Il termine “glitch” è usato in elettrotecnica per indicare un picco breve ed improvviso in una forma d’onda, causato da un errore non prevedibile. Per estensione è usato per indicare un breve difetto del sistema in vari campi di applicazione dell’elettronica.
Il nuovo ciclo di opere di Simone Morana Cyla si ispira proprio a questo termine creando una specie di mondo parallelo all’interno di questi “errori”.
Nel primo quadro “Into the Glitch” veniamo in qualche modo accompagnati all’inizio di questo percorso ed introdotti dentro ad un sistema che appare diviso in due parti molto differenti fra di loro, con al centro una enorme figura umana di pietra seduta su una sfera luminosa.
Spettacolare l’effetto scenico che rappresenta in modo perfetto questo mondo affascinante, coloratissimo e distorto.
Nella seconda opera “The Loneliness Symphony” c’è un momento di riflessione e di incupimento che scuote e colpisce lo spettatore anche per merito di questa immagine principale così imponente nella quale è costruita una enigmatica stanza che appare quasi come una via di fuga da questo “bad trip”.
L’ultima composizione “Virtual Equality” appare sicuramente come la più misteriosa e densa di significato delle tre proposte, poichè questa “uguaglianza virtuale” potrebbe celare in sè un discorso davvero ampio su temi forti legati ad amori dello stesso sesso. Sembra che l’artista qui voglia denunciare con forza l’omofobia ed il razzismo.
Opera stupenda e coraggiosa.
Mi è piaciuto molto questo viaggio onirico dai colori aciduli e saturati e questi differenti scenari psichedelici sono altamente ispirati e ti immergono completamente in un vasto e potente universo parallelo.
Adesso però è ora di scappare.
Escape from the Glitch.
Fabrizio Lodovichi