PALERMO IL CASO MATTIOLO
22.11.2015
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di Francesco Gangemi
UN CITTADINO ONESTO CHE DENUNCIA IL MALAFFARE DELLA POTENTE ED EQUIPAGGIATA FAMIGLIA BASILE, E PER RITORSIONE È LICENZIATO A CHI DEVE RIVOLGERSI PER ESSERE TUTELATO?
L’ex Guardia Giurata, signor Gioacchino MATTIOLO, per avere denunciato il malaffare dell’equipaggiata famiglia BASILE, è licenziata. La vittima si rivolge con documentate denunce, alle Procure Ordinaria e Generale di Palermo, al Consiglio Superiore della Magistratura, al Capo dello Stato, alla Squadra Mobile di Palermo, ai Commissariati di quella città. E’ stato preso a verbale dal P. M. dott. Tartaglia, s’è rivolto a molti avvocati che avrebbero rinunciato alla sua difesa. E’, senza soluzione di continuità, in serio pericolo di vita come ho avuto modo di scrivere nei precedenti servizi. La moglie, caporale dell’Esercito, ha rappresentato per iscritto tutte le volte che, assieme ai suoi bambini, sono stati minacciati di morte. La signora caporale, invece di stare vicino al proprio onesto marito e padre affettuoso dei loro figli, ha pensato bene ad abbandonarlo chiedendo e ottenendo il divorzio. Se posso esprimere un mio giudizio, e lo esterno, con l’auspicio che essa possa comprendere il tormento dell’uomo che l’ha condotta all’altare. Mi rivolgo con fede cristiana proprio alla compagna dell’uomo che ha giurato davanti a Dio di seguire il marito nella buona e nella cattiva sorte. Faccia, signora caporale, una profonda riflessione e, soprattutto, non si faccia influenzare da persone non degne della Sua onestà. Apra il suo cuore alla serenità dei vostri e non dei suoi bambini. Non me ne voglia, signora! Il tempo comunque è galantuomo. Lei madre e moglie affettuosa e intelligente, potrà sempre ripensarci, soprattutto per far crescere i bambini in assoluta serenità. Chiusa parentesi. Il signor Mattiolo, giacché abbandonato da tutte le istituzioni cui s’è rivolto, a chi dovrà indirizzarsi? Forse, al Padreterno. Ed è ciò che faccio. Caro Padreterno, nella Tua immensa misericordia, specie in questo momento che Sua Santità spalancherà le porte sacre proprio alla “Misericordia”, Ti invochiamo di non lasciare all’arbitrio, di quanti hanno il dovere della tutela dei cittadini onesti, questa nostra e onesta vittima dei soprusi di una potente famiglia. Mi riferisco ai BASILE e alle loro copiose ricchezze, che nonostante le ramificazioni negli ambienti delle coppole storte e malgrado all’interno del settore, orami universalizzato della vigilanza, abbiano la feccia di uomini finanche appartenenti a clan mafiosi, possano continuare a infangare la legge senza alcun contraccolpo. Di seguito pubblichiamo una registrazione audio, e per farla meglio comprendere ai nostri lettori, cerchiamo di renderla il più possibile leggibile in modo che si rendano conto della mafiosità della molto bene equipaggiata grade famiglia. Alcuni colleghi sindacalisti raccontano al signor Mattiolo cosa accade all’interno della KSM, in particolare, mettono l’accento sulla personalità contorta di tale Pipitone, anch’egli guardia giurata e timoniere dell’yatch di proprietà della grande famiglia. Il signor Mattiolo, ha denunciato alla Procura di Palermo gli incontri avvenuti, avendoli appresi nel corso della conversazione, al largo delle coste palermitane, di Rosario Basile con esponenti mafiosi di spicco. Non è dato sapere, almeno fino al momento, le eventuali iniziative che sarebbero state assunte dai magistrati requirenti di quella Procura che da anni stanno portando, sia pure con fatica e con estremo coraggio, avanti