San Gimignano (Toscana) 30 ottobre 2015

Cosa è rimasto dell’esperienza sensoriale?

Diversi cittadini si sono rivolti a SangiPRESS/Ex-Libris, per chiedere cosa stesse avvenendo nel giardino della Galleria d’arte moderna e contemporanea, nonché Spezieria di Santa Fina, in considerazione che alcuni mesi fa, esattamente a maggio, proprio il nostro periodico si era occupato dell’inaugurazione ufficiale della nuova sistemazione dell’ Orto di Santa Fina con l’allestimento (fioriere, sedie, tavole e panche) dell’architetto Gianni Cinali di Opera Laboratori Fiorentini, per esperienze anche sensoriali. (Nella foto grande come era l’Orto il giorno dell’inaugurazione, e come è oggi, nelle due piccole ndr). L’unica risposta ufficiale ricevuta, per avere informazioni in merito, da un assessore del Comune di San Gimignano, è stata chiarissima e laconica: “Il Comune non c’entra niente!”.

Oggi, il gruppo consiliare San Gimignano 5 Stelle si è rivolto a noi, inviando un lunghissimo documento, dove sembra che tutto non sia così facilissimo da capire. Lo pubblichiamo integralmente, non entrando nella forte polemica fra maggioranza e opposizione, perché i cittadini, che contano sempre meno, e che sono stanchi di essere “cercati” solo in campagna elettorale, possano farsi delle idee personali.

