SAN GIMIGNANO – Dopo esattamente 618 anni, c’è stato qualcosa di nuovo sul complesso del San Domenico, consacrato, come convento, proprio il 2 ottobre 1396. E dopo tutti questi secoli, una conferenza stampa, proprio il 1° ottobre 2014, per comunicare che la città delle torri passa, ora, da una proprietà del 33% al 55% di quello che fu, prima, l’antica chiesa di S. Stefano in Canova, poi convento, dove i domenicani lo abitarono fino al 1787. Diventato ospizio e successivamente adibito per l’ergastolo femminile, dal 1849 divenne penitenziario maschile. Era il 17 novembre del 1991 quando la struttura, che occupa quasi 7,5mila metri quadrati, in pieno centro a San Gimignano, fu dismessa e chiusa, restando di proprietà del ministero degli Interni; nel 2011 si arrivò poi al passaggio dallo Stato agli enti locali.
Riguardo a cosa poterci fare ne è stato parlato per anni: le idee sono state tante, ma mai è stato concretizzato quanti soldi serviranno per iniziare i lavori e portarli a termine, riconsegnandolo alla città per farlo diventare un fulcro reale di attività culturali, sociali ed economiche.
Se ne parla da decenni e lo stesso Antonio Paolucci, quando era ministro, vi fece visita. L’idea di un teatro, almeno estivo, era stata avanzata invece dalla Fondazione Toscana Spettacolo, ma a tutt’oggi la grande struttura è lì, ferma e in abbandono, se non per ospitare, in modo molto provvisorio, qualche associazione locale.
Le Province, di fatto diventate secondarie almeno al momento, sono costrette ad inventare stratagemmi per abbandonare quote di possesso di “proprietà” che non possono più gestire.
A San Gimignano, oggi, è stato siglato l’atto con il quale la Regione Toscana e il Comune di San Gimignano fanno passare le quote delle loro “proprietà” dell’ex Carcere ed ex Convento San Domenico dal 33 % al 50 % ciascuno. Per cercare di far ben capire, il Comune e la Regione si sono divisi, in parti uguali, quell’altro 33 % appartenuto, prima, alla Provincia di Siena. La quota è stata ceduta, ufficialmente, in modo gratuito, agli altri due “soci”. Ed ora siamo all’oggi, che è già futuro.
L’assessore regionale alla cultura e turismo Sara Nocentini ha sottolineato, davanti ai giornalisti, al sindaco Giacomo Bassi, all’assessore al turismo locale Carolina Taddei e a Perluigi Sacco, direttore della candidatura per Siena capitale europea della cultura, che siamo di fronte ad un progetto concreto che si inserisce nei progetti regionali che vedono, come strategia, gli investimenti per la cultura anche come mezzo per far ripartire l’economia locale. Il sindaco Bassi ha dichiarato che il recupero del San Domenico deve essere, inoltre, un volano per migliorare la qualità di San Gimignano, non solo per i turisti, ma per la qualità della vita degli stessi residenti. Anche per Pierluigi Sacco, una città che è già patrimonio dell’Unesco diventa un simbolo importante per evidenziare la scelta di Siena capitale europea. Nella piccola chiesa del vecchio carcere, con un altare del ‘600, Bassi ha illustrato alla stampa, con una serie di diapositive, il progetto di quello che dovrebbe essere il grande “restyling” del San Domenico. Il vero e reale problema, ora, sarà trovare i tanti milioni che serviranno per questo progetto, in un momento di estrema difficoltà economica e, cosa non indifferente, in un periodo dove un ipotetico aiuto sarebbe potuto giungere dalla Fondazione del Monte dei Paschi di Siena, ma la cronaca ci racconta altre verità.
giorgio mancini
Il San Domenico. Oggi e 618 anni fa
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