Roma (Lazio) 22 febbraio 2018

“DÜRER E IL RINASCIMENTO

“DÜRER E IL RINASCIMENTO tra Germania e Italia”. Tutto il genio di Albrecht Dürer a Milano. (Carlo Marino)

Pitture, disegni e stampe grafiche del maestro del Rinascimento tedesco e di alcuni tra i più importanti artisti tedeschi e italiani suoi contemporanei sono esposti al Palazzo Reale di Milano dal 21 febbraio al 24 giugno 2018.
Albrecht Dürer (1471-1528) rappresenta l’apoteosi del Rinascimento tedesco e le opere che portano il suo monogramma AD sono presenti in questa importante mostra di Milano attraverso un sostanzioso spoglio di opere, di cui 12 olii. Complessivamente 130 capolavori dell’apice del Rinascimento teutonico nel suo momento di massima apertura verso l’Europa, sia al Sud (soprattutto Italia settentrionale, Veneto e Lombardia) sia al Nord (Paesi Bassi).
La Mostra è dedicata sia all’artista di Norimberga che all’affascinante scenario delle relazioni artistiche tra nord e sud Europa tra la fine del Quattro e l’inizio del Cinquecento. Diventa così possibile avvicinarsi al dibattito religioso e spirituale come substrato culturale delle opere di Dürer, al suo rapporto con la committenza attraverso l’analisi della ritrattistica, dei soggetti mitologici, delle pale d’altare. La sua visione della natura e dell’arte tra Classicismo e Anticlassicismo, la sua figura di uomo e le sue ambizioni d’artista sono tutte tematiche messe in risalto dalla mostra curata da Bernard Aikema con la collaborazione di Andrew John Martin e che si articola per sezioni tematiche. Si comincia con l’autore e il suo rapporto con Venezia e l’Italia. A partire dal 1490, Dürer infatti si misurò con le varie teorie artistiche recepite in Italia, elaborando le diverse idee sull’imitazione della natura e dell’arte sul piano teorico, con trattati sulla proporzione, sulla prospettiva e altro, e con la pratica artistica. Con tali attività, Dürer si posizionava nell’assoluta avanguardia artistica e intellettuale dei suoi tempi.
L’artista di Norimberga rappresenta nei suoi capolavori l’esempio più riuscito di un momento di massima apertura culturale, caratterizzata dalla grande diffusione di nuove idee filosofiche e dallo sviluppo di cambi di paradigma senza confine, men che meno geografico.