Oggi, nei locali pubblici di Brembio, è stato distribuito il testo dell’intervento del sindaco Giancarlo Rando alla commemorazione del 4 Novembre, che si è tenuta domenica scorsa con il tradizionale corteo per le vie del paese, destinazione la Cappella dei Caduti presso il cimitero. Ne traggo qualche stralcio dei più significativi.
Dopo i ringraziamenti di rito ai convenuti ed alle associazioni che hanno contribuito all’organizzazione dell’evento, il sindaco ha inteso opportuno premettere che il costo della manifestazione è stato interamente sostenuto da alcune associazioni e da privati cittadini promettendo a giorni un puntuale resoconto. Cosa che è stata fatta con il volantino distribuito oggi. Così leggiamo che le Acli hanno partecipato alle spese con 100 euro; la locale sezione ANCR ha provveduto all’offerta alla Parrocchia per la S. Messa e ai vasi di fiori per ornare la Cappella; le Grafiche Astra, di cui è titolare lo stesso sindaco, hanno offerto la stampa dei manifesti; il Comitato del Gemellaggio (con il comune francese di St. Christo) ha offerto la corona d’alloro, che è stata deposta; la Pro Loco ha fornito le bandiere; la locale sezione Avis ha devoluto la somma di 50 euro; il Supermercato Di Meglio ha offerto il rinfresco ai partecipanti al termine della manifestazione. Inoltre è stato dato all’Associazione Nazionale Marinai d’Italia un contributo di 150 euro. Una novità questa in omaggio alla trasparenza che il sindaco ha inteso imporre dall’inizio del mandato e che, va detto, contraddistingue la sua amministrazione dalla precedente, seppure dello stesso partito.
Dopo aver ricordato la ecatombe di caduti che in termini di vite umane è costata la Grande Guerra e la partecipazione dell’Italia a partire dal 1915, il sindaco ha indugiato su ricordi personali: “Ho iniziato molto presto a frequentare il cimitero, essendo rimasto orfano di padre all’età di sei anni e col nonno, alpino, era d’obbligo una visita alla Cappella dei Caduti. Qui riposano tanti miei amici morti in guerra e tanti sono ancora dispersi – mi diceva, – ricordati sempre di loro anche quando sarai diventato grande”. E ancora: “Una sera, nel raccontarmi la sua rocambolesca fuga dalla prigionia, prese da un cassetto della credenza un’armonica a bocca. Tieni – mi disse, – questa apparteneva ad un mio amico alpino che durante la fuga non ce l’ha fatta, e lo abbiamo sepolto nella neve lassù in montagna, impara a suonarla. Ho promesso e mantenuto”.
Ha ricordato quindi che ai tempi della sua infanzia i cortei erano molto partecipati: “Sfilava un corteo di circa 500 persone, composto e silenzioso e quando la banda attaccava un inno patriottico vedevi qualche mano che estraeva dalla tasca un fazzoletto per asciugare una lacrima”. Non così oggi, si può osservare, quando, tolta la banda e la sparuta rappresentanza delle scuole non si arriva ad una cinquantina di persone. Un segno che molta acqua sotto i ponti è passata anche da queste parti dove il sacrificio di sangue della popolazione coontadina di allora per una guerra assurda è stato ingente.
Venendo all’oggi ha osservato che “in un certo senso siamo già in una terza guerra mondiale, dove i nemici sono diversi: crisi (anche di valori), corruzione, burocrazia, egoismo”, i quali “creano mancanza di lavoro e di prospettive di futuro e di speranza” soprattutto nei giovani “feriti nella loro dignità, seppur con un titolo di studio in tasca”.
Non è mancato un monito a Renzi: “Ascolta pure il mondo della finanza e della grande imprenditoria, ma non puoi dimenticare il mondo delle piccole e medie imprese, i lavoratori e le loro rappresentanze sindacali”. Parola di un sindaco del Partito Democratico.
[Nella foto il sindaco Rando durante una iniziativa scolastica sul tricolore]
Distribuito il testo della commemorazione del 4 Novembre
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