PALERMO – IL CASO MATTIOLO
16.01.2016
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a cura di Francesco Gangemi
La Giustizia non rispetta la personalità umana di una persona perseguitata e forse dimenticata.
Continua dagli anni precedenti. C’è da domandarsi: dove sei giustizia? Oppure chiedersi se l’ingiustizia fa dei potenti i padroncini della specie umana? E’ possibile che una Guardia Giurata denunci la prepotenza, la funzione immorale della famiglia pigliatutto BASILE, e la giustizia che dovrebbe essere l’espressione più alta e decorosa della Magistratura che la esercita, taccia? Perché è muta? Perché in quella città di Palermo che ha vissuto sulla propria pelle la mafia stragista, crudele, assassina, e ancora oggi chi è preposto all’esercizio dell’ordine e della sicurezza dei cittadini onesti si gira dall’altra parte? Ogni anno in quella città dei misteri, si commemorano i morti ammazzati eccellenti con raduno di folle e presenze prestigiose di prelati. Si sventolano bandire. Si urla contro la mafia. E poi? Il silenzio che indica qualcosa di non percettibile. Il signor MATTIOLO, licenziato dalla potente e protetta famiglia BASILE, una delle più ricche del nostro belpaese, sol perché denuncia le porcherie che maturano all’interno dell’abbondante settore della vigilanza “cosa loro”, è licenziato, ignorato, perseguitato, oggetto di attentati mortali, isolato. Questa è la vera democrazia che vige nel nostro sgangherato paese. I BASILE si attribuiscono un potere assoluto, messianico o palingenetico. Pare che per quella famiglia le norme codicistiche penali siano state cancellate con la pomice e riscritte con le loro mani. Mi sono soffermato parecchio a meditare con le lacrime agli occhi il grido disperato di questo giovane maltrattato e mi sono chiesto: chi gli dà ancora la forze di ribellarsi? Sicuramente, la Misericordia di Dio. E’ probabile che il POLITBJURÒ del vecchio PCUS fosse più chiaro della legge amministrata per fortuna di non tutti i togati. L’intoccabile famiglia BASILE è affetta da antistorico livore. Quando avverrà il tramonto della speranza, del modello, dei simboli e del mito dei BASILE? Verrà! Verà giorno che la stola vescovile dei BASILE, mai a parlare ma a predicare con le braccia in perenne posizione ad angolo retto, subirà il tramonto delle speranze, della tracotanza alla guisa di una mattina senza alba. Le vostre angherie, i vostri arbitri, le vostre bravate, le vostre ingiustizie, le vostre sopraffazioni, i vostri soprusi e la vostra soverchieria, egregi BASILE saranno inghiottiti e bruciati dal fuoco della verità.
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LA TABELLA SI RIFERISCE A “IL DIBATTITO”
MI SORPRENDE CHE LA MAGISTRATURA ANCHE ATTRAVERSO I MEZZI DI COMUNICAZIONE, INCITA I CITTADINI A DENUNCIARE IL MALAFFAR E A NON AVER PAURA. POI, TI ABBANDONA. E QUI I CONTI NON TORNANO! ANCORA UNA VOLTA CHIEDO URGENTEMENTE ALLE PROCURE CUI MI SONO RIVOLTO CON DENUNCE, AL CSM, AL CAPO DELLO STATO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, AL SIGNOR MINISTRO DELLA GIUSTIZIA A FARE SUBITO CHIAREZZA SULLA MIA VICENDA ORMAI DIVENUTA UNA VERGOGNA A LIVELLO NAZIONALE E INTERNAZIONALE. SONO A CONOSCENZA E O DENUNCIATO FATTI DI RILEVANZA SOCIALE E PENALE, RIGUARDANTI ATTIVITA’ CRIMINALI SOPRATTUTTO DI NATURA MAFIOSA TANT’E’ CHE HANNO IN TUTTI I MODI PROVATO A UCCIDERMI. HO DUE BAMBINI IN TENERA ETA’. MIA MOGLIE MI HA ABBONDONATO. SONO SENZA LAVORO POICHE’ LA FAMIGLIA BASILE MI HA LICENZIATO DOPO LE MIE DENUNCE E GLI ISTITUI DI VIGILANZA CUI MI SONO RIVOLTO HANNO PAURA D’ASSUMERMI PER PAURA DI SCONTRARSI CON I BASILE.
