Milano (Lombardia) 11 settembre 2015

Cibo di guerra 5° Rapporto Caritas sui conflitti dimenticati

Oggi a Expo, in una due giorni di approfondimenti, iniziata oggi 11 settembre, è stato presentato il quinto Rapporto sui conflitti dimenticati, curato da Caritas Italiana con Famiglia Cristiana e Il Regno ed edito da Il Mulino, in cui si indaga in modo specifico il reciproco condizionamento tra guerre e beni alimentari. Il rapporto è stato presentato in un incontro che ha visto la partecipazione del direttore della Caritas italiana, don Francesco Soddu, del direttore di Famiglia Cristiana don Antonio Sciortino, del direttore de Il Regno Gianfranco Brunelli e del cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente della Caritas Italiana.
Un dato di fatto è che nel mondo stanno aumentando le guerre: nel 2014 sono stati contati 424 conflitti, un aumento del 9,3% rispetto ai 388 del 2011. I dati del rapporto indicano, poi, che le vittime degli attacchi terroristici jihadisti, soprattutto in Iraq, Siria, Afghanistan, Pakistan e Nigeria sono passate da 21 mila a 38 mila l’anno negli ultimi quindici anni. Dal 2010 al 2014 si è riscontrato un aumento della corsa agli armamenti, un settore immune dalla crisi; i maggiori esportatori di armi sono gli Stati Uniti e la Russia, che da soli coprono il 58% del mercato. Soprattutto l’11 settembre 2011, l’attacco terroristico alle Twin Towers del World Trade Center di New York, ha generato una nuova crescita delle spese militari nel mondo. Di fronte ad un tale scenario, non ci si deve stupire del fenomeno dei flussi migratori. L’attacco alle Twin Towers ha reso solo evidente ciò che già c’era, le nuove e drammatiche contrapposizioni di interessi nel mondo, come le parole del cardinale Montenegro sottolineano nella loro netta denuncia: “Quel modello di sviluppo che sembrava vincente alla fine dello scorso millennio ha prodotto crescenti differenze tra ricchi e poveri, una corsa all’accaparramento delle risorse e una situazione di conflitti diffusi”. Il rapporto della Caritas rappresenta una riflessione della Chiesa sul proprio impegno sui temi in esso affrontati “in un tempo complesso e drammatico per affermare la necessità di una nuova giustizia per gli uomini e di un nuovo umanesimo”.
La seconda parte del rapporto è dedicata all’analisi del “nuovo scenario liquido” dell’informazione, cioè l’informazione veicolata dai social network, in particolare all’uso dei video di guerra nei canali tematici di alcune testate giornalistiche internazionali, come Cnn, Al Jazeera, Russia Today, Vice News, su Youtube, dove le notizie sulle guerre rappresentano e superano il 50% di tutte le notizie video trasmesse. “Si avverte – sottolinea il rapporto – un forte bisogno di contestualizzazione e mediazione giornalistica. L’utente che arriva su Youtube attraverso un social network spesso non si chiede su quale canale è arrivato, quale sia la sua agenda politica o da chi è finanziato. Preme play, commenta e condivide senza farsi troppe domande”.
Ma un ulteriore dato è utile ricordare, registrato nei centri d’ascolto della Caritas in 50 diocesi da ottobre 2014 a marzo 2015, intervistando le persone in fuga da guerre. Il 49,2% ha lasciato il proprio paese nel 2014 e nei primi mesi del 2015, il 71,9% non supera i 34 anni, il 33% vive in istituti o comunità di accoglienza ed il 20% ha con sé la famiglia. I conflitti da cui sono fuggiti: in Libia (20%), in Nigeria (12,1%), in Ucraina (9,1%), in Gambia (7,1%). I maggiori bisogni segnalati: aiuti materiali (34,1%), l’abitazione (39,9%).
Significativo, dunque, l’invito del Rapporto “a stringere legami di cooperazione e solidarietà internazionale, aperti all’accoglienza di nuove ondate di profughi, anch’essi ‘cibo di guerra’ strumentalizzati per fare pressione a distanza su leader miopi e opinioni pubbliche labili e manipolate”.