La domanda se la Forestale fosse (prima) o sia stata avvertita (ora), è estremamente pertinente e il “tempo” dei verbi è molto importante in questi casi. Chi sono coloro che hanno dato ordine di fare scavi nel giardino, magari arrecando danni ai secolari cipressi di proprietà pubblica, in uno spazio che, forse, dovrebbe essere sotto il controllo della Soprintendenza dei beni Archeologici? Qualcuno aveva detto che il Comune non c’entrava niente.
Giovedì 12 novembre scorso, il nostro periodico Ex-Libri/SangiPRESS si era interessato per sapere se la Forestale fosse a conoscenza di qualcosa.
Tutto questo, molto prima che il vento abbattesse cipressi che avevano resistito, per secoli, al vento.
Dai cipressi de “I Sepolcri” a quelli di Bolgheri, da quelli di San Guido a quelli del Santa Chiara.
Sui libri è scritto dei primi, mentre di quelli del giardino della Biblioteca comunale, nonché della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, oltre che della Spezieria di Santa Fina, ancora no.
“All’ombra de’ cipressi…
…alla terra non fecondi questa
bella d’erbe famiglia…”
“Ma un asin bigio, rosicchiando un cardo
Rosso e turchino, non si scomodò:
Tutto quel chiasso ei non degnò d’un guardo
E a brucar serio e lento seguitò.”
Parole sante, verrebbe da dire… ma i cipressi del Santa Chiara non sono nei versi del Foscolo o del Carducci, sono citati in atti politici, ma non ancora in atti legali o giudiziari.
Una cosa è certa, se vi fosse un responsabile, i cipressi sarebbero “schietti” nel dire “Ben lo sappiamo: un pover uom tu se’.”
giorgio mancini
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