ELENCO ALCUNI DEI TANTI PASSAGGI ANOMALI E PER IL CHE DEVASTANTI PER IL SOTTOSCRITTO, DA PARTE DI CHI HA CONDOTTO LE INDAGINI. FOTOGRAFIE E VIDEO CHE SMONTANO L’APPOSTAMENTO DEGLI UOMINI DELLA SQUADRA MOBILE 6° SEZ. PALERMO, FATTI DAL SOTTOSCRITTO, CUI SI EVINCE CHE SIA STATO IMPOSSIBILE EFFETTUATR QUEL TIPO DI “APPOSTAMENTO” E “OSSERVAZIONE” POICHÉ LE DUE ABITAZIONI NON SONO SULLA STESSA VIA. SONO SITE IN VIE DIVERSE, E DIVISE DA UNO SLARGO CHE CURVA, RENDENDONE IMPOSSIBILE L’OSSERVAZIONE. CHE, COME DA VERBALE REDATTO DAI DUE APPOSTATI: “SI METTEVANO TUTTI E DUE GLI AGENTI IN UN ANGOLO DELLA STRADA, PER OSSERVARE I DUE NUMERI CIVICI”. QUALI? COSA HANNO OSSERVATO? E’ FALSO! LO SMENTISCE IL MATERIALE COMPROVANTE ANCHE IL RESTO DELLE INDAGINI SVOLTE DALLA SQUADRA. LA QUALE AVREBBE, PROBABILMENTE – LA MIA È SOLO UNA SUPPOSIZIONE -, INTERESSE A SVIARE LE INDAGINI E DI CONVERSO UN INGIUSTIFICATO ACCANIMENTO NEI RIGUARDI DELLA MIA PERSONA. CIRCOSTANZE CHE DIRÒ A CHI DI COMPETENZA SVELANDO TUTTI I RETROSCENA. QUESTI SIGNORI HANNO CONTRIBUITO AD AGGRAVARE LA MIA SITUAZIONE E, PROVE ALLA MANO, LI INCHIODERÒ ALLE LORO RESPONSABILITÀ PER AVER FINANCHE DISTRUTTO LA MIA FAMIGLIA E LA MIA IMMAGINE, COME SE IL SOTTOSCRITTO FOSSE PER QUESTI SIGNORI UN CRIMINALE. TUTTO CIO’ MI SPIACE. CONTINUO A STIMARE LA POLIZIA E LE ALTRE FORZE DELL’ORDINE, GIACCHE’ NON È MIO COSTUME FARE UN FASCIO DI TUTTA LA MAL’ERBA. C’E’ GENTE CHE LAVORA BENE, MA QUALCUNO DI LORO HA DECISO DI ROVINARMI E SPARGERE DICERIE SUL MIO CONTO, PER ACCATTIVARSI ALCUNI PERSONAGGI DI MIA CONOSCENZA
A META’ OTTOBRE 2014, RICEVO DI PRIMA MATTINA (ESISTE REGISTRAZIONE) UNA TELEFONATA DI UN TIZIO CHE SI QUALIFICA APPARTENENTE ALLA POLIZIA DI STATO. PRECISAMENTE ALLA SQUADRA MOBILE DI PALERMO. COMINICIA A PORMI ALCUNE DOMANDE. NON CAPIVO BENE COSA VOLESSE. E ALLA MIA RICHIESTA DI CHI FOSSE, MI RISPONDEVA NUOVAMENTE: SONO DELLA POLIZIA. INSISTO PER QUALIFICARSI. IL MISTERIOSO POLIZIOTTO, MI FORNIVA IL PROPRIO COGNOME. MI INFORMVA CHE AVEVANO RIVECUTO L’ORDINE DA PARTE DELLA MAGISTRATURA DI SEGUIRE LA MIA DENUNCIA DI TENATO OMICIDIO FALLITO NEI MIEI CONFRONTI. CHE AVEVANO FATTO DIVERSE TELEFONATE AI VARI COMMISSARIATI SENZA ALCUN RISCONTRO. RISPONDEVO CHE NON AVREBBERO TROVATO NULLA PRESSO LE LORO STRUTTURE, PERCHE’ LA DENUNCIA ERA STATA PRESENTATA PRESSO UNA STAZIONE DEI CARABINIERI DI PALERMO. IL POLIZIOTTO MI CHIEDAVA QUALE FOSSE IN MODO DA METTERSI IN CONTATTO. QUALCOSA MI DESTAVA SOSPETTO TANT’E’ CHE’ IMMEDIATAMENTE INTERROMPEVO LA COMUNICAZIONE E TEMPESTIVAMENTE CHIAMAVO IL 113 CHIEDENDO SE PRESSO LA SEZIONE DELLA SQUADRA MOBILE CI FOSSE UN LORO COLLEGA CHE SI CHIAMASSE (omissis). LA RISPOSTA: “NON SAPPIAMO, CI LASCI IL SUO NUMERO E VEDIAMO UN PO’, IN CASO LA RICONTATTIAMO”. VERSO l’ORA DI PRANZO MI CHIAMANO, E SI RIPRESENTA IL POLIZIOTTO DI PRIMA. MI RIFORMULA LA STESSA DOMANDA, CUI GLI DAVO RAGGUAGLI IN MERITO. GIA’ HO LA PIENA CERTEZZA CHE E’ UN VERO POLIZIOTTO. NON COMPRENDEVA COME MAI NON AVEVO FATTO LA DENUNCIA DA LORO. SPIEGAVO IL MOTIVO RACCONTANDOGLI DI COME ERO STATO TRATTATO QUEL GIORNO IN CUI SONO SCAMPATO AL TENTATO OMICIDIO E, DEI SUOI COLLEGHI CHE CON IL SORRISINO MI DICEVANO DI STARE TRANQUILLO GIACCHE’ IL NUMERO DI TARGA DELLO SCOOTER ERA APPOSTO. APPOSTO? COME? MI STAVANO AMMAZZANDO ED ERA APPOSTO? IL NUMERO DI TARGA RISULTA DA DENUNCIA DI FURTO. SUCCESIVAMENTE, SCOPRO CHE LA TARGA E’ DI COPERTURA DELLE FORZE DI POLIZIA. AVEVO CHIESTO D’ESSERE ACCOMPAGNATO E POI SCORTATO PER QUANTO MI ERA ACCADUTO. LA RISPOSTA E’ STATA UN RIFIUTO. IL MURO. SENZA ATTENERSI A QUANTO AVEVO DICHIARATO AL MAGISTRATO. IL SIG. POLIZIOTTO, TENTENNANDO PIU’ DI UNA VOLTA MI RISPONDEVA CHE L’INDAGINE SAREBBE STATA ASSEGNATA A CHI DI COMPETENZA, E CHE SAREBBE STATO IL MAGISTRATO STESSO AD AFFIDARLA A UNA DELLE SQUADRE DI P.G, PERCHE’ LORO NON ERANO COMPETENTI, E PERCIO’ NON MI AVREBBERO CHIAMATO PIU’.
