Bandidos e Balentes il film sardo mette d’accordo critica e botteghino
Critici cinematografici e pubblico non hanno dubbi: “Bandidos e Balentes. Il Codice non scritto” é un piccolo prodigio della settima arte. Il lungometraggio, che sembrava essere il frutto spontaneo di una stagione cinematografica regionale in ripresa, stupisce tutti per numeri e primati a livello nazionale e internazionale, nonostante si tratti di una piccolissima auto produzione indipendente.
Con sole nove sale di proiezione nella sola Sardegna “Bandidos e Balentes” scala presto la classifica nazionale posizionandosi ben presto al venticinquesimo posto contro film con quattrocento sale nazionali di distribuzione.
Da cosa deriva il successo del film prodotto e diretto dal trentasettenne Fabio Mulas? I fattori sembrano essere molteplici, e non di secondario rilievo appare la scelta del paesaggio da parte dell’ideatore Gianluca Pirastu, l’impero silvestre di una faida governata, sedata e talvolta domata dall’elemento portante: il matriarcato barbaricino degli anni ’50.
I personaggi vivono e lottano nell’ambientazione di un imprecisato villaggio dell’entroterra ma le storie narrate nulla hanno a che vedere con la fantasia, si tratta infatti di episodi realmente accaduti.
La sceneggiatura di Antonio Pischedda tratteggia l’universo femminile nei suoi simbolismi materni e sororali, le sue dannazioni e contraddizioni. Una faida che alimenta l’incendio del giudizio comunitario nella narrazione di una scheggia di vita, un omicidio, vicenda che governa tutte le altre a venire.
Storie nelle storie sono quelle appartenenti ai protagonsti del film: tra i personaggi principali Luca Locci, che in tanti ricorderanno per il sequestro nel 1978, quando il piccolo Luca, bimbo di appena sette anni venne rapito mentre durante un soleggiato pomeriggio estivo: giocava con gli amichetti sotto casa, a Macomer.
Protagonista assoluta é invece l’attrice Katia Corda, anche lei legata a un clamoroso caso di cronaca, il naufragio della Costa Concordia nelle acque dell’Isola del Giglio. La vicenda umana di Angheledda, nella pluripremiata interpretazione della Corda, si agita e combatte accanto a un mondo femminile che fuori dalla Barbagia si trasforma. É il proclama di un mondo parallelo che cambia nell’evoluzione delle gonne che si accorciano, si stringono, scoprono il ginocchio con sempre piú audacia e sempre meno stoffa, ma certe malizie non toccano Angheledda. Schermata dalla sicurezza del fazzoletto interagisce, sfida e vive di quel clima di polvere e sangue senza mai troppe parole, men che meno di quelle della modernità.
Mulas sembra immortalare quadri d’epoca con un obiettivo che incanta e permette al pubblico di gioire e struggersi per le scelte di una comunità fatta più di differenze che di consonanze. Angheledda é raffinata creatrice di trame intense, utili a raccontare il momento storico di un’isola alienata nel silenzio granitico della macchia di Barbagia corrosa dalla disamistade mentre nel resto dell’Italia si respira il boom economico.
Tradizionale e innovativo ad un tempo, l’opera di Mulas strega persino i critici sacerdotali del Cinematografo di Gigi Marzullo. La longeva trasmissione di Rai Uno convoca regista e protagonista per discutere del piccolo capolavoro. Davanti alla critica di studio – vero spauracchio anche di registi e attori di vecchio corso – i giovani artefici del successo di “Bandidos e Balentes” fanno il pieno di encomi con un unico appunto negativo, la scarsa distribuzione.
Tengono a puntualizzare i critici che il film é richiesto anche in America, Gerusalemme, Australia e Asia ad onta di una modesta distribuzione e pubblicità. Gli errori umani che marchiano a fuoco le dinastie di “Bandidos e Balentes” non cadono mai nello spettacolo pirotecnico fine a se stesso e non passa inosservato nei circuiti che contano.
L’opera é fresca vincitrice di due grossi riconoscimenti nel giro di poche settimane. Tra i più recenti il Primo premio conquistato al “Festival of world Filmmaker Milan”il festival mondiale del cinema svoltosi in questa edizione a Milano conquistando il “Miglior Film in Lingua Straniera 2017” sbaragliando oltre 400 film e 200 delagazioni mondiali presenti al festival , Bandidos e Balentes unico film Italiano in rappresentanza nel mondo sale sul podio dei prediletti , attulamente concorre al Babel Film Festival di Cagliari , il festival delle lingue minoritarie candidato come possibile al podio al Premio Unica 2017, da ricordare anche che dopo mezzo secolo Mulas riesce a riportare in Sardegna il prestigioso titolo di Miglior Film Festival al Coral Coast Film Festival di Alghero , e altrettanti prestiggiosissimi riconoscimenti nei festival di mezzo mondo , compresi due premi della cultura a Berlino e il Pegasus D’oro della cultura negli Stati Uniti D’America. Di poche ore la conquista del Premio al Festival Mondiale del Cinema di Milano come Miglior Film in lingua straniera 2017 a ritirare il premio un emozionato Fabio Manuel Mulas in abito tradizionale sardo confezionato dalle Sartorie Tramas , accompagnato dalla Corda avvolta nello splendido scialle da sera di fattura sarda. Il film era in gara con 5 nomination .
fonte ANSA.IT
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Festival Mondiale Bandidos e Balentes il migliore al mondo
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