Agrigento (Sicilia) 29 novembre 2017

FABI. XII° Congresso Agrigento, riconfermato Bongiovì

Si è celebrato stamani a Porto Empedocle il XII° congresso della FABI di Agrigento.
Diritti da difendere e aspetti occupazionali da salvaguardare.
Su questi punti Camillo Bongiovì, Segretario Coordinatore della FABI di Agrigento, ha richiamato l’attenzione dei delegati.
“È inammissibile che certi dirigenti e manager bancari continuino ad esercitare forti pressioni sul personale per la vendita di prodotti, contravvenendo a quanto convenuto nell’accordo stipulato dal sindacato, FABI in primis, con l’ABI” ha sostenuto Bongiovì, che ha poi continuato: “Come sindacalisti territoriali e aziendali dobbiamo impedire il persistere di tali comportamenti, dinanzi ai quali non solo non dobbiamo lasciare soli i lavoratori, che ci hanno dato la loro fiducia, ma sentiamo l’obbligo di denunciare all’opinione pubblica la pericolosità di pratiche, di cui tutti, soprattutto i clienti, hanno visto i guasti”.
Sul piano organizzativo il Coordinatore della FABI di Agrigento ha affermato che nel territorio il maggior sindacato del Credito vede continuamente crescere i consensi, “grazie alla capillare presenza nei luoghi di lavoro, alle instancabili iniziative del Segretario Generale, Lando Maria Sileoni e grazie ad un’autonomia praticata e non solo dichiarata”.
Carmelo Raffa, componente del Comitato Direttivo Centrale della FABI, confermando il trend positivo della FABI agrigentina e siciliana, ha ricordato che la storia del sindacato parte da lontano, nel 1948, ed ha sottolineato che, dalla firma del primo Contratto Nazionale ad oggi, “la FABI è sempre stata a fianco dei bancari e mai li ha lasciati soli, soprattutto nei passaggi più difficili”.
È poi toccato al Segretario Nazionale Giuseppe Milazzo incanalare il dibattito sulle questioni più politiche, che caratterizzano l’azione della FABI a livello nazionale.
“Dinanzi alla complessità dei problemi che attraversano il mondo bancario occorre avere un comportamento nuovo, reagendo velocemente ai continui cambiamenti. Per questo la FABI ha proposto un nuovo modello di banca, al fine di salvaguardare i posti di lavoro, creando nuove professionalità. L’azione del nostro sindacato si è anche concentrata sulla difesa della Categoria, ingiustamente indicata come corresponsabile delle situazioni di risparmio tradito”.
Da quest’azione sono venuti gli interventi del Governo “per salvare posti di lavoro e non i banchieri”, come certa stampa cercava di accreditare.
“La continua presenza della FABI e del Segretario Generale su tutti i grandi media ha consentito di chiarire che i bancari non sono i banchieri e che i lavoratori sono stati vittime e non complici di amministratori e manager incapaci o disonesti, che hanno portato alcuni Istituti sull’orlo del baratro”.

Una considerazione ovvia? Parrebbe di sì, ma in realtà è stato molto difficile sconfiggere luoghi comuni e convincere i clienti più arrabbiati che la FABI è dalla loro stessa parte.

Infine, Giuseppe Milazzo ha ricordato che ci aspettano ancora momenti difficili: “L’anno prossimo dovremo rinnovare il nostro Contratto Nazionale, mentre quello delle Banche di Credito Cooperativo è ancora in fase di difficile rinnovo.

“C’è, inoltre, il problema della digitalizzazione, della transizione permanente del settore, delle regole sempre più stringenti imposte dalla BCE e non solo – ha concluso – Bisogna essere preparati ed attenti, onde evitare il ripetersi di situazioni di crisi, che potrebbero rivelarsi esiziali”.

Vivace il dibattito, con domande e richieste di chiarimenti che hanno spesso interrotto i relatori
Ecco i nuovi eletti del Direttivo provinciale di Agrigento:Michele Augello, Gaspare Avona, Camillo Bongiovì, Gaspare Cavaleri, Mirella Cipolla, PierPaolo Cravotta, Cinzia D’Amico, Giuseppe Falzone, Antonino Gulli, Gerlando Parisi, Vincenzo Burgio, Domenico Salamone, Antonio Serra, Paolo Sutera,Salvatore Tedesco, Antonino Zarcone, Alfonso Scimè, Michelangelo Castiglione, Calogero Sacco, Giovanni Giardina,, Salvatore Salemi, Filippo Siracusa, Patrizia Termine, Marianna Corso, Antonino Mortellaro, Giuseppe Puccio, Francesco Urso, Maria Teresa Siracusa, Renata Lumia, Giuseppe Prato, Pietro Catalano, Francesco Della Vittoria, Giovanni Insalaco, Giuseppe Gangarossa, Maria Concetta Sciurba, Carla Basile, Giuseppe Sciplini, Roberto Calì.