso delle loro scorribande non disdegnavano di forzare anche qualche autovettura parcheggiata vicino agli ospedali. Ne è stato accertato un caso nel quale, dopo aver forzato una Fiat Panda, si sono impossessati della borsetta custodita all’interno e hanno effettuato invano vari tentativi di prelievo con il bancomat della proprietaria dell’utilitaria.

L’attività d’indagine è stata coordinata dalla Dott.ssa Molinari della Procura di Ivrea e le nove misure cautelari sono state emesse dal GIP, Dott.ssa Cugge.