il processone riguardo al patto tra “Stato e mafia”. Che spesso si rinnova fino ai giorni nostri. Il Pipitone, è noto essere il braccio destro della grande famiglia ed è quella personcina che assieme a tale Marfia, hanno rovinato alcuni onesti colleghi cui alcuni hanno rimediato a denunciarli. Questi due signori, addirittura, si scatenavano in blitz notturni scavalcando finanche i cancelli dell’azienda come fossero impegnati nella cattura di latitanti. Tali vergognose azioni inquinavano la dignità di quei dipendenti onesti giacché non rispettose del regolamento che annualmente la Questura consegna ai vigilanti, ove sono tracciati i comportamenti che essi sono tenuti a osservare nella loro attività. Fatto sta che il Rosario Basile, comprende che il suo braccio destro debba essere licenziato e il “braccio” cerca qualcuno che possa impedire tale violenta ma necessaria decisione. A chi si rivolge? Ai sindacalisti che scandalizzati avrebbero voluto sbattergli la porta in faccia. Il Pipitone, rompe i freni e comincia a parlare di fatti e misfatti a ruota libera: contesta al potente Rosario nel Belpaese d’impotenti, virilità a parte, le telefonate che il braccio avrebbe fatto con il cellulare di servizio; gli incontri don donne avvenenti, che sarebbero avvenuti nell’yatch, e altri episodi molti gravi che certamente non avrebbero potuto risolvere i sindacalisti. Tant’è che questi riferiscono al braccio di rivolgersi a un avvocato penalista. Al che, il braccio riferisce ai sindacalisti d’avere reso edotto dei gravi fatti cui era a conoscenza, suo cognato, appuntato dei carabinieri. Il Pipitone racconta di essere stato convocato dal suo padroncino Rosario Basile, alla presenza di tutto il suo meraviglioso e inimitabile staff, di Basile ovviamente, e prima d’iniziare ad aprire la boccuccia di rose ordina a tutti i presenti di deporre i cellulari in altra stanza per il timore d’essere intercettato. Inizia la Via Crucis col contestare al suo braccio di essersi portato sulla barca delle donnacce. Il braccio, sorpreso delle sciabolate inferte dal suo padrone, sbalordito risponde che non si sarebbe mai immaginato tanto voltafaccia del suo Rosario poiché si riteneva un figlioccio adottivo, è ha dato tutto se stesso all’azienda. E, addirittura, se si fosse tagliato le vene, il sangue che sarebbe fuoruscito sarebbe stato lo stesso del suo padrone. Medesima rosario recitò un tale Marino in occasione di una riunione di vigilanti. Infine, il collega del signor Mattiolo, gli notifica che la KSM è un’azienda dove corre il pericolo, e che sia il Pipitone sia il Marfia pagheranno quando la verità verrà fuori. Quado, quando, quando. La supposizione del signor Mattiolo è che il Rosario Basile, avvertito da chi indaga sui summit mafiosi, non abbia altra scelta se non quella di licenziare il Pipitone invece di continuare a tenerselo quale braccio probabilmente armato. La cosa più disgustosa, a dire dei colleghi del Mattiolo, è vedere Basile, passeggiare a braccetto con chi avrebbe il dovere istituzionale di farlo arrestare. La vittima, ha riferito alla Procura di Palermo gli accadimenti sopra abbondantemente citati. Nulla, si muove.
Ecco, perché, Padreterno ci rivolgiamo alla Tua misericordia giacché Tu solo puoi rendere giustizia ai sacrificati da quelli che, come ricorda Sua Santità, non sono benedetti da Dio. Tu Padreterno, se l’ultima spiaggia, poi il buio!
SUPPORTO AUDIO
TRASCRIZIONE FILE AUDO TRA MATTIOLO, S, C, E UN PARENTE DI GIOACCHINO
Con la lettera “M” indico Mattiolo, con la lettera “S” indico un interlocutore e con la lettera “C” indico altro interlocutore.
