Roma (Lazio) 10 gennaio 2018

INNO DI MAMELI STORIA SIGNIFICATO DEL CANTO DEGLI ITALIANI

DI SILVANA LAZZARINO e a cura di VITTORIO BERTOLACCINI detto COBRA DUE

L’ ”INNO DI MAMELI”. STORIA E SIGNIFICATO DEL CANTO DEGLI ITALIANI. ILLUSTRATO AL CONVEGNO PRESSO IL MUSEO DELLA REPUBBLICA ROMANA E DELLA MEMORIA GARIBALDINA
Diventato con l’approvazione della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, dopo 71 anni di provvisorietà, ufficialmente l’inno nazionale italiano dal 15 novembre 2017 “L’INNO DI MAMELI” racchiude diversi significati di carattere storico e sociale, basti pensare che per la sua forza intrinseca e la carica di energia che trasmetteva è stato cantato spontaneamente sia prima della partenza da Quarto per la Spedizione dei Mille sia dai Bersaglieri durante l’entrata in Roma dalla breccia di Porta Pia. E ancora ha accompagnato le imprese dei soldati della prima guerra mondiale e quelle dei partigiani nelle lotte in montagna della seconda guerra mondiale.
Ad illustrare l’origine ed il significato di questo canto tanto legato alla storia degli italiani è il CONVEGNO CHE SI SVOLGERÀ il 13 gennaio 2018 a ROMA presso il MUSEO DELLA REPUBBLICA ROMANA E DELLA STORIA GARIBALDINA a partire dalle ore 16.00. All’incontro interverranno Franco Tamassia, già dirigente del Ministero della Pubblica Istruzione, professore di Diritto Pubblico a riposo, e Direttore dell’Istituto Internazionale di Studi “Giuseppe Garibaldi e Mara Minasi, funzionario direttivo della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. La Dott.ssa Minasi è responsabile sin dalla sua istituzione nel 2011 del Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina al Gianicolo alla cui realizzazione ha attivamente contribuito collaborando in particolare alla realizzazione dei ricchi apparati multimediali, di uno dei quali è stata anche ideatrice e sceneggiatrice (video della Cronologia della Battaglia, Sala dell’Assedio). Responsabile dal 2014 anche del vicino Mausoleo Ossario Garibaldino, è impegnata in un’opera di divulgazione dei temi risorgimentali connessi alle due strutture.
Scritto da Goffredo Mameli nell’autunno del 1847 e subito musicato dal maestro Michele Novaro, il Canto degli Italiani, esordì il 10 dicembre di quello stesso anno diventando poi l’inno dello stato repubblicano quando venne intonato per la prima volta nella storia da migliaia di persone insieme al suo autore in un’occasione della cacciata degli austriaci da Genova. Un inno repubblicano che non si rivolgeva ai sovrani ma ad episodi storici con protagonista il popolo. Lo stesso Goffredo Mameli, poeta e patriota – combattente con Garibaldi nella difesa della Repubblica Romana del 1849 durante la quale, giovanissimo, fu ferito mortalmente – aveva trasfuso nei suoi versi gli ideali risorgimentali, entusiasmando Verdi, Mazzini, Garibaldi, Carducci. Nelle strofe dell’inno, al di là dello stile ottocentesco, consono al contesto storico in cui fu creato, venivano espressi valori come la fratellanza, l’unità, il sentimento di dignità nazionale, gli stessi principi a cui si sono richiamati Costituenti quando hanno scelto questo canto per rappresentare l’Italianità.
A dare legittimazione all’inno di Mameli come canto degli Italiani nel 1862 fu Giuseppe Verdi all’Esposizione Universale di Londra quando lo eseguì nell’Inno delle Nazioni accanto alla Marsigliese e a God save the Queen invece di scegliere la Marcia Reale, composta da Giuseppe Gobetti, che accompagnava il re Carlo Alberto nelle sue sporadiche uscite pubbliche. Le cinque strofe di cui è composto l’Inno esprimono ciascuna concetti semplici e chiari. Inizia con un appello agli abitanti della penisola, i “fratelli d’Italia”, divisi sotto sette diversi sovrani ma spiritualmente uniti, e continua con l’ annuncio del risveglio dell’Italia, pronta per la riscossa. Il ritornello, che ricorre dopo ogni strofa, è un’esortazione ad unirsi per la causa della patria comune per la quale vale la pena anche di morire.
Silvana Lazzarino

LA VERA STORIA DELL’INNO DI MAMELI
Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina
Largo di porta S. Pancrazio, 9 – 00153 – Roma
Sabato 13 gennaio 2018 ore 16.00
Ingresso libero fino a esaurimento posti
Informazioni 060608 (tutti i giorni ore 9:00 – 19:00)
www.museodellarepubblicaromana.it