QUEL GIORNO RIMASI FRASTORNATO DI QUELL’ENNESIMO ATTEGGIAMENTO. NELLA PRIMA TELEFONATA MI DICEVANO CHE LORO ERANO TITOLARI DELLE INDAGINI. NELLA SECONDA, SI SMENTIVANO. COSI’ SI GIOCA CON LA VITA DELLE PERSONE? HO DENUNCIATO DEI FATTI GRAVI. SICURAMENTE, PROTEGGEVANO IL LORO COLLEGA IN PENSIONE, DIRETTORE DELLA KSM SECURITY PER QUELLO CHE HA COMBINATO NEI MIEI CONFRONTI. LA MOGLIE E’ TUTTORA IN SERIZIO, QUALE FUNZIONARIO DI POLIZIA.
QUESTO SICURAMENTE NON E’ IL COMPORTAMENTO GIUSTO VERSO I CITTADINI ONESTI E VITTIME DI INGIUSTIZIE. QUESTO LORO PROTEGGERSI, O TUTELARE LE PERSONE CHE HO DENUNCIATO, SOFFORNO DI DISONESTA’. MI HANNO ROVINATO LA VITA. MI HANNO CREATO DANNI SERI. NON HO NULLA CONTRO LA POLIZIA. ANZI. STIMO TUTTI GLI AGENTI ONESTI CHE LAVORANO PER TUTELARE I CITTADINI. SICURAMENTE, NON STIMO CHI OFFENDE LA PROPRIA DIVISA E DIGNITA’. HO SCRITTO AL CAPO DELLA SQUADRA MOBILE FINE 2015, PER DARE DELLE NOTIZIE RILEVANTI, MA SONO SICURO CHE QUALCUNO AVRA’ FORNITO NEGATIVAMENTE LE MIE REFERENZE, PER EVITARE CHE SI SCOPERCHIASSE LO SCHIFO FACENDO COSI’ UNA FIGURACCIA CON IL LORO NUOVO CAPO. TENGO A PRECISARE CHE NON HANNO FATTO PRESENTE, CHE IL SOTTOSCRITTO E’ UNA EX GUARDIA PARTICOLARE GIURATA CON VENTI ANNI DI SERVIZIO ATTIVO, E OPERATIVO MOTOCICLISTA ANTIRAPINA. REDUCE DI CONFLITTI A FUOCO. MI HANNO CONFERITO 54 ENCOMI ED ELOGI CHE POSSO ESIBIRE A VOI TUTTI SIGNORI DELLA GIUSTIZIA. LE REFERNZE MIE POSSO DARLE IO A VOI E NON CHI CERCA DI DENIGRARMI. NESSUN UFFICIO DI P.G. O PROCURA, MI HA CONVOCATO, NONOSTANTE CI SIANO TANTE E TANTE DENUNCE DA ME SOTTOSCRITTE.
Gioacchino Mattiolo
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Lotto da anni per ricevere aiuto, giustizia e protezione che mi spetterebbero di diritto. Di converso ottengo il silenzio delle Istituzioni. E’ una cosa indescrivibile. “Il morto che cammina”, mi hanno chiamato da quando sono entrato in questo vortice. Ho presentato denunce alle massime cariche dello STATO. TENGO ALLA MIA PELLE E A QUELLA DELLA MIA FAMIGLIA. Denunciare è un dovere. Essere tutelati è un diritto. Il dovere spetta allo Stato difendere ogni cittadino onesto che denuncia. Io non mollo. Vado avanti. Me ne frego degli agganci che hanno i BASILE. Non lo dico solo io. In alcune forze di polizia, togati e politici, vi sono persone pulite. Mi chiedo: dove sono? Vorrei ricordare ai BASILE che gli ammortizzatori non durano a vita e col tempo molleranno la loro indegna funzione. Mi sono rivolto ad associazioni blasonate che si proclamano antimafia e se ne vantano. Di che? Cosa combattano? Manifestazioni, slogan, solo fastidioso rumore. Chi è risucchiato dal ciclone combatte per uscirne perché sa cosa significa vivere nell’inferno. Loro si agitano per i mafiosi in regime di 41 bis. Per chi sta per essere agguantato giacché decaduto dal mandato di mafioso. Che non si allontana molto da chi dovrebbe far osservare le leggi. Ignorano i colletti bianchi giacché potrebbero schiacciarli. Sono sovvenzionati per fare scena! Ricordo di due telefonate con la responsabile d’una associazione che voleva capire la mia situazione per aiutarmi. Era rimasta impressionata di come un uomo solo potesse combattere tutto ciò. Dopo 40 minuti di chiacchiere e dopo essersi resa conto dei nomi pesanti che avevo citato, avvertivo in lei tanta preoccupazione e così: “Signor Mattiolo, ci possiamo risentire, lei ha una situazione molto complessa”. Forse per lei era complessa, rispondevo. E ancora. Lei non si proclama combattente, signorina? Non s’è fatta più’ sentire. Che vergogna! Al posto di incontrarmi, la mia storia avrei dovuto raccontargliela per telefono. Ecco la serietà’ di questa associazione di cui tanto si parla.
