Barrafranca (Sicilia) 16 marzo 2017

Fiamma Tricolore contro lo SPRAR a Barrafranca (EN)

Barrafranca (EN): l’Amministrazione comunale, i centri d’accoglienza, la volontà dei cittadini

La domanda di adesione allo SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo o rifugiati), richiesta dall’Amministrazione comunale di Barrafranca (Enna), rappresenta l’ennesima dimostrazione della sordità e dell’arroganza delle istituzioni nei confronti dei cittadini. Per capire il motivo bisogna fare qualche passo indietro.

Il primo fatto da attenzionare è una corposa raccolta firme con la quale pochi anni fa la comunità barrese si era mostrata contraria all’apertura di alcuni centri di accoglienza presso strutture private nel centro storico. Tuttavia, l’accordo per la distribuzione di migranti sul territorio nazionale, raggiunto tra ministero dell’Interno ed Anci lo scorso dicembre, ha obbligato ogni comune a ritornare sulla questione, essendo previsto che la volontà di aderire allo SPRAR dev’essere manifestata entro un breve termine.

L’adesione allo SPRAR, secondo i promotori dell’accordo, comporterebbe l’interruzione dell’invio di profughi ai Comuni aderenti che abbiano raggiunto la quota del 2,5 per mille di presenze, con conseguente progressiva diminuzione sul territorio della presenza di CAS (Centri di accoglienza straordinaria, imposti dalla Prefettura competente e gestiti da un ente privato assegnatario). I Comuni, in questo modo, potranno gestire direttamente il fenomeno dell’accoglienza e usufruire di incentivi economici.

Proprio quest’ultimo aspetto ci fa capire che, dietro una proposta apparentemente vantaggiosa, si nasconde il trucco: per quanto i Comuni possano godere di un maggior controllo del flusso di immigrati, dovranno predisporre un bando per la gestione del servizio. In questo modo la speculazione sugli immigrati, uscita dalla porta dei CAS, rientra dalla finestra, con la complicità delle istituzioni. Senza dimenticare che, aderendo allo SPRAR, è vero i Comuni sono tutelati dalla “clausola di salvaguardia” che li rende esenti dall’attivazione di ulteriori forme di accoglienza, ma è vero anche che in questo modo si auto-costringono ad accogliere dei migranti.

E qui torniamo al punto di partenza, che rappresenta il vero nocciolo della questione. In occasione dell’accordo col Viminale, il presidente dell’ANCI Antonio Decaro non ha mancato di sottolineare che il programma di attuazione sarebbe stato graduale e, soprattutto, che i Comuni avrebbero dovuto aderire “su base volontaria”. Questioni di opportunità morale e politica impongono che, in questi casi, le amministrazioni comunali garantiscano un ampio coinvolgimento della popolazione, perlomeno attraverso appositi dibattiti in consiglio comunale. Invece, a Barrafranca, la giunta ha deliberato la richiesta di adesione senza che questa fosse preceduta da un dibattito in consiglio e non ha mostrato il minimo rispetto per la volontà popolare, che come abbiamo ricordato prima si era già espressa in senso opposto.

Per queste ragioni, oltre a stigmatizzare il modus operandi dell’Amministrazione barrese, sosteniamo ogni iniziativa di protesta che i cittadini porteranno avanti per opporsi all’ennesimo sopruso.

Mario Settineri
Coordinatore Regionale
Movimento Sociale Fiamma Tricolore