Una serie di comunicati fasulli da parte dell’amministratore unico Roberto Maviglia, ora indagato per falsa testimonianza, ha fatto perdere tempo inutile agli obbligazionisti tra cui organizzare un censimento al di fuori di ogni razionalità.
Nei giorni successivi la scoperta del crack Deiulemar, è iniziato una serie di 22 comunicati rivolti agli obbligazionisti della Deiulemar, fino a pochi giorni prima della dichiarazione del fallimento della DCN.
Comunicati a cui gli obbligazionisti hanno dovuto sottostare per la paura di mettere a rischio ancor di più il capitale investito e non ci sono stati Avvocati o Magistrati che si sono opposti alla messa in opera di una gigantesca farsa che oltre a non servire a niente , ha offeso ancor di più la dignità degli obbligazionisti.
Alcuni di questi comunicati contengono note che se fossero state messe in risalto ed in considerazione al momento opportuno avrebbe potuto evitare due anni di treatalità di processi che hanno offeso la giustizia italiana tra rinvii, difetti di forma, ricusazione giudice, passaggi di sede, etc.
Cosicché ci sono stati i primi comunicati di R.Maviglia, a.d. che ha sostituito M.Iuliano, che tutti i componenti delle famiglie mettevano a disposizione 25 milioni di euro , totale 75 milioni di beni vari, disponibili solo su accettazione di concordato. Qui, non è importante la quantità messa a disposizione ma la modalità , che nessun esponente tra avvocati e magistrati, ha saputo dichiarare per iscritto che si era in presenza di una Società di Fatto senza accertarne l’esistenza dopo due anni di udienze e rinvii. Bisognava rendere subito valida l’esistenza di una società di fatto tra le famiglie degli armatori.
Altra offesa subita dagli obbligazionisti è stata quella di sottostare ad un censimento delle obbligazioni voluto dalla società Deiulemar ovvero paradossalmente, gente indagata detta le linee guida e nessun legale si è opposto a tale operazione; adesso, dopo due anni, abbiamo saputo che i dati usciti dal censimento erano già a conoscenza della società poiché li tenevano sempre aggiornati.
Il censimento emette la sua sentenza e spara fuori un debito obbligazionario di 684 milioni di euro.
I successivi comunicati e le proposte di offerte messe a disposizione dalla Deiulemar per uscirne sono improponibili e nessun obbligazionista accetta l’elemosina dai propri soldi.
Tutte e tre le famiglie caine, abituate ai 7 vizi capitali, volevano salvarsi preservandosi il grosso della truffa ed evitare il fallimento e conseguente condanna penale, con un concordato, il quale è diventato un boomerang nei loro confronti per la decisione della procura di Napoli dell’esistenza e quindi fallimento della Società di Fatto proprio perché hanno agito come i 3 Moschettieri – Tutti x Uno e Uno x Tutti.
La condanna penale della Procura di Roma, ha certamente dato un input di sblocco di tutte le udienze con giudizio sospeso, per cui si è avuto la sospensione del dissequestro dei beni riconducibili agli armatori fino alla prossima udienza del 27 agosto 2014 presso Tribunale delle imprese di Napoli.
Al momento rimane in sospeso la chiusura del passivo prevista per il 30 Ottobre 2014 e il ricorso avverso alla sentenza di patteggiamento di L. Lembo per il 17 Settembre 2014.
Dei primi mesi del crac e fino al fallimento e alla morte di Iuliano rimangono dei dubbi:
che fine hanno fatto tutti i soldi contanti prelevati illegittimamente dagli obbligazionisti il mese di Gennaio 2012 ??? ……………..dicono che le ville sono svuotate , che fine hanno fatto tutti gli arredamenti di valore delle ville e i gioielli se sono stati recuperati???……………Una domanda che tutti si sono posti e solo chi doveva pensarci in tempo non ha provveduto: Come è morto il Capitano M. Iuliano? , e perché tanta fretta di cremarlo? Ai Posteri l’ardua sentenza o qualcuno potrebbe chiarire cosa è successo?