Piacenza (Emilia-Romagna) 26 luglio 2015

I rifiuti genovesi saranno smaltiti per 50 giorni a Piacenza

Sembrerebbe una questione solo della Regione Emilia Romagna la disponibilità a ricevere i rifiuti della città metropolitana di Genova dopo lo stop temporaneo del conferimento all’inceneritore di Torino dove la spazzatura veniva smaltita a causa della chiusura della discarica di Scarpino. I gruppi di maggioranza e di minoranza della Regione Emilia Romagna con il solo no del Movimento 5 Stelle hanno espresso il proprio sostegno all’intesa con la Regione Liguria per smaltire i rifiuti genovesi nell’inceneritore di Piacenza. Da Genova arriverebbero a Piacenza giornalmente 200 tonnellate per 50 giorni, cioè complessivamente 10 mila tonnellate. La decisione definitiva della giunta regionale dovrebbe essere presa lunedì, e, dunque, se tutto andrà come previsto, dalla metà della prossima settimana e fino ai primi di settembre i rifiuti di Genova e dell’area metropolitana verranno conferiti a Piacenza con un costo di 100-120 euro a tonnellata. I Cinque Stelle nello spiegare la loro contrarietà all’accordo ricordano che il territorio della Pianura Padana è tra i più critici al mondo in termini di inquinamento e puntano il dito sul cinismo degli amministratori: “Da una parte si illudono i cittadini che con senso civico differenziano i rifiuti; dall’altra si vanificano questi sforzi bruciando i rifiuti di altri territori”.
L’impianto di Piacenza, di cui è prevista la chiusura dell’attività nel 2020, smaltisce 120.000 tonnellate l’anno di rifiuti urbani. Si trova nella periferia sud di Piacenza, nel complesso della Strada Borgoforte, tra l’autostrada A21 e l’argine maestro del fiume Po, che segna il confine tra Emilia e Lombardia, tra Piacenza e la provincia di Lodi, e copre un’area di 30.000 mq e si sviluppa all’interno di un complesso di oltre 200.000 mq, occupati dalla sede e dagli impianti di Enìa, ora Iren Spa (depuratore, stoccaggio e trattamento rifiuti speciali, stoccaggio raccolte differenziate e rifiuti solidi urbani). L’impianto piacentino emette ossidi di azoto, seppure in quantità al di sotto dei limiti previsti dalla normativa,che rappresentano un inquinante particolarmente importante nell’area della Pianura Padana e diossina, seppure in dosi molto ridotte. Inoltre produce per ogni 100 kg di rifiuti conferiti circa 21 kg di scorie come residuo della combustione, 1,7 kg di materiale ferroso, 2,1 kg di ceneri provenienti dal trattamento dei fumi e 0,9 kg di prodotti sodici residui provenienti dal trattamento dei fumi con i reagenti quali bicarbonato di sodio e carbone attivo.