IL SIGNORE DELLA DIFESA
di Manuel Schollmeier
“Allo scadere del mio trentesimo anno da atleta professionista, mi sento realmente in grado di fornire risposte alle moltitudine di domande che giornalmente mi vengono poste riguardanti la mia carriera sportiva.
Nonostante i diversi ambienti sportivi e non, le diverse mentalità dovute principalmente ai diversi cambi generazionali, una su tutte è la principale domanda che mi si pone: Cosa ti ha spinto ad andare avanti per così tanti anni?
Qual è stata la preparazione atletica? Gli allenamenti massacranti e gli infortuni perché non ti hanno mai fatto desistere?
La mia risposta è stata sempre la stessa: un principio ferreo dal quale nascono tutti gli altri principi che formano la figura dello sportivo che lo elevano ad essere principalmente una figura dignitosa, mai succube passivo davanti agli eventi che la Vita riserva quotidianamente.
La perenne Sfida verso se Stessi.
Il traguardo per me è stato sempre la costante giornaliera, il superamento dei miei limiti
Ciò che rappresenta un ostacolo, una paura doveva sempre essere superato, vinto.
Sono caduto molte volte.
Nessuna palestra, nessuno schema, poteva aiutarmi, tranne il rialzarmi e rimettermi in discussione, sempre.
Superarsi.
Sono stato brutalmente appagato.
Non è un concetto violento nè astratto, è l’individuo mondo primario rispetto a tutto quello che ci circonda, è il mio personalissimo metro per la preparazione e l’allenamento.
Non credo di aver avuto molti esempi da seguire in questo sport, credo di essermi fatto da me, ne sono certo.
Da solo ho sognato, da solo ho sofferto e da solo creato la mia lunga carriera sportiva, con Volontà Sacrificio e Umiltà, parole forse sorpassate e obsolete ma sono la mia Via.
Sui campi ho lasciato molti pezzi del mio corpo, partite durissime, partite leali, da uomo a uomo, da sportivo a sportivo.
Mi sono meritato quel posto sul Campo.
Il destino di un atleta è di diventare un campione, alle volte il sogno si avvera per una sola volta, il destino di un Campione è ripetersi sempre.
Vittoria e sconfitta sono nelle mani del Signore ma del tuo Onore solo tu sei Signore e Re.
Dedico questo mio alla mia Squadra, i Barbari e a Daniele Napoli non per i 6 titoli nazionali, non per i 15 anni consecutivi di playoff, ma per la costanza e il Sacrificio sempre dimostratomi.
foto da touchdown.it