Roma (Lazio) 20 novembre 2017

GIANNI PIACENTINO MOSTRA ALLA GALLERIA MUCCIACCIA

DI SILVANA LAZZARINO E A CURA DI VITTORIO BERTOLACCINI DETTO COBRA DUE

ESSENZIALITA’ E COMPLESSITA’ NELLE OPERE DI PIACENTINO IN MOSTRA ALLA GALLERIA MUCCIACCIA DI ROMA

Strutture geometriche, colore che prende forma come materia, presentati nella loro essenza, ma anche lavorati con procedimenti tecnologici di richiamo industriale a suggerire nuove forme con cui ridisegnare i meccanismi del pensiero che guarda alle alchimie e tradizioni del passato e all’innovazione di un presente sempre in divenire, caratterizzano l’opera di GIANNI PIACENTINO (Coazze –Torino 1945) la cui arte al di fuori di scuole e tendenze ha seguito un proprio percorso creativo e innovativo basato su una tecnica molto precisa e sul controllo di ciascuna fase ideativa.
Tra i più interessanti artisti della scena contemporanea attivo fin dagli anni Sessanta, Piacentino nella sua arte unisce semplicità e complessità per raccontare quanto intorno a lui e apparitene al mondo, facendo riferimento a oggetti e forme essenziali dove il colore è dominante e determinante. A questo artista fedele alle proprie idee entro un percorso rimasto sempre attuale negli anni, è dedicata la mostra GIANNI PIACENTINO. WORKS 1966 -2017che inaugura il 23 novembre 2017 alle ore 18.30 presso la Galleria Mucciaccia di Roma in Largo della Fontanella di Borghese 89. L’esposizione, che segue le sue recenti antologiche museali al Centre d’Art Contemporain di Ginevra (2013) e alla Fondazione Prada di Milano (2015-2016) presenta più di trenta opere a tracciare il suo iter artistico dalla prime sculture del 1966 ai recenti lavori come “METALLIC” del 2016 e “TRANS CHROME” del 2017, al fine di sottolineare elementi di continuità nei suoi lavori oltre alla ricchezza delle specifiche fasi e periodi in cui il colore unito alla materia è stato sempre protagonista.
Nel percorso espositivo aperto fino al 15 gennaio 2018 si possono incontrare lavori storici e recentissimi per trovare elementi e punti di contatto ad indicare come tra tradizione e modernità, passato e presente non ci sia per forza una separazione, ma spesso si creano dei nessi che attestano il processo innovativo A partire dagli esordi negli anni sessanta Gianni Piacentino prendendo le distanze sia dal Minimalismo americano, sia dalla Pop Art che esaltava l’oggetto di consumo, procede con un’arte sfaccettata nella sua essenzialità che utilizza entro nuovi possibilità espressive il materiale tecnologico industriale passando dalle tele Monocrome ai luoghi oggettuali quali “portali” e “finestre”, per poi giungere a veicoli e ali simbolo della velocità, mai uguali a quanto riferito nella realtà perché riproposti entro un’ottica di chiarezza e ambiguità.
Tra le opere degli anni Sessanta presenti in mostra si segnalano in particolare “LIGHT -BLUE GRAY LOOKING-GLASS OBJECT (1967-1968)” e “YELLOW-OCHRE FENCE OBJECT” (1967-68), quest’ultima esposta nella storica mostra “Arte povera” alla Galleria De’ Foscherari di Bologna nel 1968.
Il colore rappresenta per Piacentino materia su cui lavorare innestandovi i suoi caratteristici trattamenti e procedimenti altamente tecnologici, direttamente ispirati all’estetica e alla lavorazione industriale. Ne risulta così un inedito virtuosismo luministico, che richiama esplicitamente grandi maestri del passato, dai fondi oro delle icone bizantine, ai morbidi velluti di Tiziano, ai riflessi del celebre orecchino di perla di Vermeer, che Piacentino traduce in termini contemporanei nel linguaggio aniconico delle sue opere.
Evoluzione nei corpi geometrici e nella materia cedono il passo al motivo della leggerezza e agilità espresse in modo particolare come accennato nei veicoli e nelle ali, invenzioni iconografiche e formali nate dalla sua passione per la moto, gli aerei e la velocità in cui è sempre presente la ricerca di innovazione nei due campi della scultura e della pittura. Tra le opere riferite ai veicoli e ai velivoli dove la leggerezza è data dalla rappresentazione di ali e barre ad indicare la parte per il tutto va citato “VEHICLE PROTOTYPE, II, 4”, (1970).
Per la prima volta in questa occasione, sono esposti i recentissimi lavori METALLIC, de 2016 che rivisitano i monocromi del 1965 in colori metallici sempre di origine industriale, e TRANS-CHROME, nei quali l’artista riprende forme, dimensioni e colorazioni di sue opere storiche degli anni 1966-67, modificandone però le cromie attraverso una particolare tecnica di lavorazione delle superfici, con una finitura cromo trasparente che li attualizza in inedite luminosità cangianti Emerge una sorta di cortocircuito temporale tra classicità e contemporaneità: secondo una visione che egli stesso definisce di “auto-manierismo”.
Sono presenti anche opere pittoriche dell’artista esposte in dialogo con le sue più note sculture: anche in questo caso alcuni lavori riprendono in una chiave di indagine luministica, con i nuovi colori metallici, iconografie legate ai celebri cicli dei “velivoli”, ispirati negli anni Settanta ai Fratelli Wright, che costruirono il primo aereo capace di volare (1903) e negli anni Ottanta agli idrovolanti delle transvolate atlantiche di Italo Balbo. Vanno menzionati: “Metallic SM.55 GP.: profile on light blue-gray rectangle” (Model ’80), 2016 e “METAL RHOMBUS FRAME BICYCLE MODEL” 69 , 2016.
La mostra è accompagnata da una monografia bilingue (Cambi editore), a cura di Francesca Pola, la cui copertina è stata ideata appositamente dall’artista. All’interno contiene un’ampia antologia critica che rende conto della precoce e ininterrotta fortuna internazionale dell’opera dell’autore, le riproduzioni di tutte le opere esposte e un ricco apparato di contestualizzazione, articolato tra disegni, progetti, foto biografiche e di repertorio, allestimenti storici, cataloghi, inviti e altri documenti di varia natura.
Silvana Lazzarino

