Chiesa Cattedrale di Teano interventi dott.ssa Ida Maietta, storica dell’arte polo museale della Campania
dott.ssa Lucia Bellofatto storica dell’arte soprintendente Belle Arti e Paesaggio provincia Caserta e Benevento
S.E. Mons. Arturo Aiello, don Crescenzo Gravante
La cattedrale, dedicata in origine a San Terenziano, venne in seguito intitolata a San Clemente. La costruzione ebbe inizio nel 1050 ad opera del vescovo Guglielmo, per sostituire la vecchia cattedrale di San Paride ad Fontem, posta al di fuori delle mura cittadine. I lavori furono completati nel 1116 ad opera del vescovo Pandulfo.
Il Crocifisso fu rinvenuto tra le rovine della Cattedrale, semidistrutta dalle incursioni aeree del 1943, e venne restaurato nei laboratori della Soprintendenza di Napoli. Dopo un’iniziale attribuzione a Roberto d’Oderisio è stato assegnato al maestro napoletano, Maestro di Giovanni Barrile, dal nome della cappella da lui dipinta in San Lorenzo Maggiore. L’autore, attivo nella bottega giottesca nel cantiere di Castel Nuovo, fu uno dei primi e principali interpreti delle tendenze più tenere e fuse del linguaggio maturo portato da Giotto nella Napoli angioina.
L’edificio presenta una struttura basilicale suddivisa in tre navate da due file di colonne. Nel 1608 fu danneggiato al suo interno da un incendio che distrusse quasi completamente l’ambone cosmatesco, successivamente ricomposto utilizzando i resti del precedente integrati con le lastre marmoree di un monumento sepolcrale trecentesco già presente nella chiesa e posizionato su colonne tortili, due delle quali poggiate su leoni stilofori.
Nel corso del ‘500 l’abside romanica venne modificata e in quell’occasione fu inserito nel presbiterio un prezioso coro ligneo intagliato, costruito nel 1539 dal benedettino Antonio Maria Sertorio. Il coro subì due restauri, il primo nel ‘600 ed il secondo nel 1957, in seguito ai danni subiti durante la seconda guerra mondiale.
L’intera cattedrale è stata completamente ricostruita dopo la seconda guerra mondiale e dell’impianto originario resta solo il campanile, risalente ad interventi dei secoli XV e XVI.[1]
Giotto L’Italia i luoghi Itinerari Giotteschi in Campania
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