Baia E Latina (Campania) 03 luglio 2017

GIOVANNI ROTUNNO PENSIERI DI UN OTTUAGENARIO 03/07/2017

DI VITTORIO BERTOLACCINI detto COBRA DUE

I PENSIERI DI UN OTTUAGENARIO di GIOVANNI ROTUNNO – PROSA DI PIETRANTONIO DI LUCIA

AL TRAMONTO TRISTEZZA NEL CUORE
ED E’ SUBITO SERA
CON LA PRIMA STELLA
CHE FULGENTE DI LUCE
NEL COSMO INFINITO
PALPITA IN CIELO
SUL PONENTE ORIZZONTE
DOPO L’ULTIMO RAGGIO
DEL SOLE CALANTE
NEL VESPRO SI DILAGA
MENTRE IL GIORNO MUORE
NEL GREMBO DELLA NOTTE !
COMMENTO di Pietrantonio Di Lucia
Giovanni, affacciandosi alla finestra delle sue rimembranze , gli viene incontro, nella mente partendo dalla sede della memoria, il verso famoso Di Salvatore Quasimodo: -Ed è subito sera. E’ verso che fa parte di una terna che in chiave ermetica esprime la solitudine dell’uomo sulla Terra. Giovanni, con lirici settenari, non si attiene all’ermetica, scarna poetica di Quasimodo, ma crea per suo conto versi meravigliosamente allusivi. Brilla nel cosmo infinito, cupo e profondo il fulgore di una prima stella, Sente la natura viva e palpitante e anche la stella ha un ansimante respiro a ponente, sull’estremo orizzonte. Tutto acquista un’anima…è anima del Mondo. In Quasimodo il sole trafigge la Terra, come a dire che la fonte di luce e di vita è anche portatore di morte. In Giovanni il senso della fine, di morte che convive con la vita, non traspare, non c’è. Giovanni da quella finestra continua ad ammirare L’ULTIMO RAGGIO DEL SOLE CALANTE. Lo osserva rifrangersi nel vespro e il giorno si spegne, la notte lo accoglie nel suo grembo. E’ visione poetica che contempla quel mondo vespertino e notturno in un afflato d’amore. Amore universale che per Giovanni è essenza di vita durante il volgere dei suoi giorni. Fa sì che stelle cielo sole giorno e notte siano elementi della Natura da amare e godere come fossero nostri rampolli che noi, con materno affetto, culliamo nel grembo.