Sono un morto che cammina. Non voglio che altra gente si trovi in questo inferno. Molti colleghi mi fermano e mi raccontano che hanno paura a salutarmi. Gli è stato vietato. Vorrebbero parlare, denunciare, ma vedendo cosa sto passando io, sono restii a farlo. Non si sentono Protetti dallo Stato. L’omertà all’interno della KSM è ben radicata: soprusi, abusi sono all’ordine del giorno e le istituzioni stanno a guardare. Storia fatta di connivenze con alti ufficiali, politici, dirigenti e chi più’ ne ha più’ ne metta. Si allargano con la vigilanza comprando in lungo e in largo sotto gli occhi della legge. Che continuamente è sfottuta. Devastata. Calpestata dai BASILE. Una delle tante porcate che ha fatto rimanere molti a bocca aperta. Una persona dello staff dei BASILE. Un uomo molto conosciuto dalla legge. Un uomo che prima ha innescato una bomba giudiziaria, di cui i giornali ancora ne parlano. Sono trascorsi tre anni. Nell’inchiesta coinvolto uno dei BASILE, indagato per riciclaggio (vedasi giornali). Un uomo di legge che avrebbe voluto distruggere le connivenze. E invece ha rischiato la vita. Dopo? Lavora per la famiglia. Povera ITALIA! Ho avuto a che fare con gente di ogni genere. Fortunatamente vengo dalla strada e so rapportarmi con tutti. Persone con cui non ho mai avuto dialogo, hanno cercato di contattarmi e li ho mandati a quel paese. Altri che mettono dicerie sul mio conto senza conoscermi e solo per sentito dire fanno una sorta di porta e rapporta public relation. Altri che mi conoscono e solo per invidia, perché non hanno gli attributi, presumano si essere uomini. Hanno accanimento nei miei confronti non indifferente. Come se io gli avessi portato via la moglie per una fuga d’amore. Inveiscono contro la mia persona. Per non parlare di alcuni pseudo colleghi di altre città, che criticano il mio operato, cercando come dice un detto, “il pelo nell’uovo”. Invece mi fanno ridere e passare le giornate allegramente. I tizi che mi hanno contattato dicendomi che hanno la storia uguale alla mia e che dobbiamo allearci, si vantano in ogni campo. Addirittura si vantano di pregi e di superiorità che non hanno. Sanno benissimo che sono un centroavanti di sfondamento. Vorrebbero quasi essere i miei allenatori. Mi spiace per loro. Io sono il mister di me stesso. Di pane ancora ne devono mangiare. Non vivono la mia stessa storia. Che non la auguro a nessuno. Non ci sono vanti in situazioni così delicate e né tanto meno superiorità. Essere umili è quello che ci vuole. Mi sono spesso ritrovato con persone titolari di Istituti di Vigilanza, che dovrebbero gestire un circo o spettacoli comici. Soltanto questo possono fare. Quante barzellette mi hanno raccontato vantandosi di essere uomini senza paura e non corruttibili, e dicendomi: “stia tranquillo un Mattiolo lo vogliamo da noi, lei ha le palle, esca la documentazione, lo assumiamo subito”. Altri ancora: complimenti quello che lei fa, sarà’ un bene per tutta la categoria delle Guardie Particolari Giurate. Questo BASILE ha monopolizzato tutto, esca la documentazione. E ancora. Complimenti, la possa abbracciare, lei è un grande sta dando lezioni a noi piccoli uomini di coraggio e determinazione, tenga i bollettini dei versamenti per visite e quant’altro perché la assumiamo. Noi non abbiamo paura del mafioso BASILE, speriamo che venga arrestato subito, lui con tutta la sua famiglia. Avete paura ad assumermi perché temete, come qualcuno mi ha detto: intralci nel rinnovo delle licenze prefettizie e altro. Lo sappiamo bene che i BASILE sono delle piovre, ma se non gli si tranciano i tentacoli, resteranno a succhiare nelle gare d’appalto e amicizie di rispetto. Vedasi cronache dei vari giornali che parlano della famigliola BASILE. Ecco signori, vorrei dirvi che mi sono divertito tanto con voi fenomeni da baraccone, perché solo questo siete e nient’altro. Fate bene a complimentarvi con me. Io ci sono, voi dei quaquaraquà. Vivete nell’oscurità’ e andate avanti solo se qualcuno abbatte il muro con forza. Siete dei meschini. Mi fate pena. Io vado avanti. Possiedo l’arma della memoria. Lo scudo della determinazione. Infinito coraggio. Voi resterete nell’ombra e nessuno si ricorderà di voi. Io, continuerò a lottare per i miei figli e per non farmi rubare la mia dignità.
