Cunardo (Lombardia) 22 febbraio 2015

CRISTIAN CASILI – XYLELLA – IL SALENTO INVASO DA PESTICIDI

Xylella: rischio sanitario per i salentini esposti agli agrofarmaci e danno d’immagine senza precedenti.

L’utilizzo di fitofarmaci per il contenimento del vettore, Philaenus spumarius, non apporterà alcun beneficio alla regressione della presunta infezione di Xylella fastidiosa. I dati californiani e le diverse esperienze internazionali sul batterio non sono bastati a far desistere gli scienziati di casa nostra nell’ attuare un devastante piano di controllo degli insetti vettori. Gli agrofarmaci che a breve (maggio-luglio) saranno distribuiti su oliveti, macchia mediterranea, pascoli, canali, frutteti, e erbe spontanee di ogni genere causeranno un danno ecologico, sanitario e di immagine per il nostro territorio senza precedenti. E’ pura follia pensare di trattare chimicamente 95.000 ettari di ulivo con una polverizzazione della dimensione economica aziendale che non consentirà a molti piccoli e piccolissimi produttori di acquistare i costosi fitofarmaci. Non solo, gli stessi produttori da anni senza reddito, in caso di inadempienza, verranno multati e costretti all’ utilizzo forzato dei prodotti chimici. L’EFSA, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, che a svolto importantissimi studi sui residui di pesticidi negli alimenti ha fatto emergere dati preoccupanti per la nostra salute, pertanto si deve prendere atto dell’impatto all’ esposizione dei pesticidi che si perpetrerà nel Salento. L’utilizzo di neonicotinoidi insieme ad altre molecole abbatterà le popolazioni di impollinatori (api e bombi) cagionando un danno agronomico ed economico per le popolazioni salentine poiché grazie a quegli insetti è possibile la produzione di ortofrutta che necessita di impollinazione entomofila. Senza poi dimenticare l’abbattimento di milioni di insetti utili ed antagonisti di quelli nocivi nel perfetto gioco degli equilibri ecologici. E’ indispensabile ricordare che la situazione fitosanitaria dei nostri ulivi, a prescindere da Xylella, è già preoccupante da diversi anni a causa di turpi mutilazioni a seguito di potature e capitozzature, al mancato trattamento di carie a carico del legno, al mancato intervento di lavorazioni meccaniche come le arature sostituite da tonnellate di glifosate (roundup/monsanto) che hanno ridotto in lastre anossiche ed impermeabili i nostri suoli, depauperando sostanza organica che richiede anni prima di formarsi. Le aziende biologiche, quelle sane, subiranno con ogni probabilità la revoca delle certificazioni e un danno economico che si preannuncia irrecuperabile. La politica naturalmente non si interroga sui costi/benefici che i nostri produttori e i cittadini sosterranno a causa di queste scellerate scelte a cui Siletti, commissario straordinario per l’emergenza, nulla potrà fare in quanto semplice esecutore delle misure imposte da Bruxelles. Occorre quindi essere uniti per riportare nel solco del buon senso chi oggi mette a rischio la biodiversità locale e la salute pubblica. Rincorrere una sputacchina polifaga e ubiquitaria è come mettere la testa nella sabbia per nascondere le responsabilità che hanno portato all’ abbandono della coltivazione dei nostri ulivi. Le alternative agronomiche per recuperare il nostro patrimonio olivetato ci sono e non apportano nessun rischio.