Trieste (Friuli-Venezia Giulia) 05 ottobre 2015

L’idea: le grandi navi per smantellare il Porto Franco Nord

Secondo la Cruise Lines International Association – CLIA Italia, “Trieste è un porto di eccellenza, ma non può accogliere il flusso di croceristi diretto a Venezia. Su questo l’opinione degli esperti è unanime: i problemi logistici rendono questa soluzione assolutamente impraticabile”, il commento di Francesco Galietti, direttore nazionale dell’associazione è riferito all’ipotesi avanzata dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini nel suo intervento agli Stati generali del turismo sostenibile. Secondo Galietti, Venezia non è sostituibile alla guida della croceristica nell’Adriatico e il calo di traffico degli ultimi due anni a causa dei problemi regolatori dello scalo veneto ne sono la testimonianza.
Nelle parole del presidente nazionale di CLIA Italia, riportate oggi 4 ottobre dal quotidiano di Trieste “Il Piccolo”, sulla posizione del ministro dei Beni culturali, mettono forse in luce il possibile motivo della campagna politica su Trieste come hub delle grandi navi da crociera: “Ci rattrista scoprire che il ministro Franceschini sembri d’accordo con chi combatte battaglie campanilistiche alimentando la competizione tra le comunità locali invece di puntare sulle sinergie possibili tra le due città vicine, ma molto diverse tra loro”. Trieste andrà nel 2016 alle elezioni comunali e la campagna elettorale è di fatto già cominciata. Dal momento che il proprio nazionalismo italiano, (non dimentichiamo che il sindaco giura di osservare lealmente la Costituzione Italiana), impedisce ai partiti, che concorrono alla guida del Comune, di riconoscere e puntare ad una rinascita di Trieste attraverso la sua peculiarità, nonostante la simulazione dell’appartenenza all’Italia, di essere Territorio Libero, uno Stato indipendente sotto amministrazione del Governo italiano per conto delle Nazioni Unite, bisogna trovare il proprio propagandistico “oppio dei popoli” inventando favole da raccontare ai propri elettori come, appunto, la possibilità di un utilizzo del Porto Franco Nord come hub di grandi navi da crociera. Non solo, ma da quanto aggiunge il giornale, riportando la posizione del deputato Ettore Rosato del Partito democratico, sotto sotto c’è sempre l’idea di smantellare il Porto Vecchio nella sua funzione di Porto Franco Internazionale: “La possibilità di godere di ormeggi, magari supplementari rispetto al molo Bersaglieri, oltre che di spazi per parcheggi, alberghi e altre attrattive turistiche in Porto Vecchio, potrebbe ora ulteriormente e fortemente ridurre la distanza tra i due porti [Una favola: così il divario di Trieste e Venezia in termini di passeggeri nel 2015, Venezia 1.600.000, Trieste 137.000, abissale. Non è a caso invece che per le merci, a posizioni invertite, non vi sia confronto tra i due porti: 57 milioni di tonnellate a Trieste, 21 milioni a Venezia]”.