praticamente col buio sta città diventa un motore a vapore
che intossica l’aria
tu
io
strade strette e sporche
e una solitudine da velo di Arianna
nel labirinto di un Minotauro urbano con lampioni
ci spaventiamo come bambini abbandonati che si nascondono
per aspettare che gli spettri scompaiano nella notte
prima di correre verso una stazione dei treni immaginaria
dove prendere la prima corsa verso un posto lontano e senza nome
solo per amarci
ma finiamo su due binari diversi
ci lanciamo in corsa dal vagone pur di ritrovare il punto di partenza
per finire in un posto ancora più buio del petto
dove tremare di paura e di gioia può essere la cura
troppo rumore e troppe luci le stelle lontane
siamo assenti ai nostri corpi presi da un sogno
una goccia di morfina
ancora una goccia
una goccia ancora
non fa più male
il veleno ha il dito leggero del silenzio
stiamo per arrenderci
quando qualcosa ci travolge
una tempesta un uragano
un vento terribile
diventiamo bestie con occhi luccicanti e la città dorme
tutte l dislessie passionali guariscono
noi con loro
mentre ci fanno piovere come angeli nei sogni d’altri
noi ancora innamorati
noi ancora insonni
noi così dannatamente piccoli
“Sole in Tempesta”