GioacchinoMattiolo
TRASCRIZIONE BREVE
File audio tra me e DARK. 19/05/2012. DARK MI METTE A CONOSCENZA CHE L’AZIENDA CHIAMAVA TUTTE LE GUARDIE PER DARE I VOTI, A TUTTI I COSTI, A UN CERTO FINAZZO. E’ TRA L’ALTRO AMMINISTRATORE SICURTRANSPORT, SEMPRE DELLA FAMIGLIA BASILE. COSI’ LE PORCATE PER LE GARE D’APPALTO DIVENTANO AUTORIZZATE. PULITE SONO. INFATTI, QUESTO POLITICO E’ RISULTATO, CANDIDANTOSI NELLA LISTA UDC. NOMINATO VICE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI PALERMO.
Con la lettera “D” indico DARK, con la lettera “M” indico MATTIOLO.
“D: CI FU’ IL DISCORSO CHE CHIAMAVANO TUTTE LE GUARDIE, L’AZIENDA PERCHE’ SI PORTAVA FINAZZO IN POLITICA,
MINACCIAVANO TUTTI PER FARE DARE I VOTI… M: COSAAA?….D: MINACCIAVANO TUTTI E CI METTEVANO I VOTI, IO NON TI HO DETTO NIENTE….M: A CHI?…D: PERCHE’ QUI LO DICO E QUI LO NEGO…M: CHI FINAZZO?… D: FINAZZO E’ SALITO, QUELLO DELLA SICURTRANSPORT, HANNO PORTATO A FINAZZO IN POLITICA, MINKIA! HA PRESO 1300 VOTI ED E’ SALITO!!… M: FINAZZO? QUINDI MINACCIAVANO LE GUARDIE PER FARE DARE I VOTI… D: IO NON TI HO DETTO NIENTE… M: IO GIA’ L’HO DIMENTICATO, SEMPRE PIU’ SCHIFO”.
FINE
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SI ALLEGANO GIORNALI DOVE, COME SEMPRE RISULTANO ANOMALIE GRAVI.
PALERMO
Finazzo, ipotesi incompatibilità
A rischio la vicepresidenza?
Giovedì 12 Luglio
di Roberto Immesi
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Il neo vicepresidente del consiglio comunale,Salvatore Finazzo (nella foto), sarebbe al centro di un caso di incompatibilità. E anche l’elezione a vicepresidente sarebbe così a rischio perché viziata. Ma il capogruppo Cusumano scende in campo a sua difesa.
Continua a tenere banco il caso Salvatore Finazzo. Il neo vicepresidente di Sala delle Lapidi, in quota Udc, è al centro di una piccola bufera che si è scatenata a Palazzo delle Aquile. Finazzo, infatti, come ha scritto Livesicilia ieri, è anche amministratore delegato di una società che ha vinto una gara indetta dal comune di Palermo per la vigilanza armata della Galleria d’arte moderna Sant’Anna.
Una questione non di poco conto se si considera che, secondo alcune interpretazioni dell’articolo 10 della legge regionale 31 del 1986, questa circostanza potrebbe rappresentare un caso di incompatibilità con la carica di consigliere per il rischio di un conflitto di interessi. Tutto da verificare, ovviamente, ma anche la sola possibilità che possa concretizzarsi questa eventualità sta mandando in tilt i consiglieri per lavicepresidenza.
Secondo alcuni rumours, tra ieri e oggi il Segretario generale avrebbe cominciato a compiere i primi accertamenti. Ma la questione potrebbe non risolversi semplicemente con le dimissioni da uno dei due incarichi. Finazzo, infatti, al momento del giuramento, così come gli altri 49 eletti, ha firmato una auto-dichiarazione per confermare l’inesistenza di cause di incompatibilità o ineleggibilità. Toccherà adesso agli uffici compiere le verifiche del caso. Il segretario generale, che abbiamo provato a contattare per tutto il giorno per una conferma o smentita, è risultato però irreperibile. Inoltre, la procedura di elezione dei vicepresidenti, secondo alcuni, sarebbe così viziata e andrebbe quindi ripetuta, perché i consiglieri che hanno partecipato alla votazione non erano a conoscenza dell’incompatibilità. “Per quello di cui sono io a conoscenza – dice il capogruppo dell’Udc Giulio Cusumano – Salvatore Finazzo è amministratore delegato di una società che ha vinto una regolare gara d’appalto, ma non ravviso l’incompatibilità visto che non fa parte dell’Amministrazione attiva. Finazzo mi ha detto personalmente che uscirebbe dall’Aula se si trattassero argomenti attinenti alla sua professione. Sarebbe incredibile, invece, se qualcuno dicesse che non sapeva del lavoro del collega, visto che è noto a tutti. Il partito è vicino a Finazzo e gli riconferma la sua stima. Certo non ci incateneremo, così come non lo faremo per le stanze di Palazzo delle Aquile: sono altre le questioni importanti di cui mi occupo e per le quali varrebbe la pena di fare un gesto simile”.
