Trieste (Friuli-Venezia Giulia) 02 ottobre 2015

Franceschini: Porto Vecchio hub di grandi navi da crociera

In una breve trasmissione su Radio Trieste Libera, oggi 2 ottobre, il suo direttore Paolo G. Parovel è intervenuto sul tema delle grandi navi a Trieste. L’occasione di commento è il grande spazio dato dal quotidiano “Il Piccolo” di Trieste sulle sue pagine ad una uscita sul tema del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini al Museo ferroviario di Pietrarsa a Portici in quel di Napoli, nel suo intervento agli Stati generali del turismo sostenibile. “Il turismo delle grandi navi a Venezia ci andrà comunque, – ha detto Franceschini, – ma mi chiedo se non abbia più senso utilizzare come hub il Porto Vecchio di Trieste, che è molto bello, poco affollato e già collegato con le ferrovie” rafforzandone l’idea con un “Dobbiamo cambiare, anche a costo di scontentare qualcuno”.
Lo stesso Piccolo, nella sua versione online, nonostante il “mi piace” di Debora Serracchiani, presidente della Regione, avanza qualche dubbio sulla possibilità del nuovo hub passeggeri: “È evidente – scrive il giornale, – che il Porto Vecchio attualmente non ha alcuna caratteristica infrastrutturale già esistente per diventare terminal di ‘bestioni’ da centocinquantamila e tonnellate di stazza lorda, come sono le navi da crociera di ultima generazione: a parte i servizi a terra, sarebbero come minimo necessari lavori per adeguare l’antica diga e permettere alle unità bianche di manovrare ed entrare nell’angusto (per loro) canale compreso tra le banchine del Porto Vecchio e, per l’appunto, l’antico frangiflutti”.
Tralasciando una sorta di competizione sull’intervento di Franceschini a chi più gioisce e a chi più si lamenta degli esponenti del Pd e dei due presidenti di Regione (Friuli Venezia Giulia e Veneto) su cui il quotidiano triestino indulge, e tornando all’intervento radiofonico di Parovel, – il quale non manca di esprimere la propria meraviglia che “Il Piccolo” che censura le questioni del Porto Franco, del Territorio Libero di Trieste e della rappresentanza internazionale, all’improvviso, si occupi del Porto Vecchio in prima pagina e nel paginone interno, con un titolone: “Roma sponsorizza le grandi navi a Trieste”, – il direttore di Radio Trieste Libera osserva innanzitutto come sia evidente, da quanto viene riportato nelle pagine del giornale, che nessuno abbia spiegato a Franceschini, quando ha visitato il Porto Vecchio settimane fa, “che cosa è il Territorio Libero di Trieste, che cosa è il diritto internazionale, che cosa è il Porto Franco internazionale di Trieste, perché evidentemente la cialtroneria politica locale non arriva a spiegare altro che le proprie tesi politiche, al ministro”.
“Franceschini – dice Parovel, – non è uno sciocco e, dunque, abbiamo provveduto a mandargli tutte le documentazioni necessarie per capire che l’operazione di privatizzazione e spostamento del porto franco dal Porto Franco Nord è illecita, non solo illegale, anche dal punto di vista penale”. Secondo Parovel, “costoro [la cialtroneria politica, Cosolini, Serracchiani, Rosato – ndr] lo hanno bene ‘incartato’, come si dice in triestino, in questa storia delle grandi navi: uno arriva a Trieste, vede, non sa niente, vede: ah che bello spazio libero, mettiamo lì le grandi navi perché a Venezia creano problemi perché sono troppo grosse. A parte il fatto che Franceschini avrebbe dovuto chiedere a quei signori, – ma lui non sa di queste cose, – perché dicono che non si può entrare con le grandi porta container nel Porto Franco Nord perché c’è la diga davanti e sono troppo grosse, mentre le navi da crociera sì; le navi da crociera non sono troppo grosse? poi dicono che non c’è pescaggio perché il fondo si è un po’ innalzato per i detriti – basta ovviamente dragarlo. E allora le grandi navi passeggeri come entrano?”.
Per il direttore di Radio Trieste Libera: “L’imbroglio sulle navi da crociera è questo. Ti fanno vedere che le navi da crociera portano a Trieste una grande ricchezza. Non portano nessuna ricchezza perché sulle navi da crociera tutti i beni di consumo, tutte le cose da comperare, sono città galleggianti, i passeggeri ce li hanno duty free, esentasse. Le cose le comprano a bordo, fuori comprano al massimo cartoline o qualche gadget. Sbarcano, fanno un giretto per la città e se ne vanno. Questo porta immagine alla città, ma di soldi ne porta pochissimi. Pensare di sostituire il lavoro di porto franco, che imbarca, sbarca merci, le produce e le trasforma, con migliaia di posti di lavoro potenziali nel Porto Franco Nord e proporre di sostituirlo con l’approdo delle navi da crociera è economicamente demenziale, politicamente delinquenziale, perché chiunque è in grado di rendersi conto che è una fesseria colossale”. Parovel ne è convinto: “Qui ci stanno prendendo in giro. Questi [i politici di Trieste, ndr] vendono fumo. Non c’è solo il fumo della ferriera che ci fanno respirare con le ceneri e le polveri; c’è anche il fumo che fanno respirare a tutta Trieste con queste fandonie, con le quali stanno coprendo la realtà giuridica, politica, economica del Territorio Libero di Trieste, che il Governo italiano sta gestendo con metodi da rapina, rapinandone l’economia”. Nascondono tutta la questione del Porto Franco di Trieste, continua Parovel, “tutte le potenzialità di lavoro ed il fatto che stanno commettendo una serie di illeciti penali”, come la turbativa delle gare di concessione. “Un reato, un reato per il codice italiano”, sottolinea il direttore di Radio Trieste Libera, elencando nel suo intervento radiofonico le occasioni in cui ciò è avvenuto.