Nell’articolo “La rovinosa follia di continuare a divorare suolo agricolo”, pubblicato il 26 settembre su Youreporter – articolo che tra l’altro riporta i riferimenti a tutti gli altri articoli sullo stesso tema pubblicati in precedenza, – si denunciava la follia edificatoria dovuta ad una insipienza amministrativa, che negli ultimi dieci-quindici anni ha sconvolto il tessuto urbano di Brembio svuotando il centro storico e spostando i residenti in una periferia di nuova costruzione (la quale a sua volta oggi mostra primi sintomi di un possibile lento spopolamento, stante l’impoverimento economico del paese, ed il basso livello di iniziativa culturale e sociale nel paese). Nell’articolo si faceva un elenco parziale dell’alto numero di case in vendita, soprattutto di nuova o recente costruzione. E si denunciava che nonostante la realtà, ancora oggi l’amministrazione, maggioranza e minoranze senza distinzione, all’unanimità, avesse approvato l’iter di un nuovo ambito di trasformazione (AT4) in deroga, cioè contro quanto stabilito dalla legge regionale in materia. Un nuovo dato, che certifica questa follia costruttiva degli ultimi anni, e che evidentemente continua, viene da una fonte “insospettata” che la evidenzia nel periodo amministrativo dal 1999 al 2007. La fonte è il Plis del Brembiolo.
Il Parco Locale d’Interesse Sovracomunale (PLIS) del Brembiolo attraversa la parte meridionale del Lodigiano e costituisce un corridoio naturale tra il Po e la Rete Ecologica Regionale che, a sua volta, collega il Lambro al Parco Adda Sud. Lo sviluppo antropico nell’area – si afferma nel pieghevole che presenta un progetto in atto del Parco, – riduce sempre più gli ambienti naturali e agricoli, determinandone il progressivo isolamento ecologico e la riduzione dello scambio di fauna e flora fra le aree protette. Il progetto è stato realizzato in partenariato tra PLIS del Brembiolo, – di cui è presidente l’assessore del Comune di Casalpusterlengo Luca Canova, – e Fondazione Lombardia per l’Ambiente, con il cofinanziamento di Fondazione Cariplo, con la sua finalità di dare avvio a una fase di deframmentazione del Brembiolo, ovvero di ricollegarne i lembi di ambiente naturale al resto del territorio lodigiano facilitando processi di dispersione e colonizzazione da parte di popolazioni animali e vegetali.
Il dato che interessa, e che qui si riporta, è contenuto nella Relazione finale dello Studi di fattibilità del progetto (del febbraio 2015), redatta dal gruppo di lavoro composto da naturalisti, biologi, esperti di scienze ambientali (Giovanni D’Auria, Andrea Viganò, Franco Zavagno del Comune di Casalpusterlengo, Valentina Bergero, Rinaldo Falco, Chiara Vona della Fondazione Lombardia per l’Ambiente) e dall’urbanista Silvia Ronchi sempre della Fondazione. Nel documento viene riportata una tabella del Centro di Ricerca sui Consumi del Suolo compilata nel 2012 che compara la demografia di Brembio con le classi di copertura del suolo (nella foto). Secondo le statistiche demografiche i residenti nel 1999 erano 2.370, nel 2007 erano 2.611: una variazione in valore assoluto di 241 residenti e in termini percentuali del 10,1%. Le famiglie nel 1999 erano 952, nel 2007 erano 1.069: una variazione assoluta di 117 unità, una variazione percentuale del 12%.
Veniamo alla copertura del suolo. Il suolo antropizzato nel 1999 era di 115,3 ettari, nel 2007 era di 136,6 ettari: una variazione assoluta di 21,3 ettari, in percentuale 18,4%. Il suolo agricolo nel 1999 era di 1.559,3 ettari, nel 2007 di 1.537,8 ettari: una variazione negativa di 21,5 ettari, una variazione in percentuale negativa dell’1,3%. Il suolo naturale e seminaturale nel 1999 era di 10,4 ettari, nel 2007 era di 10,6: una variazione assoluta di 0,2 ettari, in percentuale del 2%.
“Dalla comparazione sopra riportata tra dinamiche demografiche e variazioni di uso del suolo relative al periodo 1999-2007, – si dice nella relazione, – si evince che la superficie urbanizzata del comune di Brembio risulta superiore di circa 6 punti percentuali rispetto all’incremento demografico. Ciò denota che l’urbanizzazione è stata sovradimensionata rispetto allo sviluppo demografico”. Fenomeno che non si è presentato né a Casalpusterlengo, dove “l’incremento di popolazione nel periodo in esame non ha inciso e influito sull’urbanizzazione di suolo libero”, né a Ossago Lodigiano, dove “l’incremento delle famiglie presenti nel comune di Ossago Lodigiano risulta maggiore del suolo dedicato a nuove urbanizzazioni; ciò evidenzia una ridotta correlazione tra le due dinamiche e una buona pratica nel non utilizzare del suolo libero per le nuove edificazioni”.
C’è un’altra critica nella relazione finale che torna utile ricordare per evidenziare l’insipienza amministrativa degli scorsi anni. Riguarda l’area individuata nel documento come “Area critica 02”, così descritta: “Si tratta di un’area a marcato grado di antropizzazione e urbanizzazione, con particolare riferimento ai settori NE (zona industriale in località Garibaldino) e sudovest (zona di recente urbanizzazione a uso residenziale alla periferia di Brembio) dove si riscontra una tendenza al progredire del processo lungo la direttrice individuata dalla S.P. 168 che attraversa l’area da est a ovest (ambiti di trasformazione del Comune di Brembio). Le superfici libere da edificazioni sono in massima parte occupate da colture erbacee a ciclo annuale (mais soprattutto), in subordine da prati da sfalcio; ormai ridotta la rete di siepi e filari, praticamente assente la copertura boschiva”. Così si commenta lo stato dell’area: “L’area risulta interessata da un Ambito di trasformazione residenziale e, parzialmente, da un Comparto di Riqualificazione Urbana. Tale previsione differisce da quanto indicato dalla Rete Ecologica Regionale e dalla Rete dei valori ambientali definita dal PTCP della Provincia di Lodi che classifica le superfici libere, ubicate tra l’abitato di Brembio e la zona produttiva, come aree di protezione e conservazione dei valori ambientali”. Un ulteriore esempio, che non stupisce, di una scorretta applicazione di indicazioni di rispetto ambientale. Viene pure proposta una soluzione al problema: “salvaguardia delle aree libere rimaste e ricostituzione di una matrice vegetazionale favorevole al transito e alla sosta della fauna”.
Ritornando al primo dato, quello generale, va segnalato che dal 2007 ad oggi la popolazione residente di Brembio si è mantenuta con oscillazioni dei entrambi i segni tra le 2.611 unità e le 2.707 (del 2010): attualmente (31 gennaio 2014) conta 2.690 residenti. Lo stesso per il numero di famiglie che è oscillato nello stesso periodo nell’intervallo compreso tra 1.069 e 1.104 (nel 2012): attualmente le famiglie sono 1.099. Dal 2007 ad oggi sono stati costruiti altri appartamenti. C’è proprio da chiedersi quale motivo nascosto porti i consiglieri comunali a sostenere all’unanimità la necessità e l’urgenza di altre costruzioni in violazione delle norme regionali in materia (cosa che è stata fatta, come si spiegherà in un prossimo articolo).
In un documento la conferma della rovinosa politica edilizia
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