“Uomini lasciati abbandonati al loro destino”
CERIGNOLA – Camminando lungo i corridoi del nosocomio di Cerignola ci possiamo accorgere dei numerosi passi in avanti compiuti dall’Ospedale Giuseppe Tatarella. La pulizia del Presidio Ospedaliero è impeccabile; la competenza della struttura è eccellente; la professionalità dei medici, infermieri e ausiliari è molto elevata; il Pronto Soccorso è diventato un luogo di cura eccellente. Cosa dire, tutto perfetto (o quasi).
La gente nota questi cambiamenti, ma nello stesso tempo si nota anche una specie di “razzismo” che regna sovrano in quel presidio ospedaliero.
Nei giorni scorsi mi fu segnalato il caso di “Daniel” un ragazzo di colore conosciuto dalla stragrande maggioranza dell’utenza che abitualmente frequenta il “Tatarella” di Cerignola. Daniel non è conosciuto solo dall’utenza, ma anche da tutto il personale medico e infermieristico. Daniel è un ragazzo di colore che la mattina sosta seduto su una panchina del portico dell’Ospedale Tatarella elemosinando all’utenza del presidio ospedaliero qualche spicciolo per comprarsi qualche tramezzino o caffè. Daniel dorme seduto alle sedie del laboratorio analisi, dove il freddo si fa sentire. Certo, nell’Ospedale non si può dormire sul pavimento, ma questo caso è molto particolare. Se incontriamo Daniel nell’Ospedale Tatarella, si può notare ad occhio nudo (senza essere dei medici o scienziati) che “non sta bene”. Infatti, fa fatica a camminare perché una ferita al piede non gli consente di deambulare bene. Nonostante questo, tutti fanno i menefreghisti, iniziando proprio dalla Dirigenza Ospedaliera per finire alle Istituzioni pubbliche.
Ieri mi sono avvicinato al ragazzo di colore chiedendo “hai mangiato oggi?” e lui “due tramezzini”. Quindi, l’Ospedale Cerignolano non passa niente di tutto quel cibo che si butta durante la giornata. Si, perché molti ammalati non mangiano tutto ciò che le cucine portano nelle stanze, quindi torna indietro per poi essere buttato (sarebbe grave non buttare il cibo avanzato). Non esce nemmeno un po’ di brodo per Daniel, un pezzettino di pane oppure semplicemente una bottiglietta d’acqua. Niente, assolutamente niente. Daniel deve fare affidamento alla risorsa più antica del mondo “la solidarietà di uomini e donne di buona volontà” che gli dona quel poco per comprarsi qualcosa da mangiare. Mi fu riferito nei giorni scorsi che questo ragazzo di colore è una specie di “ricercato” perché è senza documenti. Questo non è un buon motivo per abbandonarlo sulle sedie dell’Ospedale aspettando che la “madre morte” faccia di lui una preda.
Documenti o non documenti, le istituzioni pubbliche pagate dalle tasse dei cittadini italiani devono fare qualcosa per quel ragazzo. Purtroppo oggi, si vive nello Stato dove regna sovrano il “fatevi tutti i cazzi vostri”. L’omertà è una malattia gravissima che padroneggia in moltissime persone, soprattutto in certi individui che dovrebbero “garantire il benessere dei cittadini”. Se il benessere è quello riservato alle persone come Daniel, allora siamo messi proprio male. Nessuno deve essere semplice spettatore di un caso al limite della sopravvivenza, perché non è giusto e nemmeno umano vedere gente in quelle condizioni. Purtroppo le questioni di razza, colore della pelle, credo politico, credo religioso e moltissimi altri aspetti “razzisti” restano una piaga nella società odierna dove politici e istituzioni pubbliche le alimentano con i loro moniti “razzisti”. L’Ospedale sta cercando di far fronte alla situazione di Daniel con molta professionalità. Infatti, la dirigenza dell’Ospedale già da tempo fa chiudere l’unico luogo caldo della notte “la sala d’attesa degli ambulatori” evitando che Daniel o atre persone in estrema difficoltà si accampassero lì durante la notte. Ecco, questa è la soluzione. L’omertà e l’ipocrisia dei dirigenti ospedalieri e delle istituzioni pubbliche è come una maschera quotidiana che si indossa quasi per far finta di non vedere niente, perché di cose nel Tatarella da guardare sono molte, come ad esempio “il parcheggiatore abusivo” ma questo non fa parte delle priorità delle istituzioni che non sono in grado di contrastare il fenomeno degli abusivi. No, tutti siamo forti con i deboli. Questo non è umano… Mi appello alle persone di buona volontà della Città di Cerignola e dintorni “AIUTIAMO DANIEL” non abbandoniamolo. Nessuno sia complice delle ingiustizie di uno Stato allo sfascio. Recatevi al Presidio Ospedaliero di Cerignola portate a Daniel una parola di conforto, un pezzo di pane, qualcosa di caldo oppure un semplice sorriso per fargli capire che l’Italia è fatta da GENTE BUONA E SOLIDALE.
Giovanni Maddamma