DI SILVANA LAZZARINO E A CURA DI VITTORIO BERTOLACCINI DETTO COBRA DUE
KATSUSHIKA HOKUSAI LA SUA ARTE RACCONTA IL MONDO FLUTTUANTE IN MOSTRA A ROMA
Gli spazi silenziosi e malinconici di una natura che si lascia osservare nei suoi orizzonti al passare delle ore del giorno, le sognanti e meditative atmosfere di tramonti che lasciano scie luminose su vaste distese di paesaggio, e ancora fiori animali, figure femminili, ritratti di attori del teatro kabyki e i momenti di silenzio legati all’ascolto e alla meditazione, sono al centro delle tematiche dell’arte di Katsushika Hokusai artista giapponese che deve la sua fama universale alla “Grande Onda” appartenente alla serie di Trentasei vedute del monte Fuji.
Nato nel novembre 1760 e morto nel 1849 Katsushika Hokusai ha avuto una carriera intensa durata oltre 60 anni dando spazio ad un’attenta analisi della realtà a lui circostante con particolare attenzione alla natura ed al legame che l’individuo ha con la stessa.
Autore di illustrazioni di libri di vario genere compresi gialli e testi letterari, è soprattutto ricordato per i suoi dipinti e stampe apprezzati solo dopo la sua morte e alla fine dell’Ottocento quando raggiunse la meritata fama anche per la scoperta di riproduzioni di sue stampe utilizzate come carta d’imballaggio per oggetti preziosi spediti dal Giappone.
Diversi grandi artisti hanno tratto da lui ispirazione: da quelli francesi di fine Ottocento tra cui gli Impressionismi Manet, Monet e Van Gogh, ai protagonisti del movimento del Japonisme. A questo straordinario pittore e incisore giapponese maestro indiscusso dell’ukiyoe, (che letteralmente significa “immagini del Mondo Fluttuante”), attivo tra la fine del Settecento e la prima metà dell’Ottocento, è didatta la mostra che si aprirà il prossimo 12 ottobre 2017 a Roma all’Ara Pacis. Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con il supporto dell’Ambasciata Giapponese, la mostra HOKUSAI. SULLE ORME DEL MAESTRO illustra attraverso circa 200 opere realizzate dall’artista e dai suoi seguaci, la vastità e varietà della sua opera oltre alla grande eredità lasciata a quanti venuti dopo di lui.
Curata da Rossella Menegazzo l’esposizione, le cui opere provengono da Chiba City Museum of Art e da importanti collezioni giapponesi come Sumisho Art Gallery, Uragami Mitsuru Collection e Kawasaki Isago no Sato Museum, oltre che dal Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone di Genova, mette a confronto la produzione del Maestro con quella di alcuni tra gli artisti che hanno seguito le sue orme dando vita a nuove linee, forme ed equilibri di colore all’interno dei classici filoni dell’ukiyoe.
Dai dipinti a inchiostro e colore su rotolo verticale e orizzontale, alle silografie policrome di ogni misura per il grande mercato, fino ai più raffinati surimono, usati come biglietti augurali, inviti, calendari per eventi e incontri letterari, cerimonie del tè, inviti a teatro, Katsushika Hokusai ha sperimentato ogni forma e tecnica che culmina nei “Manga” volumi in cui sono raccolti centinaia di schizzi e disegni stampati a inchiostro nero con qualche tocco di vermiglio. Diversi i suoi allievi che hanno da lui tratto ispirazione direttamente e indirettamente: Hokuba, Hokkei (1790-1850), Hokumei (1786-1868) e Keisai Eisen (1790-1848), allievo non diretto di Hokusai, ma che da lui è stato influenzato.
La serie degli ukiyo-e con trentasei vedute del Monte Fuji realizzata tra il 1826 e il 1833 è il suo lavoro più noto di cui va sottolineata “LA GRANDE ONDA” considerata la più celebre di queste vedute, in cui sono descritte in un’unica visione la forza della natura contrapposta alla fragilità dell’uomo. L’onda gigante che campeggia nella composizione richiama infatti la forza del mare che, come ogni altro aspetto della natura e della Terra chiede rispetto. Lo stesso senso di potenza e anche di infinito presenti nella natura si riscontrano anche nei lavori dove è raffigurato il Monte Fuji, monte più alto del Giappone che si intravede tra l’altro sullo sfondo della stesso dipinto “la Grande onda”. In questo dipinto inoltre si intrecciano stilemi orientali ed occidentali rispettivamente con la presenza di barche e pescatori e con la raffigurazione della prospettiva per caratterizzare il Monte Fuji. Formata dall’onda, al centro del dipinto, la spuma potrebbe confondersi con i fiocchi di neve che ricoprono il Monte dalla cima innevata. Così accanto a questa sezione dove protagonisti sono posti e luoghi celebri tra cui la serie con le “Trentasei vedute del Monte Fuji”, le “Otto vedute di Ōmi” (La cascata di Onō lungo la strada Kiso, e Giornata limpida col vento del sud (o Fuji) sono i dipinti su rotolo (Il Monte Fuji al tramonto 1843) e silografie policrome dedicate ai ritratti di bellezze femminili e a cortigiane delle famose case da tè del rinomato quartiere di piacere di Yoshiwara. E poi i motivi legati alla natura e agli animali con raffigurati fiori e uccelli dando risalto all’aspetto simbolico proprio di animali quali il drago e la tigre, la carpa e il gallo; per non dimenticare i manga, una raccolta di 15 libricini con circa 4mila xilografie considerati gli antenati degli attuali fumetti.
Silvana Lazzarino
HOKUSAI
Sulle orme del Maestro
Museo dell’Ara Pacis
Lungotevere in Augusta, Roma
Orario: Tutti i giorni ore 9.30 – 19.30
24 e 31 dicembre ore 9.30 – 14.00
Chiuso il 25 dicembre e il 1 gennaio
(la biglietteria chiude un’ora prima)
12 ottobre 2017- 14 gennaio 2018
Per informazioni: 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00)
www.arapacis.it, www.museiincomuneroma.it