“S: UNO LE COSE LE DEVE SAPERE BENE… C: MA QUE CHIDDU I PIPITONE… S: U PIPITONE…IL PROBLEMA, LUI E’ VENUTO… M: MA CHE E’ BRIGADIERE QUESTO PIPITONE?… S: SI, BRIGADIERE, IL PROBLEMA E’ CHE LUI E’ VENUTO DA NOI AL SINDACATO NON E’ CHE IO LO ANDAI A CERCARE, SAPENDO QUELLO CHE FACEVA LA NOTTE, DISSI: MA CHI MINKIA TI DEVE AIUTARE….IO SENTIVO, I PICCIOTTI MI DICEVANO CHE SCALVALCAVA IDDU MARFIA, MA DI PIU’ ERA MARFIA CHE SCALVALCAVA LA NOTTE CAMURRIE E COSE, E QUANTE DENUNCE GLI HANNO FATTO A QUESTO CHE FINO A ORA TU LO SAI FINO CHE NON S…EHH..QUESTO SIGNORE E’ VENUTO DA NOI AL SINDACATO… QUESTO VINNI DA, E C’ERA… E GLI HA DETTO: LEI HA RACCONTATO ALL’AVVOCATO, PERCHE’ IL GIOVEDI C’E’ L’AVVOCATO, HA PARLATO CON L’AVVOCATO DEL SINDACATO , CHE LO HANNO CONTESTATO PER I TELEFONINI, POI…PERCHE’ SI PORTAVA FEMMINE NELLA BARCA (SI RIFERISCE ALLO YATCH DI BASILE NDR)… ALTRE PERSONE:NELLA BARCA NELLO YATCH… S: IO DICO BARCA, LUI GIURA E CONTRO GIURA, LUI HA PARLATO CON L’AVVOCATO DEL SINDACATO DI DETERMINATE COSE E , LUI GLI DICE CHE NON POSSONO AIUTARLO, PERCHE’ NON E’ COSA DI LAVORO, PERCHE’ L’AVVOCATO E’ DI LAVORATORE MA E’ UNA COSA PENALALISTA, POI NOI SIAMO ANDATI LA, PERCHE’ VOLEVA ESSERE ASCOLTATO DA UN DIRIGENTE SINDACALE, MA NON ABBIAMO PARLATO DI QUELLE, POI SENTENDO ALTRE COSE, PERCHE’ SENTENDO U COLLEGA CHE DICE NON E’COSI’… ALTRE PERSONE:PERCHE’ NON SONO COSE INERENTI AL SINDACATO… S: NOI NON POSSIAMO, POI DICO, CI SONO COSE PIU’ GRAVI, LUI HA PRESENTATO RELAZIONE DI QUELLO CHE E’ SUCCESO CON GALVANO, COME CAZZO SI CHIAMA … GALVANO, IO NON PARLAVO PERCHE’ TU LO SAI, VIENE QUELLO E MI RACCONTA: TU SAI TIRITU’ E TIRITA’, POI GLI MANDERANNO QUALCOSA CHE GLI DEVONO RISPONDERE; ORA LUNEDI’ ABBIAMO AVUTO L’INCONTRO, ORA SI ASPETTERA’ QUALCOSA, L’AVVOCATO NOSTRO (DEL SINDACATO ndr) DI QUELLO CHE HA DETTO LUI E DI QUELLO CHE DICEVA, CHE SI DEVI PRENDERE UN AVVOCATO PENALE, PENALISTA, IO TI POSSO AIUTARE COME LAVORATORE… MA: TU FILIPPO BASILE CHE VAI DICENDO CHE IO SONO UN INFILTRATO CHE STO INDAGANDO SUI TUOI BENI, IL MOTIVO DELLA MIA SCESA NON PIU’ A LAVORO PERCHE’ LA VERITA’… S: PERCHE’ IO NON VI CONOSCO CI MANCHEREBBE, QUANTE VOLTE SCENDAVAMO PER LO SCIOPERO.. M: QUINDI ALLA FINE QUESTA GENTE PER ME E’ GENTE STUPIDA… S: ORA, DICIAMO NOI, NON E’ CHE NOI LO STIAMO AIUTANDO PEPPINO, STIAMO PARLANDO… PEPPINO: NON E’ UN DISCORSO SINDACALE MI DISPIACE… C: PERO LUI QUANDO ERA DI SERVIZIO ANDAVA A ROMPERE I COGLIONI ALLE PERSONE, QUANTI