Firenze (Toscana) 17 febbraio 2016

Gioacchino Mattiolo. 2°.lettera Capo dello Stato Mattarella

ILLUSTRISSIMO SIGNOR PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
14.02.2016
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di FrancescoGangemi
Mi preme chiarire a chi legge la lettera inviata dal martire, mi si lasci passare il termine, signor Mattiolo al Capo dello Stato, è l’espressione della sua sofferenza, della sua incertezza, della sua sfiducia nei confronti di quanti avrebbero il dovere istituzionale di tutelarlo. Chi eventualmente dovesse soffermarsi, diciamo, sullo stile sarebbe un autentico idiota. Un sonetto di Germain Nouveau, rammenta agli stravaganti che: “E la morte che aspetto non può togliermi altro che la vita”. E’ auspicabile che ciò accada a chi vive per infliggere male agli altri.

Francesco Gangemi

EGREGIO SIGNOR PRESIDENTE, mi chiamo Gioacchino Mattiolo, la stessa persona che nel mese di marzo 2015 e di agosto 2015, Le ha inviato due accorate lettere nelle quali La informavo sommariamente della situazione in cui mi sono venuto a trovare da 4 anni a questa parte. Voglio profondamente ringraziarLa da Italiano e, soprattutto, da siciliano e palermitano, splendida e martoriata terra che Ella ben conosce, per l’interessamento che ha svolto nei miei confronti. Infatti, il 18/01/2016, verso le ore 11,05, sono stato contattato telefonicamente da un tizio che si qualificava Ispettore di Polizia. Tale Candido, appartenente al commissariato Zisa, il quale mi chiedeva se io fossi il signor Mattiolo e se avessi scritto una lettera al Capo dello Stato.
Alla mia risposta positiva, mi esortava a presentarmi presso i loro uffici il 20/01/2016, alle ore 10.
Se pur con enormi dubbi giacché sulla base delle mie conoscenze l’invito non dovrebbe sostanziarsi per telefono, ma tramite avviso cartaceo con su intestazione del commissariato di appartenenza e con relativa data e firma, mi presento ugualmente munito di corposa documentazione a conferma delle risposte alle eventuali domande che mi avrebbe dovuto rivolgere, presumo dal citato Candido.
In realtà l’incontro tra me e il Candido che si sarebbe dovuto svolgere sui fatti segnalati a LEI, ECCELLENZA, ritenendo che il mio interlocutore avesse già letto e approfondito. L’ispettore, con mia somma sorpresa, mi propone domande infantili, prive di senso logico, NON MOSTRANDOMI NESSUN DOCUMENTO CHE ACCERTASSE L’INCARICO DA PARTE SUA, D’OCCUPARSI DELLA MIA DRAMMATICA SITUAZIONE. Domande non certo consoni al ruolo che riveste un Ispettore di Polizia.
Provo più volte a fargli comprendere che le domande rivoltemi non fossero inerenti ai miei gravi problemi segnalati a Ella, signor Presidente. Nonostante le mie insistenze, l’ispettore continua a vertere su altre cose. Il Candido, mi ripeteva con insistenza che dovevano eseguire degli accertamenti, non capisco di quali accertamenti parlasse poiché ho presentato molte denunce nei confronti della spocchiosa e corruttiva famiglia Basile. La quale, con i suoi agganci, cerca ancora una volta di evitarsi le patrie galere, nonostante sia stata denunciata a molte Procure e malgrado le numerose interpellanze parlamentari, sui comportamenti anomali e le “amicizie” con vari personaggi della politica, COSI’ INFISCHIANDOSENE E CALPESTANDO, COME ANCHE OGGI HO POTUTO COSTATARE, DELLA LEGGE CHE DOVREBBE PUNIRE CHI LA VIOLA. La mia vicenda è supportata peraltro da innumerevoli articoli pubblicati dalla testata giornalistica DIBATTITO NEWS. Ho subito capito che il Candido non aveva affatto interesse della mia tragica situazione, per la quale lui mi ha invitato. Evidentemente, i suoi interessi erano ben altri, come fossero il REMAKE DI UN FILM. Gli dicevo di non aver