Erto E Casso (Friuli-Venezia Giulia) 12 settembre 2015

Diga del Vajont posa della targa commemorativa chiesetta

Un prezioso strumento offerto al turista. La posa di un pannello scritto in inglese e in italiano, che ricorda la vecchia chiesetta di San Antonio, che sorgeva accanto al ponte del Colomber sulla forra del torrente Vajont, prima della costruzione della diga.
L’antica chiesa, dedicata a Sant’Antonio da Padova, alla fine degli anni ’50 con il completamento della diga, sarebbe stata sommersa dal lago, così nel 1958 fu dato incarico allo studio tecnico dell’ingegnere bellunese, Vincenzo Barcelloni Corte di procedere ad un graduale smantellamento, e recupero delle opere architettoniche di pregio per una successiva ricostruzione in un punto più alto.
La tragedia del 9 ottobre 63, cancellò i pezzi recuperati della vecchia chiesa, ma nel 1967, l’Enel diede nuovamente l’incarico a Barcelloni Corte di progettare l’attuale chiesa, sempre dedicata a Sant’Antonio e a tutte le vittime.
La moderna forma è poco usuale, dove le linee rette risultano praticamente bandite, rispettando anche i nuovi canoni voluti dal Concilio Vaticano II, con all’interno un bassorilievo del Cristo Risorto di Franco Fiabane e all’esterno la statua di Sant’Antonio con lo sguardo rivolto al cielo.

L’iniziativa della targa è stata voluta dall’amministrazione comunale di Erto e Casso, dal Parco delle Dolomiti Friulane e da Enel, su proposta di Luigi Rivis, uno dei responsabili degli impianti idraulici del Vajont al servizio di Sade ed Enel prima e dopo il 1963.

Alla cerimonia di inaugurazione della targa erano presenti i tre sindaci dei comuni del Vajont: Luciano Pezzin di Erto, Roberto Padrin di Longarone e Felice Manarin di Vajont, il deputato Roger De Menech, Luigi Rivis, Francesco Benardi responsabile Enel Hydro Veneto e Davide Capponi, che ha seguito in prima persona il progetto della targa.
Non è voluto mancare anche Vincenzo Barcelloni Corte che ha ricordato anche la figura dell’artista Fiabane a pochi giorni dalla sua scomparsa.