Questione di semantica…o altra questione trasversale!?
Il Sindaco De Santis confonde forse il “bene comune” con il “bene del Comune”, nel senso di proprietà del Comune. 25 ettari di terreno demaniale, con sussistenze archeologiche…con vincoli paesaggistici e vincoli degli “usi civici”, venduto nel 2006 a circa 7.000.000 di Euro al noto palazzinaro romano Sergio Scarpellini, ora ai domiciliari con obbligo di firma.
Il “bene comune” del De Santis è privare la società tutta della fruizione di un vasto territorio a favore della speculazione edilizia di un singolo!? E proprio di un Sergio Scarpellini che frequentava da anni, con cui divideva cene faraoniche, portabandiera dell’ Assoimpresa Italia della quale De Santis è il Presidente e Scarpellini era il Presidente Onorario!
Coincidenze…
“bene comune che è, poi, il cardine sul quale si impernia tutto il pensiero sociale cristiano” indubbiamente, ma non il suo Esimio Sindaco. In nessun libro di teologia Cristiana appare un pur minino accenno al deupaperare una collettività a favore di un singolo. Novella aberrazione di Robin Hood ha stravolto il concetto intrinseco del “bene comune”, quei beni che non rientrano stricto sensu nella specie dei beni pubblici, poiché sono a titolarità diffusa, potendo appartenere non solo a persone pubbliche, ma anche a privati. Ne fanno parte, essenzialmente, le risorse naturali, come i fiumi, i torrenti, i laghi e le altre acque; l’aria; i parchi, le foreste e le zone boschive; le zone montane di alta quota, i ghiacciai e le nevi perenni; i tratti di costa dichiarati riserva ambientale; la fauna selvatica e la flora tutelata; le altre zone paesaggistiche tutelate. Vi rientrano, altresì, i beni archeologici, culturali, ambientali. E’ prevista «una disciplina particolarmente garantistica di tali beni, idonea a nobilitarli, a rafforzarne la tutela, a garantirne in ogni caso la fruizione collettiva, da parte di tutti i consociati, compatibilmente con l’esigenza prioritaria della loro preservazione a vantaggio delle generazioni future. In particolare, la possibilità di loro concessione a privati è limitata. La tutela risarcitoria e la tutela restitutoria spettano allo Stato. La tutela inibitoria spetta a chiunque possa fruire delle utilità dei beni comuni in quanto titolare del corrispondente diritto soggettivo alla loro fruizione.
“privilegiare, prima di tutto, il bene comune fu la gestione del piano regolatore” “svilupparlo interamente su terreni di proprietà comunale, in modo da far ritornare, a totale beneficio della comunità, il grande profitto generato dalla edificabilità di quei terreni”
“reinvestire a vantaggio della cittadinanza quella ricchezza comune che abbiamo evitato di disperdere e privatizzare”… e se questo non lo chiama privatizzare!!! Senza domandarsi dove i 7.000.000 sono stati investiti per la comunità. Giardinetti attrezzati inesistenti, musei sbandierati e non realizzati, la casa del cane…e nel 2015 in una intervista racconta che ha difficoltà di bilancio quando nel 2006 issava la bandiera del Comune più ricco d’Italia!
L’ultima nota…” Ponzano Romano, è uno tra i pochi Comuni che, negli ultimi anni ha significativamente recuperato il grande esodo dalla campagna”. Indubbiamente…è il Comune che con il 19% di immigrati extracomunitari si posiziona tra i primi in Italia in questa speciale classifica.
Egregio Sindaco la Comunità ringrazia per il suo “bene”…
il “bene comune” di De Santis e Scarpellini
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