NOTE BIOGRAFICHE

Nato a Coazze (To) nel 1945, Gianni Piacentino esordisce alla metà degli anni Sessanta nel gruppo dell’Arte Povera che abbandona presto per dedicarsi alla realizzare prototipi di curiosi veicoli a due e a tre ruote con materiali industriali, sculture dalle forme geometriche essenziali realizzate in legno plastificato e verniciato e sviluppando, parallelamente, un’originale idea di pittura.

I suoi lavori sono stati esposti in Europa fin dal 1966 in spazi pubblici quali il Palais des Beaux Arts, Brussels, il Centro de Arte Reina Sofia, Madrid; la Galleria d’Arte Moderna di Bologna e Palazzo delle Esposizioni a Roma; la National Galerie di Berlino, Gesellschaft für Aktuelle Kunst a Bremen e il Museum am Ostwall a Dortmund; PS1 a New York oltre a numerose gallerie private. Nel 1977 è stato invitato a partecipare a Documenta 6 e nel 1993 alla XLV Biennale di Venezia. I suoi lavori fanno parte delle collezioni permanenti della Galleria d’Arte Moderna di Torino e del museo di Reggio Emilia, del Power Institute of Fine Arts di Sidney (Australia), della National Galerie di Berlino e del Neuen Museums Weserburg, Bremen.

GIANNI PIACENTINO.
WORKS 1966 -2017
Galleria Mucciaccia,
Largo della Fontanella di Borghese 89, Roma
Orari: dal lunedì al sabato 10.00 – 19.30; domenica chiuso
Apertura straordinaria: domenica 10 e domenica 17 dicembre
Chiuso: 8 – 24 – 25 – 26 – 31 dicembre, 1° – 6 – 7 gennaio
Inaugurazione: giovedì 23 novembre 2017, ore 18.30
dal 24 novembre 2017 al 15 gennaio 2018
Informazioni: tel. 06/69923801, fax 06/69200634;segreteria@galleriamucciaccia.it; www.galleriamucciaccia.com

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