Il neo vicepresidente di Sala delle Lapidi, Salvatore Finazzo (nella foto), che è anche uno degli amministratori della Sicurcenter che ha vinto un bando del comune per la vigilanza privata, assicura: “Nessun conflitto di interessi, se si parlerà di certi argomenti uscirò dall’Aula”.
“Se in consiglio si discuterà di argomenti che avessero una qualche attinenza col mio lavoro, uscirà dall’Aula”. Parola di Salvatore Finazzo. Il nuovo vicepresidente di Sala delle Lapidi, eletto questa mattina e approdato a piazza Pretoria tra le file dell’Udc, mette subito le mani avanti e prova a stroncare sul nascere le possibili polemiche su un presunto conflittodiinteressi.
Salvatore Finazzo, infatti, è uno degli amministratori delegati della Sicurcenter spa, del gruppo Sicurtransport, il cui direttore generale è Luciano Basile e che si occupa di vigilanza privata. E proprio la Sicurcenter, qualche mese fa, si è aggiudicata la gara per il servizio di vigilanza della Galleria d’arte moderna di Sant’Anna. E a Palazzo delle Aquile più di un consigliere, dietro l’assicurazione dell’anonimato, grida al conflitto di interessi e chiede a Finazzo di scegliere tra l’azienda e il ruolo di consigliere, rifacendosi anche ad un’interpretazione del testo unico degli enti locali che sancirebbe l’incompatibilità tra lecariche. “Se così fosse – precisa Finazzo – adotterò le relative misure, ma il lavoro non è una colpa. L’azienda ha sede a Palermo ma opera in tutto il Mezzogiorno, oggi dopo il consiglio sono volato a Bari proprio per lavoro. Ma assicuro che sarò molto cauto, non mi occuperò di cose che possano avvantaggiare l’azienda. Però non posso certo finire in mezzo a una strada, continuerò a lavorare fino alla pensione”.
BIRGI: PER GLI APPALTI SI PRESELEZIONANO ICONCORRENTI
Antonino Chirco
MARSALA (TRAPANI) – La denuncia di Antonino Chirco, presidente de «La Guardia», una società marsalese che gestisce servizi di sicurezza, è di quelle gravi. All’Airgest si contesta di indire bandi di gara «palesemente in contraddizione con i principi di libera concorrenza, parità di trattamento e di non discriminazione di cui all’art. 2 del D. Lgs. 163/2006». Chirco si riferisce al bando per l’assegnazione del servizio di security all’aeroporto Birgi di Trapani, nelle salde mani della palermitana KSM Spa da anni.
Una storia che si ripete, secondo Chirco. «Nonostante per la gara del 18 dicembre 2008 l’Airgest sia stata costretta – prosegue il presidente della cooperativa La Guardia – a non bandire la gara, proprio a causa delle stesse motivazioni che, ora come allora, riguardano elementi di preselezione dei partecipanti alla gara a nostro avviso illegittimi; la stessa società, a distanza di un anno è mezzo, ha pubblicato un bando di gara sostanzialmente identico».
Quanto richiesto nel bando per i servizi di sicurezza in aeroporto, da Airgest, sempre secondo Chirco «non appare coerente con quanto, invece, in altre occasioni, espressamente richiesto dall’ENAC, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, ente competente per la sicurezza degli aeroporti civili». Nulla di nuovo, dicevamo. La «polemica», molto simile, ma con toni ancora piu’ esasperati, fu aperta già nel 2008 dal consigliere provinciale dell’UDC Peppe Carpinteri.«“Questa gara sarà vinta dalla KSM spa”. Peppe Carpinteri (Udc) ha scritto al presidente della Provincia Mimmo Turano, a quello dell’Airgest Salvatore Ombra ed al prefetto Stefano Trotta», riportò, il 29 novembre di due anni fa TrapaniOk. Carpinteri ribadì come «La KSM è l’unica ditta, in provincia, a possedere i requisiti specificatamente richiesti dal bando. Così si escludono tutti gli altri possibili concorrenti», domandandosi, alla fine, «Come mai, l’Airgest, non si è servita del bando dell’ENAC? Ci sono dei motivi ostativi?». In proposito Antonino Chirco è piu’ preciso. Per certificare la «capacità economica e finanziaria» dell’azienda che dovrà gestire la security «secondo quanto disposto dall’art. 41 del D.Lgs. 163/2006, sarebbero bastate due dichiarazioni bancarie», mentre l’Airgest chiede un fatturato di un milione di euro. «Tutti parametri che non sono previsti da alcuna disposizione di legge». Così Chirco bolla gli indicatori di capacità tecnica sempre indicati nel bando Airgest. Questi accorgimenti di Airgest all’interno del bando di gara, denuncia sempre Chirco «preselezionano implacabilmente il partecipante alla gara. Niente di questo, ad esempio, è stato richiesto dall’ENAC per la gara di appalto relativa ai servizi di sicurezza aeroportuali dell’aeroporto di Pantelleria, cui abbiamo regolarmente partecipato» (anno 2004, NdR). Oltre alla preselezione questa situazione ha conseguenze immancabili sui costi dell’appalo: «alcuni partecipanti, potrebbero, se non preliminarmente esclusi, anche scendere al di sotto di tale importo minimo (del prezzo base d’asta, NdR), con un risparmio che potrebbe arrivare anche al 30%. La stessa KSM, ad esempio, in una gara d’appalto di un mese fa in cui parteciparono diversi Istituti di Vigilanza (aprile scorso, per conto dell’ASP, l’Azienda Sanitaria Provinciale, NdR) ha offerto, per servizi analoghi, la somma oraria di euro 16,80 oltre IVA (per l’appalto a Birgi il prezzo è 23,21, imvece, NdR) dimostrando quindi che, se adottato, il principio della libera concorrenza porterebbe solo benefici all’Ente appaltatore. Tale risparmio, limitando a priori l’accesso dei partecipanti alla gara, viene invece irremediabilmente perso». Sulla vicenda ascolteremo la voce di Salvatore Ombra, presidente dell’Airgest.