Il gruppo del pentapartito afferma – e se ne assume tutte le responsabilità – che, da un articolo apparso oggi, 30 ottobre, su un quotidiano, “veniamo informati in pompa magna dal nostro primo cittadino (il sindaco Giacomo Bassi ndr) di fantastiche scoperte archeologiche effettuate presso il giardino della Biblioteca Comunale durante l’installazione dell’opera dell’artista brasiliano Cildo Maireles.
Veniamo così a sapere che avranno luogo scavi archeologici per accertare la portata dei rinvenimenti.
Bellissima notizia!
Peccato che questa storia, in realtà bruttissima ed emblematica della pessima gestione di una città delicata e complessa come San Gimignano, abbia avuto uno svolgimento esattamente contrario di quanto narrato dal Sindaco.
Il meetup San Gimignano 5s, come spesso è solito fare, ha deciso di approfondire gli accertamenti in merito alla vicenda, prima di intraprendere ogni ulteriore azione, ed è per questo che solo adesso torniamo ad affrontare l’argomento.
L’uscita del Sindaco ci costringerà a essere più lunghi del previsto.
In sintesi i fatti assodati:
lunedì pomeriggio gli attivisti e i portavoce del Movimento 5s di San Gimignano sono stati informati di scavi (a ruspa) di vasta portata presso il cantiere aperto nel giardino della Biblioteca e del Museo Archeologico, le segnalazioni erano accompagnate da domande piuttosto circostanziate.
Verificata l’esistenza del cantiere del quale non conoscevamo lo scopo, oltre ad altre situazioni di forte criticità che emergevano dall’impatto di quanto si stava realizzando (consistente nell’impianto di 5 plinti di cemento armato in un piccolo appezzamento di terreno, nel cuore di San Gimignano e compreso tra le mura di cinta duecentesche e un convento del Trecento) e considerata anche l’urgenza, abbiamo deciso di utilizzare lo strumento appositamente pensato allo scopo, ossia l’interrogazione in Consiglio, il testo della quale alleghiamo di seguito.
Il pomeriggio dopo il Consiglio abbiamo effettuato di conseguenza la prime verifiche presso le Soprintendenze, dalle quali è emerso che almeno la Soprintendenza Archeologica, ovviamente diretta interessata quando si scava, non risultava informata dei fatti se non da recentissime e interlocutorie comunicazioni e che non era a conoscenza del fatto che si stesse scavando, per di più nel giardino del Museo Archeologico, che però nella promozione dell’evento contemporaneo era stato prontamente ribattezzato Giardino della Galleria d’Arte Contemporanea. Allo stesso tempo abbiamo documentato fotograficamente gli scavi del giardino, verificando che, a fronte dell’esecuzione di buona parte dei lavori di movimento terra, non era in essere neppure la più banale forma di controllo archeologico, dato che ovviamente le custodi del museo, anche professionalmente preparate, svolgevano esclusivamente il loro consueto lavoro.
Durante quello stesso pomeriggio, ovviamente anche considerando i problemi posti dalla nostra interrogazione, l’Ufficio Tecnico del Comune, decideva, in totale autonomia, di sospendere i lavori, a quanto ci consta per accertamenti circa l’iter autorizzativo. D’altronde le immagini degli scavi circolavano già in FB, postate da cittadini che avevano documentato i lavori.
Il giorno dopo il consiglio, a seguito del sopralluogo del funzionario della Soprintendenza Archeologica, veniva confermato l’arresto dei lavori.
Risultati di tutto questo capolavoro di improvvisazione, oltretutto condotto in perfetta solitudine dall’assessorato alla cultura e senza alcun coinvolgimento dei cittadini:
1) Pessimo servizio reso a un artista di fama internazionale come il Maestro Cildo Meireles, al quale ci sentiamo di chiedere scusa per il pastrocchio orchestrato da questa amministrazione;
2) Giardino della Biblioteca devastato (con possibili danni collaterali al deposito archeologico);
3) Cantiere sospeso a ridosso dell’inaugurazione dell’iniziativa;
4) Operai a casa.
Grandi Assenti:
1) La conoscenza delle procedure più elementari, specialmente in materia di tutela;
2) Il Dirigente del settore Cultura che ama fregiarsi anche del titolo di Direttore dei Musei, che non ha proferito un verbo in merito al rischio di un intervento di questo impatto nel giardino del museo da lui diretto, dove si espongono gli stessi reperti da sempre reperibili già in superficie nel giardino.
Lui, a fine mese, percepirà regolarmente il suo lauto stipendio, gli operai a casa no.
Ha davvero di che rallegrarsi il Sindaco, in mezzo a un disastro di questa portata, e la sua mistificazione dei fatti rivela l’indole di un bambino che, colto con le mani nella marmellata, annuncia che stava iniziando a preparare un dolce.
Davvero una bruttissima storia, ossia quando l’arte annichilisce l’arte.
QUI DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE DELLA NOSTRA INTERROGAZIONE.
COSIDERATE
le numerose segnalazioni dei cittadini pervenute negli ultimi giorni al gruppo consiliare San Gimignano 5 Stelle a seguito dell’inizio di lavori di scavo presso il giardino del Conservatorio di santa Chiara.
VERIFICATA
l’effettiva esistenza del cantiere segnalato e la realizzazione di vaste, numerose (almeno cinque) e profonde fosse di fondazione all’interno del medesimo giardino, dove stanno operando almeno due mezzi meccanici.
VERIFICATO INOLTRE CHE
tale intervento è finalizzato al trasferimento dall’Orto dei Pecci di Siena dell’opera di Cildo Meireles “Viagem au centro do cielo e da terra” e al riallestimento della medesima presso il giardino della biblioteca, recentemente denominato “giardino della Galleria de Grada”.
PRESO ATTO CHE
tale opera faceva parte di uno specifico progetto pensato per Siena, e precisamente per l’Orto dei Pecci dove la scala dell’artista brasiliano gareggiava con la verticalità della torre del Mangia senza tuttavia entrare in contrasto con il profilo della città e con la sua architettura storica, data la profondità della vallata ove la stessa era stata installata.
RICHIAMATA
la storia del luogo, ossia quella di un convento esistente fin dal XIV secolo, nonché la nota presenza, proprio nel giardino, di notevole quantità di materiale ceramico anche evidenziata dalla frequenza di rinvenimenti superficiali di maioliche databili dal XV al XVII secolo
SI INTERROGA IL SINDACO E LA GIUNTA
– Come si sia giunti alla decisione di trasferire un’opera di queste dimensioni dal luogo per il quale era stata pensata, evidentemente più consono alla sua installazione, presso un altro, completamente avulso dai significati strettamente connessi all’essenza senese veicolati dall’opera e per di più, delicatissimo dal punto di vista archeologico e potenzialmente inadeguato sotto il profilo dell’impatto sull’immagine di San Gimignano;
– Come si sia potuto decidere di devastare un giardino mal tenuto, ma ben conservato nella struttura delle aiuole ancora perfettamente leggibile, e per di più, da considerarsi un potenziale deposito archeologico;
– Quali autorizzazioni sono state richieste alle competenti Soprintendenze, con particolare riguardo a quella Archeologica per la Toscana vista la portata e l’entità degli scavi e, in caso affermativo, se sia prevista la presenza di archeologi professionisti sul cantiere;
– Se non si ritenga abnorme l’impatto derivante dall’installazione di cinque grandi plinti di cemento, indispensabili per l’ancoraggio dell’opera, in un luogo tanto prezioso e delicato, soprattutto in virtù della temporaneità dell’installazione, almeno a quanto riferito dall’assessore;
– Di chi sia la proprietà dell’opera visti i rimbalzi da una città all’altra, da una destinazione all’altra della medesima;
– A quanto ammontino i costi di trasferimenti e di riallestimento dell’opera in oggetto;
– Se la valutazione che ha condotto il progetto “Fenice Contemporanea” a vincere il bando “riapre il Pecci, riparte il contemporaneo in Toscana – Cantiere Toscana Contemporanea”, ha tenuto conto anche dell’impatto di operazioni come questa;
– Come sia possibile che la Fondazione Monte dei Paschi, puntualmente in perdita anche quest’anno, trovi ancora lo spazio economico per finanziare operazioni come questa, calate dall’alto e totalmente incuranti della storia che le ha precedute, fino a risultare paradossali, quando, come in questo caso, condotte negli spazi di pertinenza di un museo archeologico, che espone reperti ceramici post classici simili a quelli che emergono in frammenti dal contiguo giardino;
– Se non si ritenga almeno singolare che fra gli sponsor compaia, in un “intreccio virtuoso”, l’associazione sangimignanese Culture Attive, a suo tempo ricorderete fondata e presieduta dall’attuale assessore alla cultura contemporanea che, in questo caso destina proprie risorse, almeno in parte derivanti dai finanziamenti comunali, a un progetto del medesimo comune che immaginiamo pensato e strenuamente sostenuto dal medesimo assessore;
– Come mai non si sia ritenuto irrinunciabile il confronto con i cittadini per decidere in merito alla realizzazione di un’operazione come questa, soprattutto a seguito delle discussioni avvenute anche sui social network lo scorso inverno riguardo a questo tema specifico, e lasciando così ancora una volta che la decisione relativa al compimento del progetto e al luogo di installazione risultasse calata dall’alto;
– Se non si ritenga inopportuna (per non dire palesemente conflittuale) col ruolo attualmente ricoperto, la posizione dell’assessore alla cultura, ex presidente dell’associazione che oggi risulta sponsor del progetto e coniuge di uno dei titolari della laboriosissima Galleria Continua, stavolta semplice collaboratrice dell’iniziativa che però tende a revitalizzare un’opera promossa, a suo tempo e in altro progetto senese, puntualmente finanziato con soldi pubblici, guarda caso dalla medesima galleria”.