PADRI DI FAMIGLIA HACONSUMATO… S: LUI E’ VENUTO CON I SUOI PIEDI DA NOI E NON LO POSSIAMO MANDARE, LO DEVI AIUTARE IL LAVORATORE, PURE AL PIU’ TINTO CHIODO DELLA CARROZZA, PERO’… M: E’ VERO, COME SINDACATO LO DEVE AIUTARE… S: COME SINDACATO LO DEVO AIUTARE, ORA LUI NON SO CON CHI HA PARLATO, HA UN PARENTE, COGNATO DEI CARABINIERI… M: SI, HA UN COGNATO CHE E’ APPUNTATO DEI CARABINIERI… S: E’ UN’AZIENDA DISANURATA, IO CI AVREI FATTO UN CULO COSI’ ALL’AZIENDA, DI TUTTE QUELLE COSE CHE SO ANTICHE E MODERNE, ARRIVATO A UN CERTO PUNTO FACCIO ATTIVITA’ SINDACALE ED AIUTO I COLLEGHI…DICE CHE A IDDU GLI CHIAMAVA UNA CERTA VALENTINA.. ORA TI SPIEGO LA SITUAZIONE, SICCOME LUI E’ STATO CHIAMATO DALL’AZIENDA, CHIAMATO DALL’AZIENDA LUI CI ANDO’, VIENI PERCHE’ TI DEVE PARLARE L’AVVOCATO (ROSARIO BASILE NDR) LUI CI ANDO’…APPENA ARRIVATO LA’, QUELLO E’ SALITO, DI PAOLA E’SALITO PURE ANDO’ A PRENDERE I FOGLI, APPENA SI SONO SEDUTI, L’AVVOCATO (ROSARIO BASILE NDR) A CHE SIAMO TUTTI QUA, PIGLIAMO I TELEFONINI E LEVIAMO I TELEFONINI CHE ABBIAMO IN TASCA, QUELLO AVEVA IL TELEFONO DELL’AZIENDA E GLI L’HA DATO.. .HANNO PARLATO UN’ORA, DISCORSI DI QUA, DELLA FEMMINA CHE SI PORTAVA…IO HO LE PROVE GLI DICE (BASILE NDR), LUI, IL PIPITONE RISPONDE: AVVOCATO MA CHE STA DICENDO… LEI MI STA PROPRIO DELUDENDO.. M: MA L’HA DETTO LUI CHE GLI HANNO FATTO POSARE I TELEFONINI A TUTTI?… S: SI LUI L’HA SCRITTO PURE NELLA RELAZIONE… M: LO SAI PERCHE’ GLI HANNO FATTO POSARE I TELEFONINI A TUTTI?… S: PERCHE’ CHE POSSANO REGISTRARE?… MA: NO! SE IO DEVO PARLARE A TE DI COSE GROSSE, FACCIO POSARE I TELEFONINI A TUTTI IN UNA STANZA A PARTE, ANCHE SE IL TELEFONO E ‘ SPENTO ED IO CHE SONO DELLA POLIZIA STO INVESTIGANDO SU DI TE, PURE CHE IL TELEFONO E’ SPENTO ENTRO NEL TUO TELEFONO E SO TUTTO QUELLO CHE SUCCEDE.. S: QUANDO GLI DICE L’AVVOCATO: LEI HA PORTATO LA FEMMINA… C: MA IO NO LO SO SE GLI FINISCE MALE PURE A LUI, MARFIA!… M: QUESTO PURE UN’ ALTRA COSA, QUESTO LO VIENE A CHIAMARE, TUTTI E DUE USCIVANO ASSIEME, PURE LO VENGONO A CHIAMARE … DI QUELLO CHE PENSO IO, POI NON LO SO… S: NIENTE, POSO’ I TELEFONINI, E GLI DICEVA STE COSE, IL PIPITONE A ROSARIO BASILE, CHIAMANDOLO AVVOCATO, GLI DICEVA CHE LO STAVA DELUDENDO, COME IO CHE SONO UN UOMO DLL’AZIENDA, FIGLIO ADOTTIVO COME MARINO, IO, SE MI TAGLIANO QUA LE VENE ESCE BASILE… M: TI RICORDI CHE DISSE (MARINO NDR) IO SONO IL FIGLIO ADOTTIVO DELL’AVVOCATO BASILE… S: SI! PRIMA LO DISSE A ME E, POI IN UNA RIUNIONE…”.
