Ancora una volta, dopo 763 anni, si è ripetuto il “miracolo” delle viole di Santa Fina. Come ogni anno, il 12 marzo, qualsiasi sia il tempo, primaverile, gelido o ventoso come oggi, si ripete quel miracolo delle violette gialle che appaiono sulle antiche mura e torri di San Gimignano. Come pennellate di colore che giorni prima non ci sono, ma poi, improvvisamente, una misteriosa e artistica mano decora le vestigia della città delle torri, le violette gialle appaiono col loro misterioso fascino nei luoghi più impervi. Fiorellini che non si possono piantumare, non si possono programmare nella loro fioritura, ma sempre, nel giorno della ricorrenza della morte di quella Santa Bambina, Fina dei Ciardi, appaiono per ricordare quella ragazzina di 12 anni amata e proclamata Santa a furor di popolo dai sangimignanesi, molto devoti a questa figura, che sono orgogliosi di averla come compatrona, insieme a San Gimignano.
Nella tradizione dei “vecchi sangimignanesi”, ma anche raccontato da religiosi, ormai scomparsi, ma attendibili per la loro vera fede e cultura, si diceva che se le violette di Santa Fina, non fiorissero in quel giorno, non sarebbero un segno di buon auspicio, ma il preavviso di un anno, se non nefasto, certamente non bello e tranquillo. Fenomeno simile, con tutto il rispetto, alla credenza del “miracolo” della liquefazione del sangue di San Gennaro. Negli anni che le violette gialle non fiorirono o, il 12 marzo, fiorirono appena, si registrarono anni tristi. Vero, falso? Senz’altro la devozione semplice e schietta delle vecchie generazioni, per la Santa Bambina, è sempre meno percepita da un culto religioso “imbastardito” dal tempo e dalla modernità. Qualcuno ha ricordato che in questo 2016 ci sono troppi venti di guerre nel mondo, oltretutto è un anno “bisesto”.
giorgio mancini
© TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Il “miracolo” delle viole di Santa Fina: serenità o presagi
Pubblicato in Cronaca |