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“Ksm vuole affamare i lavoratori”. Intervista a Maurizio Galici dei Cobas
31/07/2017
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I Cobas non sono sorpresi per la richiesta fatta da Ksm al Prefetto di convocare un tavolo politico-istituzionale, dopo che la procedura di confronto sindacale si era chiusa con esito negativo. L’azienda, infatti, avrebbe potuto licenziare tutti i 526 lavoratori in esubero. Invece Ksm ha annunciato il licenziamento di 150 persone, mentre sta tentanto di riaprire in altra sede la discussione per trovare un accordo.
Per Maurizio Galici “emerge chiaramente un comportamento poco chiaro per un’azienda che dichiara una crisi tale da avere un esubero drammatico di ben 524 lavoratori”. Secondo il sindacalista dei Cobas “l’azienda usa l’arma dei licenziamento per trovare un possibile accordo sindacale che andando in deroga del CCNL, o attraverso un Contratto di Prossimità, riducesse i costi del personale, scaricando solo sui lavoratori la presunta crisi aziendale e condizionando tutto il settore coinvolto nelle gare di appalto per proseguire a presentare offerte sempre più al ribasso”.
Dopo l’audizione di martedì scorso all’Ars, alla quale avete partecipato, il presidente della Commissione lavoro, Marcello Greco, ha deciso di girare tutte le informazioni raccolte alla Commissione antimafia. Che cosa c’entra l’antimafia?
La quantità e la rilevanza degli appalti vinti da Ksm anche in ambito pubblico, tra cui la stessa ARS, e la gravità di quanto emerso nell’audizione, a cui la Ksm pur essendo convocata non ha partecipato, hanno indotto il Presidente Greco ad attivare l’intervento della commissione antimafia per un controllo. Vedremo quello che verrà fuori.
Nello stesso giorno la società scrive una lunga nota nella quale chiede al Prefetto la convocazione di un “tavolo politico-istituzionale”. Una richiesta che arriva dopo la chiusura con esito negativo della procedura di confronto con le organizzazioni sindacali. Ve lo aspettavate?
Non ci stupisce, da un lato la Ksm di fatto non partecipa alla V° commissione dell’Ars, e dall’altro chiede al Prefetto un tavolo politico-istituzionale. Emerge chiaramente un comportamento poco chiaro per un’azienda che dichiara una crisi tale da avere un esubero drammatico di ben 524 lavoratori.
Perché l’azienda non procede immediatamente al licenziamento di tutti i 524 lavoratori dichiarati in esubero, ma solo ad una parte, ovvero 150?
Come detto precedentemente perché molto probabilmente l’azienda ha prima usato l’arma dei licenziamento di 524 lavoratori, per poi ridurre a 150 in cambio di un possibile accordo sindacale che andando in deroga del CCNL, o attraverso un Contratto di Prossimità, riducesse i costi del personale, scaricando solo sui lavoratori la presunta crisi aziendale e condizionando tutto il settore coinvolto nelle gare di appalto per proseguire a presentare offerte sempre più al ribasso.
Sempre nella stessa nota KSM dichiara di voler trovare eventuali soluzioni “che possano concretamente contribuire a ridurre il numero dei licenziamenti previsti”. Si aprono nuovi spiragli?
Abbiamo sin dall’inizio proposto alla Ksm l’attivazione degli ammortizzatori sociali per le aziende in crisi (Cigs) anche attraverso la consulenza dell’Anpal (Agenzia nazionale politiche attive del lavoro). Non abbiamo mai ricevuto alcuna risposta, perché l’unica vera soluzione che vorrebbe Ksm è quella di affamare i lavoratori, che già ora guadagnano uno stipendio al limite della sopravvivenza.
Quanto vuole Ksm non è la suzione del problema, in quanto se non si regolamenta il costo degli appalti tra un anno torneranno a richiedere ulteriori ribassi, per cui occorre l’intervento immediato delle istituzioni in merito alle tariffe minime e nel frattempo Ksm deve mantenere i posti di lavoro attingendo ai famosi ammortizzatori sociali.
di Matteo Scirè
“Ksm vuole affamare.. Intervista a Maurizio Galici dei Cobas
Pubblicato in Cronaca |