SCHEDA:
Stefano De Luca
CHI E’ KSM. Una società per azioni con sede a Palermo in via Fra Pantaleo, 11, di proprietà di Rosario Basile (61%) e del figlio Filippo (7%), della signora Gina Pace (2%), nonché della «concorrente» società Metronotte d’Italia srl di Palermo (5%), e della finanziaria palermitana Euro Leasing Company Spa(25%, di cui sono soci gli stessi Basile e ancora la Metronotte d’Italia srl), con un capitale sociale di 1.500.000 euro versato, però, per metà. Nel contorto rapporto fra società di security, un Luciano Basile (residente in via Fra Pantaleo, 11, presso lo stesso Palazzo della KSM!) è poi amministratore delegato e direttore generale della Sicurtransport Spa sempre di Palermo. Società, questa, è presieduta da Stefano De Luca (¹), 68 anni, originario di Paceco (Trapani), già deputato e sottosegretario del Partito Liberale, e nel 1994 eletto al parlamento europeo con Forza Italia. Nel Consiglio d’amministrazione la Sicurtransport Spa ha, poi, nomi, fra gli altri, del calibro del geom. Salvatore Finazzo da Terrasini (parente del prefetto ieri di Trapani oggi di Catania?).
(¹) Stefano De Luca, segretario nazionale del Partito liberale italiano, e Luciano Basile, dirigenti della società di metronotte “Sicurtransport Spa”, sono stati entrambi condannati a sei mesi di reclusione, pena sospesa dal giudice della prima sezione del tribunale di Palermo, Grazia Carollo. Per entrambi l’accusa è di mobbing compiuto in danno ad un loro dipendente, A. C.. L’impiegato, a causa dell’attività sindacale che svolgeva, era stato più volte licenziato dall azienda diretta dai due imputati e poi era stato reintegrato sempre dal giudice del lavoro. Trasferito in una sede disagiata, per l’accusa era stato ostacolato in vari modi per “coartarne la volontà ed indurlo, così, ad autolicenziarsi”. Secondo la parte civile, il sindacalista, per effetto di queste “prolungate condotte vessatorie” si era ammalato. (FONTE: Fascio e Martello)
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Appalti e corruzione in Puglia, ilsistema Trani Collegamenti con la palermitana Sicurcenter di Basile
CRONACA – All’interno della società guidata da Luciano Basile, vicepresidente di Confindustria Palermo, e dal padre Rosario Basile, presidente di Irfis, c’è anche un consigliere del Comune di Palermo, Salvatore Finazzo. Il gruppo Basile ha da poco comprato il colosso IVRI, Istituti di vigilanza riuniti d’Italia. La Sicurcenter spa
Tra gli indagati a piede libero infatti risultano i responsabili della società di Palermo, come Francesco Lupo, 51 anni, palermitano che vive a Bari e che, secondo l’ordinanza, è dirigente della filiale Bari-Santo Spirito della Sicurcenter dopo un paio d’anni passati alla Sicurtransport di Palermo. Un posto prestigioso il suo: l’apertura della filiale della società in Puglia fece molto clamore e grande fu la soddisfazione dell’amministratore delegato della Sicurcenter spa, Luciano Basile, presidente del noto villaggio turistico di Terrasini Città del mare e ad oggi vicepresidente di Confindustria Palermo. Le intercettazioni
Durante una conversazione tra Damascelli e Michele Di Modugno , altro dipendente della Sicurcenter, il cui oggetto di discussione è l’appalto, viene mostrata la volontà di mettersi in contatto con un altro dipendente Sicurcenter, il signor Ninni ovvero Achille Oronzo, un sindacalista , e con Finazzo. Va da sé che si pensi a Salvatore Finazzo, il consigliere del Comune di Palermo e che fa parte del Cda della Sicurtransport, come consigliere delegato insieme a Giuseppe Chierchia e Giuseppe Milazzo. Il Consiglio di amministrazione è poi composto da Nicola De Luca e salvatore D’Armata, Stefano De Luca presidente, e Luciano Basile amministratore delegato e direttore generale.
