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IL CSM TRASFERISCE MAGISTRATI SOTTO INCHIESTA PER LA PRESUNTA SPARTIZIONE DEI BENI CONFISCATI ALLA MAFIA, MENTRE IL PROCESSONE DEL PATTO TRA STATO E MAFIA SI TUFFA IN ORIZZONTI LONTANI. IN QUESTO BORDELLO IL CITTADINO MATTIOLO, COLLABORATORE DI GIUSTIZIA, E’ ABBANDONATO AL SUO AMARO DESTINO GIACCHE’ C’E’ DA COPRIRE L’INTOCCABILE E MAFIOSA FAMIGLIA BASILE.
Nostra inchiesta. Continua dagli anni precedenti. Senza dubbio, la Procura di Caltanissetta è la più attiva e seria del nostro Belpaese. I Magistrati non si prestano a compromessi e amministrazione con serenità la giustizia. Quella vera. Non ha perso tempo, a segnalare al CSM la bomba scoppiata nel Tribunale di Palermo. Non è la prima. Il CSM concede alla stampa la seguente nota: “Abbiamo assunto questa decisione tempestivamente – afferma la presidente della Commissione, dr.sa Paola Balducci e il relatore Pierantonio Zanettin – perché siamo convinti della necessità di tutelare l’immagine ed il prestigio della magistratura palermitana, cui il nostro Paese tanto deve nella lotta alla Mafia. La credibilità della funzione giudiziaria, in un’area connotata da una pervasiva presenza della criminalità mafiosa – dice Balducci – rappresenta un insostituibile baluardo a tutela della legalità. Siamo stati tempestivi nell’apertura della pratica, come era doveroso, e saremo tempestivi e rigorosi nell’accertamento dei fatti e nell’adozione di provvedimenti di nostra competenza”. Sono coinvolti nell’affaiere, la dr.ssa Silvana Saguto, presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo. Tommaso Virga, ex consigliere del Csm e presidente di sezione dello stesso Tribunale. Dario Scaletta, P. M. Dda di Palermo e Lorenzo Chiaramonte, altro giudice delle misure di prevenzione che pure ha lasciato il suo posto. Il turbamento prodotto da questa vicenda riguarda l’autogoverno della magistratura, afferma il dottor Legnini e siamo in contatto con il presidente del Tribunale di Palermo, Salvatore Di Vitale, che è intervenuto con tempestività e sensibilità. Oltre all’accertamento dei fatti c’è un altro obiettivo prioritario, assicurare la prosecuzione del lavoro del Tribunale, che già il presidente sta assicurando. Vorremmo segnare un’accentuazione del rigore nella valutazione di quanto accade negli uffici giudiziari. Saremo sempre vigili”.. Il dossier “avrà una corsia preferenziale, abbiamo chiesto risposte in tempi brevissimi pur con i limiti di potere che ha, è sempre molto tempestiva nei suoi interventi e fa tutto quello che la normativa vigente le consente. Se il legislatore modificasse le norme e ci consentisse interventi anche in prevenzione, ne saremmo lieti”. Sarebbero sotto la lente d’ingrandimento la figlia della Saguto, avvocati, commercialisti e faccendieri. Ora, vorrei chiedere al coraggioso e senza paura magistrato scrittore, dr Di Matteo, di convocare e fare verbalizzare la guardia giurata signor Gioacchino Mattiolo, licenziata dalla potente famiglia Basile sol perché ha avuto la dignità di denunciare il sistema mafioso che divora la coscienza di molti dipendenti che operano e agiscono in nome e per conto dell’intoccabile e potente gruppo di vigilanza. La vittima, è un autentico testimone di giustizia, non solo non protetto dalle forze dell’ordine, addirittura moralmente schiaffeggiato da alcuni commissariati di Polizia. Sentito dal P. M. dr Tartaglia, il quale gli chiede se faccia parte dei servizi segreti, e dopo il delirio, il silenzio. Il signor Mattiolo, non mi stanco di ripeterlo, è stato inseguito da malviventi pistola alla mano, lungo le vie principali di Palermo; è soggetto a lettere minatorie di minacce; è giornalmente esposto ad agguati mortali e lo Stato dell’agrigentino Angelino Alfano, non lo protegge. Da ultimo, il signor Mattiolo ha chiesto l’intervento dell’Arma e speriamo che molto presto sarà posto sotto tutela dagli uomini della quarta forza armata. Chi denuncia non ha scampo. Questa è la risposta della magistratura e per essa dal governo? Non trova occupazione nel settore specifico giacché i titolari delle società di vigilanza, pur avendone necessità, quando sanno che proviene dal gruppo Basile, si nascondono dietro la loro visibile vigliaccheria. Ora, il signor Mattiolo s’è rivolto alla Procura di Caltanissetta e al CSM, dopo aver inutilmente inoltrato denunce circostanziate a molte altre competenti autorità, senza ricevere risposte. In che Paese viviamo? Di balocchi e profumi? E’ possibile che presso la Procura di Palermo non vi sia un magistrato di buona volontà che avverta il dovere istituzionale di dare una risposta seria a una persona che denuncia la mafia e la corruzione?