disturbato LEI, Signor Presidente, per sapere a che punto fossero le indagini, ma per metterLa a conoscenza dell’inefficienza delle strutture istituzionali palermitane. Il ritornello dell’ispettore si formalizzava sulla circostanza che avrei potuto recarmi al piano inferiore e mettermi a turno per sporgere eventuale denuncia riguardante fatti di notevole rilevanza MAFIOSA. Rispondevo che non avrei potuto fare denuncia perché più volte hanno CERCATO D’AMMAZZARE ME E LA MIA FAMIGLIA. L’ispettore annuiva e per mettermi paura mi dava una notizia falsa riferendomi che sarei stato denunciato per calunnia dalla polizia. Al che rispondo che la denuncia per calunnia era stata presentata da un vigliacco giornalista che mi aveva intervistato. Lui mi rispondeva che non sapeva nulla. Insomma, cercava in ogni modo di sviare il vero motivo dell’incontro. Si evince ancora una volta la superficialità, la poca concretezza, L’INTERESSE NON INDIFFERENTE A COPRIRE CHI? L’ispettore mi liquidava dicendomi che avrebbe fatto i dovuti accertamenti e conseguentemente avrebbe trasmeso il tutto agli uffici competenti, perché loro sono soltanto da tramite. AGGIUNGENDO CHE AVREBBE FATTO, COME MI HA ESPLECITAMENTE DETTO, UNA NOTA CON LA QUALE AVREBBE INMFORMATO CHI DI DOVERE CHE NON V’ERA NULLA D’INTERESSANTE. L’ISPETTORE E’ UN TUTTOLOGO E UN PROFETA. A questo punto, mi preme INFORMARLA, SIGNOR PRESIDENTE, CHE HO DENUNCIATO L’ISPETTORE CANDIDO, A CHI DI COMPETENZA TERRITORIALE PER I REATI CHE HA COMMESSO. Il Candido s’è improvvisato BURLONE, AVVOCATO, PSICOLOGO, MAGISTRATO, INSOMMA UN POTPOURRI. TUTTE COSE CHE GIA’ HO VISSUTO SULLA MIA PELLE IN SEDE ANALOGHE, PER DIFENDERE E PROTEGGERE LA FAMIGLIA BASILE CHE DA’ POSTI DI LAVORO AD APPARTENETI AI CORPI DI POLIZIA PER ESSEREE BEN TUTELATO DALLE MAGAGNE CHE PORTA AVANTI DA ANNI, (VEDASI GIORNALI). NON SONO L’UNICO, ALTRE PERSONE SONO VITTIME DEL SISTEMA. PERTANTO, INFORMO LA SIGNORIA VOSTRA DELLO STATO IN CUI VERSA LA GIUSTIZIA SICILIANA, CHE OSEREI AFFERMARE SIA CANCRO DELLA SOCIETA’.
Mi creda, Signor Presidente, questa è la pura verità. Ho ritenuto doverosamente urgente informarLa visto quanto accadutomi, sono convinto che questi POLIZIOTTI NON PROPRIO IDONEI AL RUOLO CHE RICOPRONO, SONO CAPACI SCRIVERE IL FALSO, COME GIA’ HANNO FATTO IN PASSATO. Pertanto, onde evitare che a Ella, Signor Presidente, Le possano pervenire notizie totalmente distorte da quelle reali, tempestivamente ho ritenuto metterLa, signor Pesidente, a conoscenza dell’ennesimo abuso perpetrato nei miei confronti. Abuso che va avanti da ben quattro anni E NESSUNO FINO ADESSO, tranne ELLA, SIGNOR PRESIDENTE, HA DIMOSTRATO INTERESSE ALLA FACCENDA CHE HA MILLE SFACCETTATURE ANCHE GRAVI.
COME SI FA A CROCIFFEGGERE UNA PERSONA ONESTA E PADRE DI FAMIGLIA SOLO PER GARANTIRE ANCORA UNA VOLTA LIBERTA’ A CHI E’ CORROTTO? PREGO VOLERSI CORTESEMENTE ACCERTARE, SIGNOR PRESIDENTE, SE ESISTE UNA LETTERA CON SUE DISPOSIZIONI,TRASMESSA DAL VIMINALE A PALERMO PER CHIARIRE COME MAI LA MIA PERSONA E’ MESSA DA PARTE E MOBBIZZATA DA TUTTE LE STRUTTURE, TRA L’ALTRO NON FACENDOMI LAVORARE PER MANTENERE I MIEI DUE PICOLI PARGOLI. SICURO DEL SUO, ECELLENZA, AUTOREVOLE INTERVENTO, RIMANGO IN ATTESA.
Colgo l’occasione per ringraziarlA, Signor Presidente, ulteriormente e sarei felice di potere aver un incontro con ELLA, e nonostante tutto ciò che m’è successo e credo ancora fermamente nella giustizia onesta e, soprattutto, in chi l’amministra e, come spesso sento nei Suo splendidi discorsi, SIGNOR PRESIDENTE, BISOGNA DENUNCIARE PERCHE’ CHI COMBATTE RISCHIA PERDERE, CHI NON COMBATTE HA GIA’ PERSO.

DATA CON OSSERVANZA
20/01/2016 MATTIOLO GIOACCHINO

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