Associazione Ambientale di Trani
EGREGIO SIGNOR SINDACO DI TRANI: PERCHE’ VORREBBE FARCI AMMALARE DI CANCRO?
Sono trascorsi quattro anni da quando il precedente primo cittadino di Trani sottoscrisse con il gruppo Matarrese un Protocollo di Intesa per la costruzione di una cementeria in agro di Trani al confine con quello di Andria.
E fu allora che il medico Dino Leonetti di Andria, oncologo e componente della Commissione Ambiente Ordine dei Medici della BAT, scrisse una lettera al Sindaco Tarantini dicendo: Caro collega le chiedo con un velo di inquietudine: perché mi vuol far ammalare di cancro?
In questa lettera il dottor Leonetti fece una lunga esposizione di dati certi che dimostrano, senza alcuna ombra di dubbio, gli effetti altamente nocivi sulla salute causati dall’incenerimento dei rifiuti in un Termovalorizzatore (inceneritore).
In particolare il dottor Leonetti evidenziò che le polveri ultrafini, quelle di dimensioni inferiori a 0,2 micron, emesse dai camini di un cementificio o inceneritore sono altamente inquinanti, non vengono trattenute da nessun filtro, di norma non vengono monitorate e si aerodisperdono per molti chilometri lontano dalla fonte emittente.
In qualità di Responsabile dell’Associazione Ambientale di Trani, a seguito delle sue dichiarazioni riportate a mezzo stampa “Io votai a favore del termovalorizzatore e, anche oggi, confermo appieno il mio assenso”, le chiedo Signor Sindaco Riserbato: perché intende riesumare il progetto, bocciato da più parti, di realizzare un termovalorizzatore nel nostro territorio comunale?
Perché dottor Riserbato vorrebbe farci ammalare di Cancro?
Citando testualmente le parole del dottor Leonetti: “A Lei interessa la mia/nostra salute?
Le interessa la salute dei cittadini che abitano nella periferia, sia di Trani che di Andria, compresi gli alunni delle diverse scuole che si trovano nell’ambito del lobo di esposizione agli inquinanti aerodispersi?
A me risulta che sia dovere del Sindaco tutelare la salute pubblica anche a discapito degli interessi economici”.
E ha pensato anche, egregio Sindaco Riserbato, a chi pagherà i costi esterni per la perdita di produttività e di specificità dei terreni agricoli con forte vocazione di eccellenza enogastronomica posizionati vicini all’impianto termovalorizzatore e che subiranno la ricaduta di polveri?
Le ricordo che l’Unione Europea stabilisce che i prodotti agroalimentari (e i loro derivati) nel raggio di 15 Km da un inceneritore non possono avere il marchio Dop o Doc.
Le emergenze ambientali non possono essere risolte realizzando un termovalorizzatore, il quale a breve tempo accrescerebbe l’emergenza sia ambientale che sanitaria, a discapito di noi tutti cittadini.
Sono altre le strade da intraprendere, quale, ad esempio, una politica sana che conduca alla strategia di gestione dei rifiuti “Zero Waste”.
Il Responsabile dell’Associazione Ambientale di Trani
Nunzio Di Lauro
Commento finale di Nunzio Di Lauro
In primis premetto che il termine TERMOVALORIZZATORE non esiste nella legislazione di settore italiana ed europea ed è stato coniato dai sostenitori dell’incenerimento per evocare un’idea positiva.
Il termine corretto è INCENERITORE.
Che poi il termine TERMOVALORIZZATORE, a mio modesto parere, è inappropriato perché le uniche cose che “valorizza” sono le tasche di coloro che lo realizzeranno e di coloro che ne trarranno beneficio economico.
Mentre a noi cittadini “comuni mortali” l’unica cosa certa che capiterà è un aumento delle malattie (e morti) causate dalle diossine prodotte dall’incenerimento dei rifiuti.
Difatti è documentato che NON ESISTONO veri sistemi per abbattere le diossine emesse da un impianto di combustione.
All’aumentare della temperatura, particelle incombuste, metalli pesanti e altre sostanze inquinanti hanno una dimensione di pochi micron che rende più difficile intercettarle con i vari sistemi di filtraggio (a umido, elettrostatici, ecc.).
Quanto più è ridotta la dimensione del particolato, più sono dannosi i suoi effetti.
Tant’è che dopo il PM10 si è passati a rilevare il PM2,5 e adesso si comincia addirittura a parlare di PM1.
Le polveri sottili sono pericolosissime e responsabili di migliaia di morti ogni anno.
Vorrei anche ricordare o informare che in Italia si sono verificati tantissimi casi di impianti “TERMOVALORIZZATORI” posti sotto sequestro per gravi episodi di inquinamento ambientale.
Ne cito soltanto alcuni:
Pietrasanta (impianto Veolia) luglio 2010;
Arezzo (impianto Chimet) marzo 2010;
Taranto (impianto Amniu) gennaio 2010;
Colleferro (impianto Ama) marzo 2009, 13 arresti, 25 avvisi di garanzia;
Brindisi (impianto Veolia) 2009: dati sulle emissioni alterati manomettendo il software;
Bari (impianto Marcegaglia) 2008.
Intervento originale dell’oncologo andriese Dino Leonetti al seguente link:
http://andriadenuncia.blogspot.it/2010/06/caro-collega-le-scrivo-perche-mi-vuole.html
http://www.andriacittasana.it/wordpress/2011/12/03/dedicato-a-chi-dice-che-gli-inceneritori-sono-innocui/