4°REGGIMENTO GENIO GUASTATORI
CASERMA CIRO SCIANNA
CORSO CALATAFIMI 1000-90131 PALERMO
Io sottoscritta 1°CM////////////,nata a///////il////,effettiva ed in servizio presso 4°RGT GUASTATORI in Palermo, dichiara spontaneamente quanto segue.
Il mio compagno, convivente Gioacchino Mattiolo, nato a Palermo , il 15-12-1973, padre di nostra figlia //////, di appena 18 mesi di età, nell’esercizio della propria professione di Guardia Particolare Giurata, presso l’istituto di vigilanza KSM SECURITY, con sede Palermo, risultava essere testimone oculare di fatti e circostanze di rilevanza penale, per i quali ha presentato denuncia nei confronti del titolare del sopra citato Istituto di vigilanza, presso il Tribunale di Palermo. Tale denuncia è stata registrata con il protocollo nç9296/12 R.G.N.R. In data 03-12-2012.A seguito di tale denuncia hanno avuto inizio una lunga serie di accadimenti nei confronti del mio nucleo familiare, che in seguito vengono evidenziati:
-Aprile 2012:venivo avvicinata, mentre ero con la mia bambina, da n°2 persone adulte di sesso maschile, che i esortavano a convincere il mio compagno, affinché non presentasse alcune denuncia sui fatti a lui noti, pena il rischio dell’incolumità’ fisica della mia persona e mia figlia.
-Maggio 2012:mentre mi accingevo ad aprire la mia automobile, mi rendevo conto, che la stessa risultava avere i quattro pneumatici forati/tagliati in maniera dolosa, venivo informata dal mio compagno di numerosi controlli a distanza e contatti verbali, effettuati da persone adulte di sesso maschile a noi sconosciute.
-Giugno 2012:mi accorgevo di essere seguita nel tratto stradale che va dalla mia abitazione sino in Caserma e viceversa, da un uomo a bordo di una motocicletta di grossa cilindrata a me sconosciuta.
-Luglio 2012: mentre percorrevamo con il mio nucleo familiare, il tratto autostradale PA-ME, in direzione Messina, all’altezza dello svincolo di Termini Imerese, venivamo quasi urtati da un’altra automobile (BMW 320 di colore blu), che procedendo nello stesso senso di marcia, produceva delle manovre tendenti a fare andare fuori strada il nostro veicolo, guidato dal mio compagno. Di ciò’ prontamente , veniva informata la Polizia Stradale.
-Agosto 2012: ricevevo nella cassetta della posta, presso la mia abitazione , dei foglietti contenenti delle croci.
-Settembre/Ottobre 2012: venivo seguita secondo la modalità’ già’ indicata per il periodo di Giugno 2012.
-Dicembre 2012: Uscita dalla Caserma per fine servizio mentre ero alla guida della mia automobile, dopo qualche centinaio di metri, venivo accostata da uno scooter con a bordo un uomo adulto, che proseguendo la marcia, mi minacciava di morte se il mio compagno non avesse ritirato la denuncia già inoltrata mesi prima presso il Tribunale di Palermo.
-Gennaio 2012: ricevevo nella cassetta postale presso la mia abitazione, una busta contenente n°1 foto, che ritraeva il mio nucleo familiare, con i visi di ognuno di noi evidenziati con dei cerchi.
I fatti e le circostanze, sono state comunicate al Magistrato assegnatario del procedimento su citato.
Data ////////////////////// In Fede
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