Trieste (Friuli-Venezia Giulia) 18 giugno 2016

Il rigassificatore metterebbe a rischio Trieste e Slovenia

Durante una conferenza stampa, che si è tenuta presso la sede del Movimento Trieste Libera, in Piazza della Borsa 7 a Trieste, l’associazione ambientalista Greenaction Transnational e l’organizzazione internazionale Alpe Adria Green hanno spiegato i rischi del terminale di rigassificazione della multinazionale Gas Natural di Zaule approvato il 30 maggio scorso dal ministero italiano dell’Ambiente. Come nel corso della conferenza ha illustrato Roberto Giurastante l’impianto, se realizzato, sorgerebbe in un’area in cui sono presenti numerosi impianti industriali a rischio di incidenti rilevanti, come l’inceneritore della città di Trieste, il terminal petrolifero, depositi costieri di carburante e di ossigeno liquido e la Ferriera di Servola. Un incidente grave al terminal petrolifero, dunque, avrebbe un’alta probabilità di “effetto domino” mettendo a rischio l’intera città di Trieste e il suo territorio, ma anche il territorio limitrofo della Slovenia.
Per il 23 giugno, le due organizzazioni ambientaliste hanno indetto una analoga conferenza stampa ed una tavola rotonda sull’argomento a Ljubljana, capitale della vicina Repubblica di Slovenia, alla quale sono invitati rappresentanti del porto di Koper (Capodistria), del governo sloveno e delle rappresentanze diplomatiche accreditate a Ljubljana, in particolare dell’Austria, dell’Ungheria, della Germania, della Cechia e della Slovacchia, paesi che sono utenti dei due porti di Trieste e Koper, nonché i corrispondenti della stampa internazionale.
L’impianto di rigassificazione di Zaule, proposto dalla multinazionale spagnola Gas Natural Fenosa attraverso la società Gas Natural Rigassificazione Italia S.p.A., che ha sede a Trieste, è un progetto on-shore della capacità di 8 miliardi di metri cubi all’anno. Costituiranno l’infrastruttura due serbatoi criogenici di gas naturale liquefatto di 140 mila metri cubi ciascuno, cinque vaporizzatori di acqua di mare e due vaporizzatori a fiamma sommersa come back-up e come sistema di emergenza. L’impianto sarà servito da un pontile per l’attracco di navi metaniere con una capacità di 70-145 mila metri cubi. Il gas naturale liquefatto riportato allo stato gassoso verrebbe poi immesso nella rete nazionale italiana attraverso un gasdotto marino Zaule-Grado-Villesse. Per la realizzazione del progetto è previsto un investimento a capitale privato superiore a 500 milioni di euro.Il progetto definitivo del rigassificatore è stato depositato il 26 settembre 2011.