Anche il nome di Milazzo appare nell’ordinanza. Secondo il verbale di Achille Oronzo, (Ninni), Il consigliere Damascelli voleva incontrarlo. Fu così organizzato l’incontro. A fine ottobre (2013), sarebbero saliti i palermitani, ovvero i vertici dirigenziali della società. Ma Oronzo di quell’incontro non seppe più nulla.
Nel verbale del gennaio 2014, Francesco Lupo, dirigente della filiale Sicurcenter di bari, dichiara di aver ricevuto nella primavera del 2013, da un collega che veniva direttamente da Palermo, il plico della documentazione amministrativa relativa all’appalto del 2013, e di averlo spedito come previsto dal regolamento di partecipazione al bando. Ricevuta da Palermo, la delega per il presenzia mento dell’avvio della procedura di gara, all’apertura del plico, Lupo si era presentato più volte all’ufficio gare e appalti. Ci furono tre proroghe infatti. La quarta volta, si presentò, con la direzione generale di Palermo, «il signor Ninni e il dottor Basile. Quella volta venne data l’aggiudicazione provvisoria». Poi definitiva.
Una storiaccia quella di questo appalto, come si evince nei verbali di VincenzoGiacchetti, legale rappresentante della Vigilanza Notturna tranese, società esclusa dall’appalto. Giacchetti racconta di incontro con il consigliere del comune d Trani, l’avvocato Maurizio Musci, che lo informa del fatto che ci sono «due società disponibili a foraggiare». Una tangente del 10 per cento sull’importo dell’appalto, circa 200 mila euro. L’aggiudicazione definitiva arriva il 29 novembre del 2013.
L’espresso
Ci sono molti modi per tagliare sui costi. Ad esempio assumere fantasmi: si prende l’appalto e non si manda nessuno a vigilare. Come, secondo la prefettura di Cosenza, è più volte accaduto alla sede dell’Inps e delle Poste a Taranto. Per questo, Giuseppe Milazzo, amministratore delegato di “Ivri Servizi Fiduciari”, altra società di portierato nell’appalto Expo, si è visto negare la licenza per la vigilanza nelle province di Foggia, Taranto e Lecce. L’aveva chiesta come amministratore della “Sicurcenter spa” di Palermo che con “Ivri” appartiene al Gruppo Basile. In Sicilia la famiglia Basile è quasi un partito. E non solo per la vicinanza con l’ex presidente del Senato, Renato Schifani. Rosario Basile, che nel 2014 ha rilevato “Ivri” con quasi 24 milioni di perdite, è anche presidente di Irfis, la finanziaria della Regione Sicilia. A Palermo Luciano Basile è vicepresidente di Confindustria. E Salvatore Finazzo, amministratore di società del gruppo, è vicepresidente del consiglio comunale, eletto con l’Udc di Pier Ferdinando Casini. Le contestazioni della prefettura calabrese fanno riflettere sull’organizzazione che proteggerà i visitatori dell’Expo: «Utilizzo improprio delle guardie giurate che tramite ordini verbali vengono allontanate» dalle loro postazioni di vigilanza fissa «per effettuare altri servizi, a causa dell’insufficienza di personale»; orari di lavoro delle guardie armate «di sovente superiore alle 12 ore»; trasporti di valori fino a un milione e mezzo con a bordo due agenti di scorta invece dei tre previsti e rischi gravissimi in caso di rapina. A Torino nel 2013, prima della scalata dei Basile, la polizia scopre che “Ivri” ha risparmiato sui corsi di aggiornamento professionale, sulle esercitazioni di tiro al poligono e sulle dotazioni di sicurezza come il Gps obbligatorio. I colleghi raccontano che la notte del 23 gennaio 2014 la guardia giurata di vigilanza allo stabilimento Indesit di None, in Piemonte, non può fare ispezioni nei reparti al buio: è senza torcia. Non può comunicare: la ricetrasmittente è guasta. Non è addestrata: non ha mai frequentato i corsi obbligatori. Una presenza praticamente inutile.
L’ULTIMA INCURSIONE – C’è tempo per un’altra incursione dentro l’aeroporto di Bresso. La sesta in due settimane. L’ultima. Entrata in pista: ore 5.47. Uscita: 6.50. Domenica 12 aprile, tre giorni dopo la strage al Palazzo di giustizia, non è cambiato nulla. Massimo Sestini, il fotografo, usa addirittura il flash davanti agli hangar. Ci aspettano due aerei parcheggiati all’aperto: il solito Bonanza e il Cessna 182 G-Bmmk, immatricolato in Inghilterra. Il Piper californiano è invece ripartito ieri. Qualcosa di nuovo però dobbiamo riconoscerla. L’Enac ha firmato una deroga agli obblighi antincendio dei piccoli aeroporti. In vista dell’Esposizione universale, Bresso può ospitare i voli commerciali degli aerotaxi anche se i suoi sistemi di soccorso sono limitati. Questo colabrodo diventa il business-airport di Expo. Già, businessis business. Gli affari sono affari. Ci saranno più traffico, più passeggeri. E più aerei incustoditi sul piazzale.
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