Reggio Di Calabria (Calabria) 17 novembre 2015

“L’AGORÀ” ED IL BICENTENARIO MURATTIANO

Ricorrono quest’anno una serie di avvenimenti relativi al periodo dei napoleonidi quali quelli inerenti alla Campagna d’Italia (guerra austro-napoletana), al ritorno in Francia dell’Imperatore Napoleone I° dall’Isola d’Elba, del proclama di Rimini ( il primo manifesto ufficiale indirizzato agli italiani ad unirsi e combattere per l’unità nazionale, della battaglia di Mont-Saint-Jean o di Waterloo, della morte di Gioacchino Murat, Re di Napoli, fucilato a Pizzo dopo un processo sommario che conclude in modo violento le gesta di un uomo, un soldato, di un grande re riformatore nel Regno di Napoli. Da queste premesse la ventunesima edizione dell’appuntamento sugli studi murattiani organizzato dal Circolo Culturale “L’Agorà” e dal Centro Studi “Gioacchino e Napoleone” di Reggio Calabria, che dedicano ogni anno, a partire dal 1995, convegni e seminari di studio, ha assunto un aspetto resocontale alquanto incoraggiante, visto anche le oltre mille presenze registrate nel corso della mostra allestita nella prestigiosa cornice dello spazio espositivo delle Poste di via Miraglia dal 13 ottobre al 7 novembre. In tale esposizione, costituita da venti pannelli che per i chiari riferimenti sia didattici che divulgativi, hanno permesso, anche per la loro semplice lettura, ad un vasto e variegato pubblico di conoscere e di approfondire le più importanti vicende storiche del Re di Napoli e della sua amministrazione che, attraverso una serie di riforme portò una ventata di modernità nel Mezzogiorno. Ritornando alla mostra documentale è interessante porre l’attenzione anche sull’interesse che la stessa ha destato anche nei riguardi dell’utenza più giovani, come le diverse scolaresche della città di Reggio Calabria, che nel corso delle loro visite didattiche hanno avuto modo di ammirare e nel contempo gradire quanto offerto dal Circolo Circolo Culturale “L’Agorà” e il Centro studi “Gioacchino e Napoleone”, indirizzando alle guide dei due sodalizi organizzatori una serie di domande scaturite dalla loro curiosità, e quindi  tali richieste hanno rappresentato un chiaro indice di apprezzamento da parte dei giovani studenti. Nel corso della visita guidata l’attenzione del giovane pubblico si è concentrata anche su un’apposita teca dove, insieme a diversi oggetti del periodo storico in argomento, hanno fatto bella mostra diversi soldatini di piombo a cavallo del periodo napoleonico. Oltre all’itinerario documentale, altre sono state le iniziative organizzate dai due sodalizi culturali in occasione del Bicentenario della morte del Sovrano di Napoli, che hanno inserito nel loro palinsesto organizzativo come lo speciale annullo filatelico, una cartolina celebrativa da collezione, realizzata in tiratura limita sulla quale si potrà apporre il francobollo riproducente un dipinto di Gennaro Picinni intitolato “Joachim Murat a S. Nicola”, raffigurante lo stesso sovrano, ed un catalogo della mostra stampato in tiratura limitata e numerato e non per ordine d’importanza l’apposita conversazione culturale che si è svolta nel pomeriggio di martedì 13 ottobre. Da queste premesse e per il significato ed il valore dei contenuti, la manifestazione ha ricevuto l’Alto Patrocinio dell’Institut Français Italia. A riguardo la conferenza,coordinata da Antonino Megali (Circolo Culturale “L’Agorà”), hanno partecipato in qualità di relatori Gianni Aiello (Presidente del sodalizio organizzatore) che ha trattato una serie di episodi inerenti a sanguinose circostanze nelle quali furono coinvolti persone forse “colpevoli” di essere parenti di coloro che sostenevano un’altra causa, come ad esempio il massacro di 38 persone, tra cui 30 bambini avvenuto a Simeri Crichi (CZ) nell’estate del 1809 da parte della banda di Bartolo Scozzafava di Tiriolo. Enzo Zolea, studioso e appassionato di teatro, nonché esperto di storia locale e di tradizioni popolari, ha parlato della costruzione del teatro a Reggio Calabria durante il decennio francese. Mentre Orlando Sorgonà ha rilevato nel corso della sua esposizione che alcune tradizioni popolari meridionali venivano indicate come retaggio di pregiudizio nella corrispondenza dei militari napoleonici che avevano conosciuto le idee dell’illuminismo.