Baia E Latina (Campania) 30 giugno 2017

GIOVANNI ROTUNNO PENSIERI DI UN OTTUAGENARIO 30/06/2017

DI VITTORIO BERTOLACCINI detto COBRA DUE
I PENSIERI DI UN OTTUAGENARIO di Giovanni Rotunno ed il commento di Pietrantonio Di Lucia

FARE L’INFERMIERE E’ UN GRAN LAVORO

CURARE CHI SOFFRE E’ UNA SCELTA
NON E’ FATICA FARE TERAPIE
DAR CORAGGIO A CHI UN MALE SOFFRE
CONQUISTAR SALUTE PER MIGLIOR VITA
DONA SORRISO A CHI BENE NON STA
GRANDE GAUDIO FARGLI UNA CAREZZA
BRAVO INFERMIERE SEI … SE HAI UN CUORE !
SE UN GRAZIE RICEVI… SII FELICE
DEL TUO LAVORO…TI RIPAGA DIO ! CURARE CHI SOFFRE E’ UNA SCELTA
NON E’ FATICA FARE TERAPIE
DAR CORAGGIO A CHI UN MALE SOFFRE
CONQUISTAR SALUTE PER MIGLIOR VITA
DONA SORRISO A CHI BENE NON STA
GRANDE GAUDIO FARGLI UNA CAREZZA
BRAVO INFERMIERE SEI … SE HAI UN CUORE !
SE UN GRAZIE RICEVI… SII FELICE
DEL TUO LAVORO…TI RIPAGA DIO !
Il commento di Pietrantonio Di Lucia
Una volta il medico era vera missione. Un secolo fa non c’era medico che non fosse dedito al prossimo e alla sua salute. Medici che si facevano scarpinate impervie, a dorso di mulo, fino ad arrivare a dare sollievo, a volte solo a constatarne il decesso di gente sofferente. Oggi siamo lontani da quello spirito di dedizione assoluta, quando la retribuzione era solo un pollo, dieci uova e spesso solo un “grazie Dottore”. Oggi il medico è per tanta parte un mestiere come un altro con stipendio appetibile. Per fortuna c’è una bella scrematura di bravi professionisti che conserva lo spirito sano della missione. Importante per tutti noi è che la medicina abbia fatto progressi notevoli e questi onesti e validi professionisti se ne avvalgano con risultati edificanti. L’infermiere ha anche egli professionalità e si può avvalere del progresso medico scientifico. L’infermiere non è medico, ma nel suo ambito è professionale. Il Poeta Rotunno lo esorta ad essere innanzitutto un amico del paziente, uno che gli stia vicino e che lo curi con amorevolezza e competenza. Direi che l’infermiere è la parte più umana in questo ambito e, mentre il medico dà una parola di conforto e assegna farmaci a lenire ferite e dolori, l’infermiere deve avere ancora più affinità, più empatico contatto, più umanità perché le terapie mediche risultino efficaci fino in fondo. A questo si arriva spesso anche con la sola carezza e un sorriso di amicizia, di incoraggiamento. BRAVO INFERMIERE SEI,,, SE HAI UN CUORE! recita Giovanni. Ecco! il cuore del vero infermiere possiede una copia infinta di bontà per cui ogni occasione, per ogni malato, scaturisce un MARE di amore e di bontà. Innanzitutto l’infermiere, come il medico, ha passione per il suo lavoro, ha predisposizione. Non è mestierante a compenso pecuniario. Oggi i contratti di lavoro badano anche a questo aspetto, ma la dedizione dell’infermiere è absoluta, sciolta dal solo intento pecuniario. Dà tutto in compenso di un sorriso o di un grazie sincero. Questo è estremamente gratificante nell’ambito ospedaliero. Cionondimeno, avverte Giovanni, compenso impagabile è quello che Dio stesso elargisce a chi, infermiere, si sente fratello amorevole dei sofferenti.