Milano (Lombardia) 13 gennaio 2017

Il prof. Franco … e la scuola !!!!

La scuola con il passare degli anni è stata violentata”. Non usa mezzi termini Il prof. Francesco Franco docente di ruolo da oramai 20 anni. E’ amareggiato , e non lo nasconde.Noi docenti mai ci siamo tirati indietro, ore di lavoro che nessuno ha mai riconosciuto, salvo dire che noi insegnanti lavoriamo poco, abbiamo troppe vacanze. Nel 2002/2003 arriva la Moratti, viene ridefinito il tempo scuola: ore obbligatorie, ore opzionali, viene inserita nel curricolo una seconda lingua obbligatoria. Prima nelle classi a tempo prolungato c’erano 5 ore di una lingua straniera adesso in tutte le classi ci sono tre ore d’inglese (obbligatorie) e due di seconda lingua. Le classi a tempo prolungato diminuiscono e con la riforma Gelmini aumenta il numero degli alunni nella singola classe. Praticamente tutte quelle attività (educazione alla legalità, educazione ambientale, attività di recupero per gli alunni con difficoltà, attività di potenziamento per gli alunni dotati, corsi d’italiano per i ragazzi stranieri) scompaiono.

Lei parla di tagli alla scuola. Quali sono stati gli effetti?

Tagli e tagli in questi ultimi anni senza alcun criterio. Non arrivano fondi per i corsi d’italiano agli stranieri (ci siamo ridotti a chiedere ai docenti in pensione o a volontari un aiuto per questi ragazzi) come si fa con classi con 26/28 alunni tra cui con DSA, diversamente abili, stranieri e genitori che arrivano urlando e difendendo sempre i loro figli .Il mondo della scuola può e deve riprendersi.

Mi auguro che i miei colleghi possano aprire gli occhi. E’ il momento di dirlo chiaro e tondo a quei politici votati quasi sempre dalla categoria. Il mondo scolastico si può risollevare solo con una presa di consapevolezza del ruolo del docente nell’attuale realtà, non siamo missionari ma professionisti preparati nella nostra disciplina e capaci anche di discutere di economia, di legalità, di felicità; non possiamo riempire le teste dei nostri ragazzi di soli contenuti ma dobbiamo educarli al pensiero critico.Il problema italiano non è solo economico ma sociale, culturale. Nella vita di tutti giorni la scuola esiste e resiste grazie a noi docenti che entriamo in classe e dimentichiamo le altre questioni davanti ai nostri ragazzi che arrivano a volte con storie più grandi di loro.