LE DENUNCE PRESENTATE AI CARABINIERI.
LA PRIMA A OTTOBRE 2014. DUE FOGLI, IN CUI DENUNCIAVA PRESSO LA STAZIONE DEI CARABINIERI DI PIAZZA MARINA, IL TENTATIVO D’OMICIDIO DEL SOTTOSCRITTO, DA PARTE DI PERSONE SCONOSCIUTE A BORDO DI UN SCOOTER BEVERLY, CON TARGA BW52513, CON PRECISIONE IL PASSEGGERO ARMATO DI PISTOLA (REVOLVER) A VISO SCOPERTO, IL GUIDATORE CON CASCO INTEGRALE. SUL NUMERO DI TARGA SI CELA UN MISTERO GIACCHE’ UNA PRIMA VOLTA RISULTA DENUNCIATA PER FURTO. SUCCESSIVAMENTE, A DISTANZA DI QUALCHE ANNO, LA MOTORIZZAZIONE IMMATRICOLA UPER MOTO DI GROSSA CILINDRATA , CHE POI E’ DEMOLITA. INFINE, SPUNTA UNA TARGA DI COPERTURA, DATA ALLE FORZE DELL’ORDINE. NESSUNO MI HA MAI SENTITO SU QUESTA DENUNCIA.
SECONDA DENUNCIA FATTA IL 9 GENNAIO 2015, PRESSO LA STAZIONE DEI CARABINIERI SITA ALLA VIA UDITORE, DOVE PONEVO IN EVIDENZA IL PEDINAMENTO PER TUTTO IL TEMPO CHE ERO STATO FUORI, DA PARTE DI DUE INDIVIDUI A BORDO DI UNO SCOOTER MARCA HONDA SH,TARGATO CK21937, CHE DOPO AVERLI PERSI LI RITROVAVO VICINO ALLA MIA ABITAZIONE CERCANDOMI E TRAVISATI. ANCHE PER QUESTA DENUNCIA, NESSUNO MI HA CONTATTATO. STESSA COSA RIPETUTA IN PRECEDENZA E DENUNCIATA ALLE AUTORITA’ COMPETENTI, GIACCHE’ NON E’ LA PRIMA VOLTA CHE CERCANO D’AMMAZZARMI, COMPRESA LA MIA FAMIGLIA.
HO FOTO RIGUARDANTI DUE TIZI IN OCCASIONI DI DIVERSE E CITTA’, SU VEICOLI SPROVVISTI DI TARGA. UNA LA PRIMA VOLTA A PALERMO. ACCOSTANDOSI AL MIO SPORTELLO, MI DICEVA CHE SAREI MORTO PRESTO- CERCAVO DI SPERONARLO CON L’AUTO, MA RIUSCIVA A SCAPPARE PASSANDO CON IL SEMAFORO ROSSO. IL SECONDO, NEL MESSINESE AVENDOMI AVVISTATO, SI PORTAVA REPENTINAMENTE INFISCHIANDOSENE DL TRAFFICO, VERSO LA MIA PERSONA. RIUSCIVO A NASCONDERMI E TENTAVO DI AVVISARE LE FORZE DI POLIZIA, MA NON RIUSCIVO A METTERMI IN COMUNICAZIONE PER ASSENZA DI SEGNALE. IN TUTTI E DUE I FATTI, VI ERA PRESENTE UN TESTIMONE, COME SONO PRESENTI TUTT’ORA TESTIMONI PER TUTI GLI APPOSTAMENTI CONTINUI, CONTROLLI SOTTO CASA MIA DA PARTE DI GENTE SCONOSCIUTA E PER NIENTE RACCOMANDABILE. SI CAPISCE BENISSIMO CHE CERCANO DI TROVARE IL MOMENTO GIUSTO PER UCCIDERMI. DI QUESTI FATTI NON HO SPORTO DENUNCIA VISTO CHE NON VENGO CONSIDERATO E QUASI UN FASTIDIO PER CHI DEVE REDIGERE LA DENUNCIA.
Al prossimo, le prove.