Roccella Ionica (Calabria) 22 maggio 2014

EVA E LE SUE FIGLIE CALABRESI…….

La donna calabrese, in passato, nella famiglia ha avuto un ruolo dominante, un ruolo di matriarcato, ma anche di grande lavoratrice…,,,,,Le donne calabresi nutrono un forte attaccamento alla famiglia,,,,,,,e per essa , nei casi di necessità lavoravano:nei campi,sarchiavano il terreno, seminavano, raccoglievano… gli ortaggi,erano raccoglitrici di olive,di arance , nel periodo estivo lungo la riviera dei gelsomini coglievano i profumati fiori bianchi per l’essenza di profumi,,,,,,,,,,,,i fiori valicavano i confini italiani,,,,,,,,,,,,,,,Le figlie calabresi di Eva non si dedicavano solo alla campagna, non tutte erano amanti dei lavori campestri , c’erano quelle che ” all’opre femminili intente” con questo mio articolo voglio rendere omaggio alle donne che svolgevano lavori di tessitura,,,,,,,,,,,,La Calabria un tempo era ricca di fibre tessili , quali lino, in misura minore cotone, e la profumata ginestra che orna di giallo le nostre colline, ma un tempo era raccolta per trarne fibre tessili.Si produceva la seta dal bombix (baco da seta),,,,,,,,la lana dalle pecore………..Non mi soffermo a descrivere la lavorazione dei prodotti.I prodotti citati una volta lavorati ,ricavati dopo un estenuante lavoro , erano trasformati in filati, pronti per la tessitura. La tessitura alle calabresi glie di Eva e’ stata tramandata dalle donne della Magna Grecia. Penelope la fedele moglie di odisseo, secondo Omero, salvò il suo onore e decoro di donna, tessendo la famosa tela. Le donne calabresi contribuivano al decoro della famiglia , per sfamare i figli, per allevarli. I mariti, quando, andavano in cerca di fortuna nelle terre straniere, alcuni rimanevano legati alla famiglia, altri costruivano nuovi nidi, abbandonando quella d’origine …..Allora le donne si rimboccavano le maniche e mettevano in pratica la loro arte ,però non era per tutte così…..I casi erano diversi. Le tessitrici ,scrivo il nome di una , per rappresentarle tutte Caterina Capocasale di Roccella, pullulavano in tutta la Calabria. Ogni paese calabrese aveva il suo numero di tessitrici in base ala numero di abitanti…………Lavoravano come già detto per contribuire al mantenimento della famiglia, per preparare la dote alle figlie femmine, “figgjia in fassa doti in cascia” “figlia in fascia dote in cassa” preparavano la dote alle figlie fin da piccole,,per nipoti e pronipoti come la su citata tessitrice……….C’erano tessitrici ingaggiate da famiglie ricche, salariate finchè non portavano a termine la dote delle ragazze di casa,,,,,,,,,,Le famiglie ricche preparavano una dote consistente,,,,,,,,,,,Paesi e ne cito alcuni Caulonia, San Nicola di Caulonia, Riace, Roccella . Gioiosa Ionica , Gerace e cosi via erano paesi dove l’artigianato tessile era fiorente ,fino a dieci anni fa esisteva qualche tessitrice poi scomparvero……………Ora in qualche mostra si fa rivivere quel passato che fu, come una rarità , come un prodotto da museo……….Era un lavoro faticoso,però permetteva di stare insieme , di socializzare, di scambiarsi opinioni sui lavori,,,,,,,,,,,Erano delle artiste, a pensare che molte di loro erano analfabete ,eppure sapevano fa di conto , sapevano contattare e contrattare,,,,,,,,,,,,,Molti erano i nomi dei disegni sulle coperte,che derivavano sia dalle lavorazioni greche sia arabe,,,,,,,,,,,esempio “rosa ‘ncurunata” ” rosa coronata (araba)” “spiga (greca)” Si racconta che in un paese viveva una tessitrice che amava tessere e creare lavori di fantasia sulla base di quelli che conosceva, sapeva leggere e scrivere , e descriveva i lavori che creava. Era talmente appassionata che la chiamavano ” ATRAVAGGHJIATURA” dal francese travaille…………Oltre che ad eseguire: coperte , lenzuola,asciugamani , servizi da tavola ,con la ginestra sacchi ma anche biancheria per i poveri, si eseguivano le famose pezzare con i ritagli di stoffa………..Un lavoro scomparso ma i manufatti, gli eredi li conservano come reliquie….Una tessitrice di Caulonia ha eseguito dei lavori sulle coperte creando un mix di disegni, queste coperte si trovano in AUSTRALIA conservate dalla nipote………Altre coperte con un disegno particolare si trovano a Trento ….proprietà della nipote di una tessitrice…..I capolavori delle tessitrici calabresi sono sparsi in tanti paesi europei, oltreoceano, ed in Italia Si conservano per ricordare chi ha lavorato, si conservano perchè nessuno li lavora più……………E’ un onore ricordare le tessitrici calabresi, e’ un onore ricordare un lavoro scomparso, ma un tempo fonte di guadagno……. .E’ un peccato……… ma i manufatti rendono onore alle tessitrici calabresi