Salerno (Campania) 20 aprile 2018

Il mondo di “dentro” “rappa” con quello di “fuori”

Questo libro propone un’analisi socio-educativa realizzata all’interno del carcere minorile di Airola, svolta dall’Autrice, che lavora istituzionalmente con i ragazzi devianti da venti anni.
Attraverso l’osservazione e gli interventi educativi culturalmente e socialmente accettato e apprezzato, gradito ai ragazzi: la musica rap. La forte valenza espressiva di questa cultura e le relazioni positive, che si creano attorno ad essa, costituiscono uno strumento “terapeutico” che aiuta a sciogliere i “nodi dolorosi” di chi è portatore di disagio sociale ed esistenziale.
L’uso di questo linguaggio musicale, in una situazione di restrizione della libertà personale, rappresenta una strategia pedagogica efficace, per creare un canale di comunicazione tra il “mondo interno” e quello “esterno” degli adolescenti: trasmette messaggi sociali, convoglia energia ed umori giovanili. Può essere, quindi, definito un “bene culturale esperienzale”. L’elevato coinvolgimento emotivo prodotto dalla musica rap, da parte di chi crea come da parte di chi fruisce, la rende uno strumento di arricchimento personale e culturale, da utilizzare come un potente mezzo nell’ambito pedagogico e da tenere presente nella programmazione dei piani educativi e trattamentali per i caratteri difficili e devianti, perchè “Il suono che parla” spiana la strada ai sentieri identitari ed espressivi degli adolescenti e dei giovani.
Rosa Vieni Sensibili alle foglie #exlibriscafè #polla Se passi fermati