Palermo (Sicilia) 22 aprile 2016

Giustizia SICURCENTER Palermo/R.C. I Molestatori

di Francesco Gangemi
22 aprile 2016

Ritorniamo sulla Sicurcenter palermitana che peraltro ha assoluto dominio su quasi la Calabria e in altre regioni del belpaese. Una guardia giurata, la signora “X”,nell’anno 2011, espone al Procuratore della Repubblica i seguenti fatti: A) il giorno ”X” chiama telefonicamente l’operatore di centrale per chiedergli quale fosse il suo orario di servizio nella settimana che seguiva e il posto di sorveglianza; B) l’ispettore risponde che la sorveglianza è alle palazzine dell’ATERP sul Viale Europa e che il lavoro consiste in dieci ore continuate; la signora “X” precisa al suo interlocutore che quelle palazzine sono in uno stato d’abbandono,
sprovviste d’energia elettrica, di qualsiasi forma di sicurezza e che il solo servizio igienico utilizzabile si trova all’interno del complesso abbandonato con la buona pace dei senzatetto; C) la signora fa presente all’operatore che il luogo è inadeguato e lui le dice di rivolgersi al responsabile della filiale, tenente Michele MARCIANO ’; chiama il tenente e le risponde il suo collaboratore Carmelo Pennestrì al quale spiega le sue legittime ragioni e aggiunge d’avere difficoltà a raggiungere l’unico bagno accessibile peraltro sporco, aggravata dalla circostanza della sua indisposizione che non le consente manco d’utilizzare la torcia; D) il Pennestrì scoppia a ridere prefigurandosi la scena della collega con la torcia in mano mentre cerca di cambiarsi l’assorbente. Che bel sentire di un uomo che repentinamente ritorna all’età della clava. Il tenente ascolta l’educata reazione della signora e ordina alla sua subordinato a non perdere tempo; e) a quel punto, la signora decide di parlare col tenente MARCIANO’ cui espone la sua particolarissima situazione; per tutta risposta il MARCIANO ’ con voce alterata come si addice ai gentiluomini, le risponde che lei non è una guardia speciale, che non è scritto da nessuna parte che le spetta il bagno nei luoghi di servizio e che da quel momento sarà trattata alla stregua dei colleghi uomini e che la “sbatterà di pattuglia così appena le scappa si può fermare ad ogni angolo, e che comunque la farà licenziare a causa dei disservizi che crea. Una considerazione va fatta. tenente di fronte a una collega e a una donna si comporta alla guisa di un elefante che passeggia in una cristalleria; è vero che la città del nulla è ormai una cloaca, ma benedetto Dio non induciamo i cittadini almeno quelli perbene e sono tanti, quando gli scappa a trasformare gli angoli in pisciatoio oppure a pisciarsi sotto o più corto; è profondamente ridicolo, per non dire altro; f) la signora a fronte di quell’indefinibile compor-tamento, in lacrime tenta di far capire al tenente galantuomo che dieci ore di turno senza soluzione di continuità sono insopportabili e violano il regolamento; g) il signor tenente alzando ancora il tono della sua gentile voce, risponde che non può perdere altro tempo e dopo: “ COM PRERANNO UN BAGNO PORTATIL E COSI’ DOVE MI NANDA ME LO PORTO DIETRO”. Non ci resta che proporre i due “saggi” del palazzo palermitano, impazziti, per la zecca quasi d’oro. Che fare. L’unica cosa giusta da fare è denunciare l’affabilità del tenente e del suo attendente alla Procura della Repubblica. E così fece la signora.

2/Continua.